lunedì 18 dicembre 2017

La perfezione non fa per me (cit.)

Piccolo spazio paranoia pre natalizia.
Sono una persona con molti limiti e li riconosco tutti: nervosa, irascibile, alle volte purtroppo anche aggressiva, un po' meno permalosa di un tempo, ma comunque...non mi piace sbagliare e poi sono competitiva, però potrebbero essere anche dei pregi più che dei difetti, se ben dosati. Negli anni ho imparato sto imparando a smussare gli angoli, ma chi nasce quadrato non è che può diventare tondo, quindi cerco di compensare con i lati più nobili di me: generosità, senso del sacrificio, forza di carattere. Insomma so che faccio schifo da una parte, quindi mi do da fare con quello che ho.
Cerco di trovare un equilibrio, ma so di non essere perfetta come persona e come madre, lo so perfettamente visto che il mio è un lavoro quotidiano per mantenere questo equilibrio nella zona positiva. Sentirmi dire che sono brava, perfetta, buona mi mette fortemente a disagio, alle volte mi infastidisce al limite del nervosismo (...appunto...), soprattutto se a dirlo sono i miei figli, che a mio vedere sono quelli che più risentono e risentiranno dei miei limiti, come succede per tutti i bambini con i limiti dei loro genitori.
E devo dire che da quando sono rientrata in Italia non faccio altro che sentirmi dire quanto sono brava a educare i miei figli, quanto sono brava a incastrare tutto e a fare tutto da sola con tre, ma come faccio a fare X o Y o Z...e ogni volta mi sento una merdolina perché in realtà sopravvivo a malapena alla giornata e non mi sembra giusto ricevere la stima, i complimenti, le lusinghe. Non parliamo poi se sono i miei figli a dirmi quanto sono buona e brava...
Ok, mi sa che anche questo va messo tra i limiti: accetta il complimento, per questa volta! (cit.)

PS: comare mi sono permessa di citarti addirittura nel titolo!

mercoledì 6 dicembre 2017

Il Grinch

Più volte ho scritto di quanto adori il Natale, l'atmosfera, le decorazioni, il camino acceso della taverna a casa dei miei, il cibo, le chiacchiere, i regali.
Amo tutto del Natale e aspetto impaziente la mattina del 25, come un bimbo di cinque anni, come se ancora credessi nell'omone barbuto e vestito di rosso. Mi piace scartare i regali, mi piace comprarli e mi piace pensare per bene cosa comprare a ognuno.
E le decorazioni...oh le decorazioni...potrei comprare tutto! Potrei riempire l'albero, sempre troppo piccolo, con milioni di decorazioni colorate, luci, ghirlande, lavoretti fatti a mano. Potrei accendere milioni di candele profumate e riempire gli angoli di stelle di Natale, ma ne ho pietà e ne compro solo una, che tanto so non durerà più in là delle feste.
Ma quest'anno è diverso, quest'anno il Natale ha un retrogusto amaro e nemmeno fare l'albero è stato un momento di gioia pura, ma solo un fastidio: comprarlo, portarlo in casa, decorarlo. Non ho nemmeno messo le canzoncine come sottofondo, come ogni anno, l'ho liquidato velocemente una domenica rientrati da un pomeriggio in giro e in un'oretta prima di cenare l'abbiamo decorato, lasciando il resto per i giorni successivi, pezzetto per volta, mentre di solito facevo tutto in una giornata dedicata esclusivamente a quello. Mi sono sentita un po' in colpa, proprio quest'anno che la Belva e il Vitellino erano super partecipativi e il Francese inizia finalmente a capirci qualcosa, ma quest'anno va così, non riesco a sentire lo spirito natalizio, vorrei solo fosse già gennaio.
Il Navigante continua a chiedermi cosa voglio sotto l'albero. Questa domanda mi infastidisce e mi fa salire le lacrime. Innanzitutto odio che mi si chieda cosa voglio, stiamo insieme da 12 anni credo che puoi pensarci da solo e poi che cavolo di sorpresa sarebbe così? Non ha senso che io ti dica cosa voglio e tu me la fai trovare impacchettata sotto l'albero! Preferisco non avere niente.
Poi rifletto un secondo e l'unica cosa che vorrei non si può impacchettare, non si può ordinare su Amazon, non è possibile averla. E allora mi viene da piangere, ancora dopo tutti questi mesi.
Per me Natale è famiglia, famiglia allargata dai parenti più stretti, a quelli meno stretti, agli amici e quest'anno la mia famiglia ha subito due gravi perdite e una defezione, visto che non parlo con mia sorella da aprile, ma di questo non voglio proprio parlare, non m'interessa nemmeno sinceramente. Ecco, vorrei tornare indietro di un anno esatto e rimanere lì in quel dicembre 2016, ultimo Natale tutti insieme in quella grande taverna dall'odore di polenta e mandarini. Ma, come dicevo, non è possibile, quindi quest'anno sono un po' il Grinch. Io. Il folletto natalizio perennemente felice farà il Grinch. Con buona pace di tutti, figli compresi.
Che stia invece semplicemente maturando? O invecchiando scegliete voi...