venerdì 16 dicembre 2016

Passeggiando con un figlio solo

Ieri avevo un paio di cose da fare poco distante e complice il sole sono uscita senza macchina, con il Francese nel passeggino e l'ipod a palla nelle orecchie.
Con lui mi capita spesso di farmi lunghe camminate nei giorni in cui i due nani grandi non rientrano a pranzo da scuola; andiamo sulla spiaggia, al mercato, sola o in compagnia, cammino, ascolto musica, mi fermo al parco per fargli sgranchire le gambe, compro qualcosina...ed era proprio così che mi immaginavo volesse dire fare la mamma di un bimbo piccolo.
Con gli altri due è stato diverso, perché insieme a una nanetta appena nata ho dovuto prima gestirmi un pancione che non mi permetteva lunghe nè agevoli passeggiate, poi uscire con entrambi i nani, di cui uno con le coliche che lo facevano strillare tutto il giorno e , tra l'altro, durante l'inverno spezzino, non proprio soleggiato, era per me una prova durissima. Mi rendo conto che anche marciapiedi poco ortodossi per i passeggini e parchi non adeguati a bimbi piccoli (qui c'è un parco con giochi per bambini 0-3 anni pure recintato!) non hanno aiutato, ma era soprattutto il fatto di avere a che fare con due bimbi davvero molto piccoli e bisognosi di ogni mia attenzione che mi frenava. A casa era ovviamente tutto più semplice, anche se un po' alienante alla fine della giornata.
Le passeggiate con il Francese mi restituiscono la parte rilassante di avere un bambino, quella parte un po' bucolica che mi immaginavo prima di averne, mi danno il tempo per riflettere su tutto, per ricaricare un po' le pile e per muovermi un po' a ritmo di musica. Soprattutto sono una manna quando il Francese comincia ad essere stanco e annoiato di giocare in casa, lo si piazzia sul passeggino ultraleggero (altra comodità che con i due nani grandi non ho potuto utilizzare, perché avevo la pedana per la Belva) e via.
Sono contenta di poterlo vivere almeno con lui e un po' mi spiace di aver perso questo con la Belva e il Vitellino, anche se vederli crescere come due gemelli è davvero affascinante! E' come avere un figlio unico ed è una bella esperienza, ma solo a tratti perché vederli tutti insieme è la vera gioia.

Comunque se vedete una pazza che canta e cammina a ritmo di musica con un passeggino per le strade di Toulon non posso che essere io, nessun'altra mamma francese lo farebbe mai!!!!

lunedì 12 dicembre 2016

Come al solito...busy Christmas time!

Dicembre è un mese bestiale. Dicembre significa cene, pranzi, goûter de noël, colazioni, feste, spettacoli il tutto condensato in due settimane, ossia prima che inizino le vacanze scolastiche. Quindi due weekend di fuoco, saggio di piscina (sempre, mannaggia sempre, il sabato appena iniziate le vacanze così ci tocca posponere sempre la partenza) e poi noi si parte: 5 giorni in Alsazia, Natale a casa mia e Capodanno da amici a La Spezia, se hanno finito il trasloco...altrimenti qualcuno ci ospita???
Comunque, questo fine settimana appena passato è stato davvero ricco e magico, come non capitava da secoli, ormai! Bimbi bravi, incastro di impegni perfetto, sveglie che mi hanno permesso di riposare, momenti per la coppia, per gli amici e per la famiglia...insomma una concatenazione di eventi incredibile!
Allora siamo partiti venerdì: parrucchiere per me nel pomeriggio, poi di corsa a casa a cambiarmi e via al concerto di Elton John a teatro. E' stato magico, erano almeno 6 anni che non andavo a un concerto e lui è proprio una grande star! Anche la birra post concerto non è stata niente male, dandoci l'assaggio delle notti tolonesi che noi non abbiamo praticamente mai vissuto. E' stata una serata magnifica, che ci ha ricordato ancora una volta quanto è bello essere una coppia e fare cose da coppia.
Sabato è stata la volta della festa natalizia della Marina, una festa fatta per i bambini, di solito vengono noleggiati gonfiabili e giochi di ogni tipo, quest'anno invece c'è stato il circo, che io non amo particolarmente, ma ovviamente i nani hanno molto apprezzato. Piccola siesta post circo e la sera amici a cena per una serata fondue davvero rilassante: i bimbi si sono super comportati, tanto che non abbiamo nemmeno messo un cartone per tenerli calmi, mentre noi adulti ci siamo lanciati in discussioni di politica franco-italiana che merito il diploma livello c1 del DELF solo per questo!
Domenica partita benissimo con una sveglia incredibile alle 9.15 (il Francese non era stato bene sabato, con febbre e tossaccia, quindi ha recuperato con 15 ore di sonno! Ora la tossaccia è passata a me però...), un brunch con pancake e ogni bendiddio dolce e salato sulla tavola, una mattinata tranquilla in casa, una corsetta per mamma che però ha dovuto cedere al catarro dopo mezz'ora scarsa, e infine ancora teatro, stavolta mamma con nani grandi per uno spettacolo musical di Frozen che li ha lasciati senza parole, visto che soprattutto non sapevano cosa saremmo andati a fare/vedere. La domenica doveva terminare con una cenetta romantica a due dopo aver messo a letto i nani presto, ma il Francese ha ben pensato di fare un sonnellino di mezz'ora alle 17.30 e quindi fino alle 21.30 non c'è stato verso di addormentarlo!
Ora siamo tutti stanchi, abbastanza catarrosi, ma ancora pieni di impegni: oggi c'è stata la Christmas breakfast con le alleate per me e lo spettacolo di Natale alla creche per il Francese, domani
goûter de noël per tutti i nani e mamma deve preparare il dolce per quella del Francese, giovedì un'altra goûter de noël alla parrocchia dove andavo a fare il corso di francese e spettacolo di Natale alla scuola dei nani grandi...e in tutto questo non riesco nemmeno andare a fare un po' di sport perché io ovviamente sono quella messa peggio a salute, del resto è da sempre il periodo per eccellenza in cui mi ammalo!
Adoro davvero questo periodo, anche se corro come una matta, preparo dolci, pianifico, organizzo, mi ammalo. Amo i miei bimbi che scrivono la letterina, che prendono la sorpresa del calendario d'Avvento, che respirano la magia del Natale. E amo sentire mia madre che pianifica il menù da mesi, amo decidere i regali, organizzare chi compra cosa e per chi, amo rivedere amici e parenti. Se qualcuno cerca la vera magia del Natale, venga a parlare con me!

mercoledì 7 dicembre 2016

Oggi mood mammamerda

Io sono una persona molto, troppo sanguigna. Fumina e permalosa. Io mi incazzo e poi generalmente mi scazzo da sola, ma tra una cosa e l'altra alle volte rischio di fare seri danni. Sono una che se potesse prendere a cazzotti il mondo per farlo girare contrario, probabilmente lo farebbe...
Non mi vanto del mio carattere, ho provato a nasconderlo, incanalarlo, a smussare angoli, ma ormai a trent'anni suonati ho capito che posso solo farci i conti quotidianamente. Ho imparato che chi mi sta vicino merita il mio sforzo per essere migliore, più che posso, ma deve anche conoscere e in un certo senso amare i miei limiti.
Con i figli però è tutto diverso. I miei figli quando ho i miei scatti d'ira, hanno paura. Non gli farei mai del male benintesi (anche se ammetto di aver quantomeno capito gesti estremi di madri contro i figli), può partirmi un ceffone, un urlo da Tarzan, ma ovviamente so controllare la mia rabbia. Però i miei figli guardano dentro i miei occhi con i fulmini e le saette, guardano al di là del mio sapermi controllare, loro mi guardano dentro e hanno paura. E li capisco perché alle volte mi chiedo cosa succederebbe se non potessi controllarmi.
Alle volte la semplice minaccia: "guarda che se non ti muovi, ti (s)vesto io in modo molto poco gentile!" li fa correre. Non voglio essere un dittatore, ma mi scopro esserlo. Non voglio un clima del terrore, ma alle volte trovo che l'unico modo per poter andare avanti sia quello di creare una linea ferrea da cui non transigere, pena l'incasinamento totale di ogni cosa. Non voglio usare la violenza, ma alle volte la mano mi parte quasi da sola.
Non so se questo vale perché mi faccio carico di loro costantemente, spesso da sola, senza un vero e proprio appoggio famigliare, non so se è colpa del mio carattere e del fatto che volente o nolente questo è lo stampo, non so se la colpa è delle "nuove generazioni" come ha ripetuto in continuazione mia suocera.
So solo che quando guardo la paura nei loro occhi mi avvilisco e mi sento davvero una mammamerda.

lunedì 5 dicembre 2016

Dialoghi di bimbi (stalker!) che crescono

Qualche mese fa, la Belva, che sa leggere dalla fine dell'anno scorso, sbirciava nel mio cellulare.

Io: ehi! Non si legge il cellulare degli altri senza permesso!
La Belva: perché no?
Io: perché magari chi scrive non vuole farti leggere. A te piacerebbe che io venissi a leggere nel tuo cellulare?
La Belva: sì, io ti farò sempre leggere nel mio cellulare. Sempre sempre!

Eh sì, come no, aspetta che ne riparliamo tra un po' di anni!


La scorsa settimana, in macchina con il Vitellino, che in famiglia è quello che più ha bisogno di routine e radici.

Il Vitellino: mamma io voglio tornare dove siamo già stati.
Io: in che senso? Intendi in vacanza?
Il Vitellino: sì, voglio tornare nei posti dove siamo già stati, come l'Islanda
Io: sai che alla mamma e al papà non piace visitare sempre gli stessi posti, no? Però quando sarai grande potrai andare da solo a vedere tutti i posti che abbiamo visto insieme.
Il Vitellino: ma no, mamma, io voglio andarci con te!
Io: vedrai che quando sarai grande non vorrai andarci con me, magari avrai una moglie, una famiglia.
Il Vitellino: no mamma, io voglio stare solo con te!
Io: ma scusa non vuoi una famiglia?
Il Vitellino: no!

Gulp! Un figlio che non si vuole schiodare di casa proprio no, per favore!!!!

mercoledì 30 novembre 2016

Facciamo il punto e andiamo avanti

I miei ultimi post sono stati un filino pesanti, quindi alleggeriamoci che è meglio.
Prima però giusto per essere chiari: i miei suoceri sono qua perché comunque ci stanno provando, sono qua per amore dei nipoti, non certo per me, ma sono qua perché tutti ci stiamo provando come è giusto in una famiglia.
C'è chi ci prova di più e qui faccio un po' la vittima, perché in fondo io sono quella che si sta smazzando cose che non le concernono, come il rapporto tra i miei suoceri e il Navigante e se non fossi scesa io per prima dal cucuzzolo, nessuno avrebbe fatto altrimenti, sebbene fossi io quella che è stata più colpita negli anni, e saremmo ancora tutti arroccati nel nostro eremo. E probabilmente ognuno in un eremo per i fatti suoi...
C'è chi ci prova di meno, se non proprio niente, lasciando la patata bollente nella mani di altri e aspettando che la situazione si sistemi. Alle volte aspettare con calma ha i suoi vantaggi, ma purtroppo ci sono situazioni in cui bisogna fare qualcosa, anche a costo di rovinare tutto. Magari non fare il panzer come faccio io, però darsi una mossa quello sì. E qui parliamo del Navigante, ma anche di sua madre, sono entrambi molti simili di carattere e la filosofia è "piuttosto che discutere, meglio chiudere ogni rapporto"...eh vabbè...
C'è chi ci prova, però dai a 70 anni mica è facile venire a patti con sè stessi e con gli altri; quindi ci sono scene esilaranti in cui loro rimangono interdetti da certe cose e non sanno cosa fare e cosa dire, tipo quando sabato la Belva aveva 38° di febbre, io le ho fatto fare la doccia (ricordatevi che io sono in Francia e il bidet non esiste, quindi ci si può lavare solo con la doccia) e per loro era una cosa assurda, ma non hanno detto niente, fosse stata mia madre come minimo mi avrebbe dato della mamma sciagurata; oppure momenti in cui sondano il terreno in maniera un po' impacciata per sapere come la penso, come quando il suocero mi è venuto a chiedere se poteva comprare al Vitellino una pistola o se la cosa mi disturbasse, mi disturba e parecchio, però vi vedete tre volte l'anno potrei mai dirti di no? Apprezzo comunque il gesto...
In quei momenti sembrano dei bambini che non sanno come comportarsi e mi fanno davvero un sacco di tenerezza. Per lo meno ci provano in qualche modo, però è evidente la loro difficoltà, il loro mettersi al passo con i tempi (per molte cose sono rimasti a quando hanno cresciuto i loro figli, più di trent'anni fa) è zoppicante, per non parlare del fatto che io ed il Navigante siamo una coppia al di fuori di moltissimi canoni a loro noti e non sanno come rapportarsi in primis con me, così differente da loro, in secondo luogo con loro figlio e la vita che si è creato.
Alla fine dei conti, come dicevo prima, siamo qua e stiamo provando a vedere come va. Ciò non toglie che sfido chiunque a non sbarellare dopo due settimane (di cui 10 giorni soli, senza marito) con i suoceri in casa. Già vivere insieme sotto lo stesso tetto è difficile con i parenti prossimi, anzi già è difficile con il proprio marito, figurarsi con persone con cui finora non ci sono state relazioni, ma solo scontri!

Vabbè comunque passando alla parte più leggera del post, oggi sono dovuta andare a cambiare delle calze comprate per la Belva (la febbre del weekend senza sintomi mi puzza di crescita e quelle calze erano troppo giuste): ho lasciato delle carinissime calze rosa e bianche con disegnini sbriluccicanti a forma di fiocco e cuoricino, per prenderne altre nere e bordeaux con strass e stelle fucsia.
Ho riflettuto sul fatto che sto arrivando a un altro step: il primo fino ai 2 anni circa il vestiario era tutto ciccicoccò, puccipucci, fiocchettini, rosa (che per altro detesto) e io mi ritrovavo a comprare alla Belva sempre cose nel reparto maschile (ottime per il Vitellino l'anno successivo); il secondo step arriva fino ai 5 anni con bimbe vestite fashion, ma sempre ciccicoccò, puccipucci, fiocchetini e rosa con declinazioni più decise come il fucsia, dove però riuscivo a trovare sempre qualcosa di valido. Ora ho dato un'occhiata ai vestiti dello step successivo, i 6-8 anni, e il primo pensiero è stato "non va nemmeno alle elementari!! Così la farò vestire forse alle medie!!!".
Ok devo mettermi in modalità "stanno crescendo fattene una ragione!".

domenica 27 novembre 2016

Suoceri e latitudine

In questi giorni rifletto molto, leggo in giro, mi incazzo, mi intristisco...insomma un'anima in pena che sbatte contro un muro di gomma di una situazione che non avrà mai fine.
Davvero il rapporto con i suoceri deve essere per forza di cose sempre problematico e poco naturale? No, perché sinceramente io non ho mai vissuto certe cose sulla mia pelle da piccola guardando mia madre che si rapportava con i genitori di mio padre, che tra l'altro sono stati genitori pessimi e nonni non proprio strabilianti e di cui, in generale, non ho mai avuto grande una grande opinione.
Mio nonno materno era invece un gran rompicoglioni, ma non solo con mio padre (lì aveva campo facile, mio padre è un permaloso fumino proprio come me!), lo era proprio con tutti, a partire da mia nonna che lo ha sopportato per 70 anni filati!
Abbiamo sempre fatto il Natale tutti insieme in casa mia, nella nostra grande taverna riscaldata dal fuoco del camino: tutti e quattro i nonni, mia zia sorella di mio padre con le sue due figlie, ogni tanto le altre due cugine, figlie del fratello di mio padre, più raramente la sorella di mia madre con i miei due cugini per una questione un po' geografica visto che vivevano a Milano. Poi c'erano i miei santoli (padrini di battesimo) e quelli di mia sorella, quando finivano di lavorare al ristorante; poi nei ritagli di tempo tra pranzo e cena in quei tre giorni passavano un po' tutti gli amici e i parenti, un vero e proprio porto di mare, non si faceva altro che mangiare, bere e chiacchierare. Ora che siamo cresciuti e tanti sono lontani spesso ci si ritrova lo stesso, spesso siamo solo la mia famiglia e i miei santoli, spesso c'è qualche amico, ma c'è sempre una marea di gente, su questo non ci piove!
Era così che vedevo la mia futura famiglia. Quando con il mio ex siciliano mi sono trovata in vacanza da lui insieme ai miei genitori che erano stati invitati da suoi per l'estate, ero la persona più felice del mondo! La madre di lui aveva già fatto un pensierino per venirci a trovare su, loro che non si spostavano mai. Anche se abitavamo a più di 1000km di distanza potevamo riuscire a concretizzare questa grande famiglia che ho sempre desiderato. Poi il siciliano era un cretino e il sogno è sfumato.
L'altra domandona che mi frulla ed è sostanzialmente correllata alla prima: come ci si deve porre di fronte alle evidenti differenze tra Nord e Sud? No perché io vengo da una famiglia del profondo Nord che passava le sue vacanze al Sud, se possibile, e non facevo altro che sentire i miei dire quanto il Sud fosse bello e quanto i terroni (così mio padre chiama i meridionali, ma senza nessuna connotazione negativa) fossero gente stupenda. Ciò non toglie che ho comunque vissuto sentendomi diversa, come se andassimo in vacanza all'estero per capirci, ma non per questo migliore, solo diversa culturalmente parlando, diversa per le usanze e il cibo e la visione in generale del mondo.
Sbattere contro il continuo "e ma al sud è tutto meglio" non solo dei miei suoceri, ma anche di miei amici e colleghi mi fa incazzare abbestia!! Una volta un pugliese è venuto a dire a me, friulana, che "eh però i vini della Puglia vuoi mettere?!"...cioè machedavero?!?!? IO SONO FRIULANA!!! Non dico che i vini della Puglia facciano schifo, però DAIII!!!!!
Mi fa incazzare perché non capisco cosa voglia dire meglio se alla vigilia di Natale al sud si mangia la pasta con le vongole, a me per esempio le vongole fanno schifo come fa ad essere meglio?! Non capisco cosa significhi che Napoli è meglio perché ha delle bellezze incredibili quando ci sono mille altre città d'arte dove si possa girare senza il terrore di essere derubati o schivando immondizia. Non capisco quando mi si dice "e ma da voi fa freddo" visto che quando ho vissuto a Taranto c'è stata la neve, forse la neve di Taranto è più calda di quella di Udine? Non capisco perché sia meglio quando si va al bar a bere un caffè piuttosto che andare a bere un aperitivo.
Ma, sopra ogni altra cosa non capisco perché quelli del Sud possono tranquillamente sputare sentenze sul Nord, invece tu del Nord guai, guai anche solo osare di pensare che il Sud non ti piace, che in fondo preferisci casa tua o magari l'estero per X motivi, siammai!!!!! Così fai il solito razzista pieno di pregiudizi, così sei quello che fa di tutta l'erba un fascio "che i meridionali mica sono tutti uguali" anche se il punto non è mai quello!
Ho vissuto in Friuli, in Puglia, in Emilia Romagna, in Liguria, ho fatto lunghi periodi in Veneto, in Sardegna, in Campania e in Sicilia, poi sono uscita dall'Italia ho vissuto in Spagna e in Francia, lunghi periodi in Inghilterra, da piccola ho girato moltissimo e per lungo tempo Austria e in generale l'est Europa. Di ognuno ho da raccontare episodi belli e brutti, sensazioni negative o positive, di ognuno ho ricordi che mi toccano il cuore, ma solo al Sud Italia se entro in una discussione dove si parla di queste cose, mi trovo attaccata appena dico come la penso, così come vengono attacati i miei principi, la mia cultura, la mia quotidianità, la mia terra e questo viene da ogni tipo di persona, istruita o no, viaggiatrice o no. Solo dai siciliani ho sentito dire la frase che io dico sempre: siamo diversi, due mondi completamente diversi. E se io preferisco il mio mondo o comunque non mi piace il tuo mondo, non vedo perchè dovrei scusarmi o sentirmi una polentona razzista!

giovedì 24 novembre 2016

Quando basta una frase per scatenere l'inferno

Oggi è stata una giornata lunga e psicologicamente devastante, iniziata stamattina con la frase: "e vabbè ma tu all'inizio avevi un sacco di pregiudizi verso noi del sud", detta a me, che prima di mettermi con il Navigante stavo con un siciliano, che più a sud di così andavo solo in Africa. La cosa strana è che mi ci sono sempre trovata bene in Sicilia e, in particolare, con la famiglia super terronica del mio ex.
Invece con la famiglia del Navigante non c'è mai stato verso, non mi sono mai sentita accettata e mi sono sempre sentita un po' "quella del nord", una frase che dava alla mia diversità geografica una velatura smaccatamente negativa, che a me, nata e vissuta in una regione di cammino, a contatto con ben due diversi stati, proprio non andava giù non essere accettata per la mia diversità.
Quindi quella frase ha provocato un vero e proprio tzunami, perché va bene tutto, ma non diciamoci cazzate e mettiamo allora tutte le carte in tavola. Quindi sono scese tante carte, numeri e figure, di ogni segno, colore e mazzo, roba che a un certo punto ho iniziato ad avere delle palpitazioni preoccupanti, ma forse quelle sono causate dal caffè che sto ricominciando a bere, visto che sto stettando pian piano il Francese.
Sono ancora un po' scossa e mi ritrovo a fare i conti con una situazione che proprio non so gestire, mi ritrovo a dover parlare io, quando invece avrebbe dovuto farlo il Navigante, con due persone che in fondo non conosco perché non sono mai scese a patti con me, con noi, con la nostra vita e che mi hanno sempre dato l'impressione di guardarmi con sospetto.
Ora però ci sono i nipoti e magicamente pare che io sia una persona splendida, una madre fantastica, la nuora migliore dell'universo e tutto quello che ho sempre sentito sulla mia pelle, ma anche con le mie orecchie, non è mai davvero esistito o comunque è stato travisato.
Mi sono trovata a parlare della situazione delicata che abbiamo passato io e il Navigante l'anno scorso, che faccio fatica a parlarne con lui, figurarsi con i suoi, e degli errori che sono stati fatti da parte loro e da parte del Navigante nel loro rapporto, che, voglio dire, io cosa mai posso saperne visto che non li ho mai praticamente visti insieme?
Mi sono sentita rinfacciare cose che non dovrebbero essere rinfacciate a me, ma a loro figlio, mi sono sentita dire che loro giustificano il figlio per i suoi comportamenti e che io avrei dovuto parlare con loro di quello che il figlio gli nascondeva (tipo avrei dovuto essere io a dirgli che volevamo sposarci, che evidentemente dirgli di farlo non bastava e avrei dovuto prendere la situazione in mano...cioè sottolineamo che avevo 23 anni e non li conoscevo quasi?), quindi in ogni caso fondamentalmente lui ne esce come quello giustificabile, io invece no, almeno così sembra a me. Ho dovuto fare da psicologa, ho dovuto fare l'empatica, ho trattenuto lacrime, mentre loro ancora credono di avermi accolta a braccia aperte, di aver dato il meglio di loro, di essere stati sempre dalla mia parte mentre io, e poi la mia famiglia, i soliti polentoni razzisti avvolti di nebbia che sputano sul sud e che credono che sotto al Po ci sia solo la mafia!
Mi rendo conto che con questa famiglia, partendo dal figliol prodigo che ho sposato, se non scendo a compromessi io non lo fa nessuno e se nessuno scende a compromessi la colpa è comunque mia. Io che vengo sempre additata per quella caterpillar, per quella che non sente ragioni, per quella che, anzi, vuole le ragioni sempre dalla sua parte, si trova costantemente durante tutta la sua vita nella situazione che o mette da parte completamente sè stessa o tutto va a rotoli.
Quando ho lasciato il mio ex siciliano mi ero ripromessa che da quel momento io sarei venuta prima di tutto e tutti, perché avevo 22 anni, ma avevo dato già troppo agli altri, tralasciando quello che ero io: con il siciliano che non faceva altro che dire quello che dovevo o non dovevo fare (in particolare non avrei dovuto manco parlare con altri uomini...posto che lavoravo in un ambiente militare "leggermente" maschile...); con il mio primo amore, 6 anni in cui i miei desideri erano costantemente schiacciati, ridicolizzati e, ovviamente, messi al bando; con i miei genitori che non prendevano mai nemmeno in considerazione quello che io o mia sorella pensavamo.
Ora ne ho 33 di anni, tre figli, una vita che mi sono creata dal nulla, ma non è cambiato un cazzo! Se non avessi messo da parte una buona fetta di me non avrei creato questa vita e anche se ci fossi riuscita l'avrei mandata in frantumi di sicuro l'anno scorso.
Comincio a pensare che la mia vera me sia qualcosa di incompatibile con il resto del mondo, una specie di bomba ad orologeria da disattivare il prima possibile, o più semplicemente il capro espiatorio di tutti i mali. Un po' come il Vitellino che in un modo o nell'altro è sempre lui a sentirle, anche quando c'è ampiamente concorso di colpa.
Giornate come questa mi distruggono, giornate come questa mi fanno sentire altamente inadeguata, giornate come questa rendono ogni mio passo incerto e minano le poche certezze che mi sono creata, giornate come questa mi fanno venire voglia di scappare lontano da tutto e da tutti. E pensare che hanno detto cose davvero molto carine di me, ma alla fine mi sento solo responsabile per tutti gli errori, per tutte le mancanze mie, ma anche loro e del Navigante, mi sembra come che, in fondo, se io non avessi detto, fatto, provato, voluto, determinate cose, tutto sarebbe andato meglio, come se fondamentalmente tutto sia a causa mia e del mio carattere.
Una sensazione sgradevolissima che mi ha accompagnato per tutta l'adolescenza che a quanto pare non mi molla neppura da adulta. Voglio uscirne qualcuno mi aiuti!

lunedì 21 novembre 2016

Iniziati i 10 giorni più lunghi dell'anno...

Settimana più che intensa con l'arrivo dei suoceri martedì scorso. Ne ho già parlato precedentemente di quanta tensione stessi incamerando e il loro arrivo non ha certo aiutato, anzi. Ho cercato di sbollire andando a correre, ma non ho potuto fare nemmeno quello in serenità perché mi trovo sempre a doverlo fare incastrandomi in tutto il resto del menage familiare e quindi mi sono ritrovata con i capelli bagnati in macchina mentre andavo a recuperare il Navigante, il che ovviamente mi ha fatto venire il raffreddore.
E allora ho sbollito con una gridata da pazza isterica verso il suddetto marito, of course, in cui ho fatto di tutto un calderone e il poverino si è trovato a far fronte a tanta di quella roba che non ha nemmeno osato fiatare. Gli argini non hanno retto, hanno ceduto lasciando scorrere mesi di silenzi e rimuginazioni infinite.
Questo, unito a un intero pomeriggio di shopping, a una birra in relax soli soletti, alla spesa senza nani, a 9km di corsa insieme e a un pranzo fuori pre partenza per i nostri 11 anni insieme, hanno ristabilito un po' di pace, quantomeno per i miei nervi. I suoceri ben contenti di sciropparsi i nani senza noi di mezzo, i nani un po' meno contenti di essere abbandonati da sta madre degenere che li abbandona così impunemente.
Quando poi i nani sistematicamente si vendicano di questo abbandono con comportamenti assurdi (Francese che mi si incolla alle gambe urlando come un ossesso, Belva che fa capricci buttandosi per terra, Vitellino che non fa altro che urlare e andare contro le regole), i suoceri non capiscono. Li guardano dicendo al Navigante che lui non si era mai comportato così (risposta del Navigante: anche perché sennò mi arrivava un ceffone nel giro di un secondo) e mi fanno due occhi tanti quando dico che è normale, che non sono abituati a stare tanto senza di me, con persone che non siano me e quindi me la fanno pagare. Invece per loro è normale che debbano avere un legame forte solo perché sono i nonni e io non capisco come possano pretendere ciò, se iniziano a farsi vivi nella loro vita adesso dopo tutti questi anni.
Ma non capisco un sacco di cose, come loro non ne capiscono tante altre, la nostra è una storia cominciata male che mai si sistemerà (ho accennato qualcosa qui). Ci tocca questa convivenza forzata perché è giusto che i bambini stiano un po' con i nonni, perché i nonni vogliono recuperare tutto il tempo perso, perché mio marito si è messo in testa che ho bisogno di una mano, però guarda caso fino a che erano i miei che venivano questa preoccupazione non c'era...
E quindi il Navigante è partito ieri pomeriggio e io per 10 giorni sono sola con sti due in casa, con cui non ho niente da spartire se non il loro primogenito e i loro nipoti. Sta piovendo da ieri pomeriggio e le previsioni non danno cenni di miglioramento. Evviva.

mercoledì 16 novembre 2016

Salisburgo e castelli di Ludwig II

Voglio assoutamente fare un post sul bel giro fatto tra Austria e Germania durante le vacanze de Touissant, perché sono zone che vale la pena visitare, soprattutto con dei bambini.
Questo l'itinerario, completo di attrazioni e ristoranti, ho tralasciato giusto i chioschetti dei bretzel che abbiamo provato un po' dappertutto e che non ha senso segnalare, in quanto credo non siano sempre permanenti.

Noi l'abbiamo rinominata la vacanza dei castelli, perché ogni giorno abbiamo visitato almeno un castello e nessuno se n'è mai annoiato, perché in ognuno c'era qualcosa di particolare, un dettaglio, una storia che lo rendeva interessante.
A Salisburgo la fortezza di per sè non ha lasciato il segno, ma la funivia per raggiungerla, il museo interattivo delle stanze dei principi, la visita con audioguida (dove anche i bambini avevano la loro personalissima audioguida in italiano) e il museo delle marionette le hanno dato tutto un altro sapore. Quello che sicuramente i bimbi non dimenticheranno di questa città è il fantastico museo di scienze naturali Haus der Natur, che ci ha preso un pomeriggio intero, ma che probabilmente avrebbe meritato almeno una giornata. Causa maltempo e parcheggio per camper iper costoso (si può sostare a Mirabellplatz anche la notte, è centrale e molto comodo, ma per i camper la tariffa è addirittura doppia rispetto alle automobili 36€/24h!!!!) abbiamo lasciato Salisburgo a malincuore dopo solo 24 ore con la promessa però di ritornarci durante la bella stagione.

Anche il lago di Chiemsee mi ha lasciato un po' di amaro in bocca: andarci durante la bassa stagione lo rende magico per certi versi, ma molti servizi sono assenti, in particolare i traghetti per le isole. Comunque siamo riusciti a vedere Herrenchiemsee e questo ci è bastato, ma sarebbe stato bello poter fare un giro anche sull'isola delle donne, godendo del traghetto e non rintanandosi all'interno causa gelo!

I castelli di Ludwig II sono stati il fulcro di questo viaggio. Per visitarli ci sono varie possibilità, tra cui un biglietto cumulativo per i castelli di Linderhof, Herrenchiemsee e Neuschwanstein, a cui abbiamo aggiunto il biglietto per Hohenschwangau che è il castello dei genitori di Ludwig II e si trova di fronte a Neuschwanstein; in questo castello veniva spesso invitato Wagner che dalla finestra poteva ammirare uno splendido lago il quale divenne l'ispirazione per la sua famosa opera Il lago dei cigni.
In tutti i castelli vi è un visita guidata obbligatoria di mezz'ora a un orario ben preciso segnalato sul biglietto, che permette di mantenere un afflusso costante di visitari nelle varie stanze; noi siamo riusciti a farne una in italiano a Linderhof perché era arrivata una corriera di italiani poco prima di noi, altrimenti le altre sono state tutte in inglese. Pensavo che per i bambini sarebbe stato pesante e noioso, invece abbiamo avuto solo un po' di problemi quando il Francese era sveglio, perché non voleva stare nella fascia, ma gattonare in giro, fortuna che mezz'ora passa veloce! A Herrenchiemsee inoltre abbiamo ricevuto un foglio in italiano con le spiegazioni di base per ogni stanza e questo ha tenuto occupata la Belva che leggeva, mentre a Neuschwanstein ci hanno dato una specie di ricetrasmittente dove ascoltavamo la guida che parlava in un microfono e per i due nanetti grandi è stato molto divertente seguire la spiegazione in questo modo.

Nessun problema per il cibo: io ho passato le mie vacanze di infanzia in Austria, non conosco il tedesco, ma se mi si da un menù in mano tutto mi è chiaro! Solitamente ci sono menù per bambini, altrimenti penso che sarà facile accontentarli con bretzel, wurstel e patatine no? Per il Francese invece non ho avuto dubbio propinandogli le zuppe della casa (solitamente di zucca e/o patate) o gli spatzle, piccoli gnocchietti tipici anche in Alto Adige.
Avendo girato con il camper non ho grosse dritte per gli alloggi, ma, se potete, usate come base Oberammergau, il paesino merita davvero una passeggiata, soprattutto se si hanno dei bambini. Noi purtroppo siamo arrivati nel tardo pomeriggio e ci siamo mossi solo per uscire a cena quando era buio, ma i bimbi ancora parlano della casa dove c'era disegnata la storia di Cappuccetto Rosso!

Infine per spezzare il viaggio, ci siamo fermati a Genova per una mattinata all'acquario e devo dire che è stato il momento più faticoso della vacanza. Innanzitutto con il camper è stato l'inferno: c'è solo un parcheggio, decentrato, caro, senza servizi e con forse una decina di posti; poi era domenica quindi c'era molta gente all'acquario, il che ha reso la visita un po' difficoltosa e non mi dilungo troppo, perché vorrei evitare le solite critiche sugli italiani cafoni...L'acquario ovviamente è piaciuto moltissimo ai bimbi, ci sono tantissime varietà di pesci da guardare e alcune si possono anche toccare, ma trovo che il prezzo sia un po' altino e le spiegazioni poche, forse sono troppo abituata ai musei interattivi che si trovano un po' ovunque; in compenso la focaccia che ci siamo scofanati all'uscita è stata come me la ricordavo, ossia magnifica!

lunedì 14 novembre 2016

Very high pressure

Questa semi settimana appena passata (qui venerdì era festivo) è volata e mi pare di non aver combinato un cappero di niente. Volevo innanzitutto scrivere un post qui e sul mio sito riguardo al nostro viaggio in Baviera, ma sono giusto riuscita a terminare la mappa. Nelle due ore di siesta di oggi del Francese mi ero ripromessa di farlo, ma si sta svegliando ogni quarto d'ora, la qual cosa non mi fa concentrare a sufficienza, quindi ho deciso per un post lamentoso.
Volevo passare del tempo in famiglia tranquillo e sereno, invece i tre nani si sono comportati nel modo più antipatico possibile, con capricci, pianti, notti in bianco causa denti che rompono, ma non arrivano, e quel poco che avevamo programmato è diventato un mezzo incubo e non ci siamo goduti niente, se non la domenica tra amici a mangiare raclette, che però non ha niente a che fare con il tempo di qualità tra di noi che mi ero immaginata.
In più mi è pesato fare qualsiasi cosa, ero talmente stanca che ho rifiutato un pomeriggio di shopping offertomi dal Navigante rientrato in anticipo dal lavoro mercoledì. Ho posticipato a stamattina dicendomi che la mattina è meno stressante, meno gente, meno traffico e sono stata ripagata con un Francese pieno di dolore ai denti e febbre, che mi ha costretto non solo in casa, ma inchiodata al letto, perché se mi muovevo di un centimetro attaccava la sirena! Sono riuscita ad alzarmi in tempo solo per andare a prendere il pane e gli altri due a scuola. Almeno mi sono un po' riposata...
Non parliamo poi dei pensieri che mi si stanno affollando in testa e non mi danno tregua, ho tanta rabbia inespressa, tante cose da dire, tante cose da ascoltare riguardo a una situazione che per il Navigante ormai è morta e sepolta, perché tanto lui ormai sta bene ed è a posto con sè stesso. Lui, ovvio. Perché come sempre il fulcro di tutto è lui, se lui si sente bene e a suo agio, tutto è perfetto e non serve fare troppi drammi da donnette psicolabili. Vabbè...
In tutto questo aggiungiamoci che domani si va a raccogliere i suoceri all'aeroporto, che vengono qui per darmi una mano, questa la scusa. In realtà il Navigante doveva andare via tre settimane quindi ho acconsentito ad un aiuto, ma poi le tre settimane si sono tramutate in nemmeno 15 giorni, però i suoceri vengono comunque e per tre settimane. Tutto ciò mi è inspiegabile. Vuoi far venire i tuoi genitori? E falli venire quando ci sei pure tu, non mi scassare i cosidetti mollandomeli qui, adducendo come falsissima scusa il fatto che mi serva una mano! A settembre e a ottobre me la sono cavata più che egregiamente senza nessuno, che mai come ora il proverbio "meglio soli che mal accompagnati" mi calza a pennello, non vedo perché devo immolarmi costantemente sull'altare della patria, da sola per giunta! Soprattutto dopo che invece io mi sono sentita dire di tutto e di più per il fatto che lui ha dovuto sorbirsi la mia famiglia in casa per ben 3 giorni quando è rientrato dall'ultima missione lunga, quando invece lui voleva godersi da solo la sua famiglia. Che poi la mia famiglia fosse venuta per il compleanno della Belva e io quindi fossi riuscita ad organizzare la festa, cosa altrimenti impossibile , nonché mi avesse dato una mano nei mesi antecedenti durante la sua assenza e la mia gravidanza, in cui ho avuto qualche problema di salute, questo non conta proprio niente, ovviamente, visto che non aveva niente a che fare con lui.
Ok, ho un sacco di rabbia repressa da far uscire, ma inizia a fare freddo e sono troppo stanca per andare a correre tutti i giorni come facevo un po' di tempo fa, qualcuno mi da qualche dritta su come fare prima che scoppi come una pentola a pressione otturata?!

lunedì 7 novembre 2016

Ariecchime!

Ed eccomi qua, dopo più di due settimane belle piene.
Ho passato prima dieci giorni dai miei insieme a mia sorella e la sua famiglia: 4 loro, 4 io e i nani, 2 i miei che fa un totale di 10 persone che passano la giornata a mangiare, berciare, litigare, mangiare, urlare, mangiare...di sicuro anche se abbiamo un lato austriaco, quello italiano è decisamente preponderante! Da un lato mi sono un po' rilassata, smollando il naname a mia madre e godendomi un po' di libertà e chiacchiere con la Sister, da quando è in Inghilterra vedersi è difficile, la qual cosa decisamente non ci piace, ma così è. D'altro canto però mi sono sciroppata notti corte, perché la tisana post cena con tanto di partita a carte durava anche fin mezzanotte, mentre la sveglia dei nani era sempre la stessa, nonchè i molari che spingono per uscire, un piacere che il Francese non smetteva di sottolineare.
Il Navigante è poi arrivato giusto in tempo per Halloween e per una cena tutti insieme in un ristorante stellato pagata da mia madre per la pensione e che ha usato come esca per averci lì tutti insieme...ste mamme che fanno trappole pure quando hai più di trent'anni!!
Dopo la super cena, siamo partiti in camper per visitare Salisburgo e i castelli di Ludwig II in Baviera, di cui vi parlerò prossimamente. Luoghi davvero magnifici in cui mi sono sentita a casa, dove sono riaffiorati ricordi, dove i profumi e i sapori erano familiari e pure la lingua non così ostica come credevo; d'altro canto non potevo sperare che anni di vacanze in Austria non lasciassero tracce.
Sto giro eravamo un po' più accampati del solito, perché le temperature erano rigide e il nostro riscaldamento non funzionava (usavamo i fuochi della cucina per riscaldare la mattina!), inoltre abbiamo fatto le valigie in due tempi diversi (un po' io prima di partire, un po' il Navigante) e si è visto, per non parlare dei vari pacchi di spesa e vestiti che mi sono portata a Tolone e che erano stipati dappertutto. Vabbè era un prova generale che abbiamo comunque brillantemente superato, quindi stiamo già organizzando la settimana di vacanza pre natalizia tra mercatini di Francia e Germania!
Ora è tempo di routine, di pomeriggi pigri, di adeguarsi a temperature fredde, al buio presto e al vento gelido (me n'ero andata che si arrivava ancora a 25°!!), ma soprattutto di lavatrici e di riordino generale!

giovedì 20 ottobre 2016

Una mamma cresciuta in Francia

Sono una mamma cresciuta in Francia; quando sono arrivata qui ero infatti una mamma bis, ma da solo due anni e dovevo imparare ancora tanto sui miei figli e su di me come mamma e lo sto facendo giorno per giorno in una terra non mia, impregnata di culture diverse, circondata da amici, ma raramente da parenti.
So come funziona la scuola francese, mi sono abituata ai suoi orari stravaganti e alle vacanze che arrivano quando non ti sei nemmeno abituata al ritmo scolastico; sono nel consiglio di scuola da tre anni ormai e so di cosa di parla alle riunioni, cosa ci si aspetta da me come rappresentate e cosa aspettarmi come mamma di alunni.
Ormai mi sono rassegnata al bonbon a scuola come in piscina, alla feste di compleanno dove ci sono solo dolci, alle gouter in cui il gateau au chocolat la fa da sovrano, ai menù dell'asilo che non proprio raramente comprendono anche fritti e dolci, alle mini porzioni quando si pranza o si cena da amici, alla non presenza di tovaglioli e tovaglie e a dover chiedere sempre il pane, che altrimenti non ti arriva.
Mi pare normale trovare sempre un giochino a disposizione mentre si aspetta, che sia in un ristorante, in farmacia o dal dottore, così come avere parchi divisi per età e ben recintati, menù apposito con giochino un po' dappertutto e tante attvità da poter fare in famiglia o solo per loro, come ormai non mi sembra più strano vedere genitori che smollano i figli a destra e a manca per avere un po' di tempo per sè, né dover insistere affinché si fermino a bere o a mangiare qualcosa alle feste di compleanno.
Di contro conosco lo sguardo di quelli che mi vedono, o sanno, che allatto ancora il Francese, so cosa pensano del fatto che ancora dorma nella nostra camera, che si addormenti con qualcuno vicino e che non lo lascio piangere un quarto d'ora prima di andare a vedere cosa succede. Lo sguardo peggiore comunque è dei vecchietti che si trovano nei paraggi quando arriva un capriccio, uno strillo, un pianto, soprattutto quando non si riesce a gestire la situazione velocemente e senza troppo rumore, mentre in Italia lo sguardo peggiore è quello di chi ti guarda come una pazza quando dici di avere tre figli fatti in quattro anni e di non disdegnarne un altro, anche se sai che non lo farai perché stai rientrando in Italia, mentre se rimanessi in Francia...chi lo sa! In fondo qui la famiglia con tre figli è quasi lo standard e quelle con quattro o cinque (o più!) non sono poi così rare.
I miei figli non sono abituati a sorrisi e chiacchiere con un qualsiasi sconosciuto sul treno, ma sanno che salutare non è solo cortesia, ma un dovere morale, anche se si tratta di dover salutare, baciando per giunta (ma questo ai miei figli lo risparmio!), per la terza volta nella giornata sempre la stessa persona. E lo sanno da quando vanno al nido e la direttrice si aspettava un cenno di saluto anche dai bimbi di quattro o cinque mesi (giuro!!! Però la vecchia direttrice, invece quella nuova, che è più giovane è anche decisamente più easy...).
Sono una mamma cresciuta in Francia con dei figli che hanno vissuto più della metà della loro vita in Francia e per tutti sarà un vero shock culturale rientrare, per me come mamma, per loro come figli, ma pur non avendo parchi divisi per età, menù speciali, giochi per intrattenerli saprò che il calore umano della gente mi farà ricordare cosa significa rilassarsi anche se i bambini sono stanchi e fanno le bizze e potrò finalmente smettere di dire in continuazione, anche al parco, "non urlate"! E forse tante cose che faccio come mamma sembreranno strane, ma tante altre ritroveranno finalmente un significato.

mercoledì 19 ottobre 2016

Weekend tranquillo e vacanze in arrivo!

Avevo iniziato a scrivere questo post lunedì mattina, ma questa settimana il Francese ha deciso di farmi tribolare per la siesta pomeridiana, quindi sono riuscita a terminarlo solo oggi!

Un weekend tranquillo, quello appena passato, con il Navigante di nuovo a casa e qualche giretto qui nei dintorni per approfittare delle belle giornate dopo i giorni di pioggia, ma senza affaticarci troppo, che la prossima settimana iniziano le vacanze e saranno belle intense.
Innanzitutto grazie a un coupon di Groupon abbiamo visitato un allevamento di lama a Six Four les Plages, niente di straordinario intendiamoci, ma è stato carino passeggiare tra questi animali, accarezzarli e conoscerli un po' più approfonditamente. Il prezzo che loro propongono (5€ gli adulti e 4€ i bambini dai quattro anni) è un pochino eccessivo, in fondo si tratta solo di entrare in un recinto con una trentina di animali e leggere un paio di pannelli esplicativi, invece il prezzo pagato con Groupon (13€ se non ricordo male) è stato corretto. Ci sono anche un paio di tavolini per il picnic o per prendere qualcosa da bere e qualche piccolo souvenir da poter comprare, ma non aspettatevi grandi cose; in futuro comunque ci sono alcuni progetti legati alla lavorazione della lana dei lama, come atelier per bambini, in particolare durante le vacanze scolastiche che durante l'anno sono molte (2 settimane ogni 6 di scuola + due mesi estivi).
Siccome la visista è stata più veloce del previsto, invece di fermarci a mangiare lì, ci siamo spostati al parco di Le Pradet che ospitava anche una piccola fiera autunnale, simile a quella visitata il giorno prima a Le Beausset. La fiera di Le Pradet era davvero piccola, ma molto allegra e dal gusto pù paesano, quella a Le Beausset, invece, è stata più interessante a livello gastronomico (anche i ristoranti del paese si sono adeguati creando un menù autunnale appositamente per la giornata) e diverse erano le attività proposte, dalle dimostrazioni culinarie dello chef stellato del hotel cinque stelle che si trova a Le Castellet, che ha patrocinato l'iniziativa, alle iniziative per i bambini come i giochi di legno messi a disposizione e uno stand in cui venivano organizzati degli atelier gratuiti di cucina per i bambini.
Ormai ho imparato ad apprezzare le fiere gastronomiche francesi, dove il poco regna sovrano: pochi stand, poche attività, poco cibo; non si va a queste sagre per mangiare come dei bufali e passarci la giornata intera, si va per assaggiare, per scovare qualche chicca, per passare un paio d'ore prima di pranzo, per scoprire un nuovo paesino e fare un aperitivo con le degustazioni presenti. Ritornare alle nostre rumorose, affollate e goderecce sagre sarà uno dei tanti shock culturali!
E ufficialmente da oggi pomeriggio iniziano le vacanze di Toussaint (Ognissanti): due settimane il cui piano è partire sabato io e i nani in aereo (primo viaggio sola con tre...è solo un'ora d'aereo, ce la posso fare!) per andare a casa mia, dove c'è anche la Sister con famiglia arrivati oggi direttamente dall'Inghilterra; poi farsi venire a prendere con il camper dal Navigante e rientrare, con due giorni di ritardo rispetto all'inizio della scuola, passando per Austria e Germania. Poi vi racconterò tutto, promesso ;)

mercoledì 12 ottobre 2016

Quando sei expat certe cose rimarranno sempre dei misteri

Ormai dopo tre anni abbondanti qui in Francia, davvero capisco tutto e riesco anche ad adattarmici.
Capisco il senso di voler fare una cosa il prima possible e togliersela di torno senza pensarci più, come per esempio comprare cartelle e materiale scolastico per l'anno nuovo a giugno (!!!) quando ancora la scuola deve finire (qui finisce a inizio luglio).
Capisco il voler rincorrere le offerte che qui arrivano periodicamente, non si scappa quindi: a giugno appunto troveremo i materiali scolastici, a settembre divani, letti, biancheria di casa (non si capisce tutta sta voglia di cambiar divani a settembre...), in autunno grandi offerte su tutto il quotidiano tipo salute, cibo da colazione, formaggi (si fa scorta per l'inverno tipo formiche), a marzo il mobilio da giardino per la stagione calda che sta per arrivare.
Capisco, anche se già di meno, il volersi organizzare per tempo su feste e avvenimenti vari, che qui la gente ha sempre mille impegni, mille figli con altrettanti impegni e una routine che guai a scombussolarla, insomma fare la spesa decisamente non è una priorità, infatti la spesa online e il cibo da asporto sono un must to do se vivi qui.

Però, ecco, proprio no, non ce la faccio a capire com'è che non siamo nemmeno a metà ottobre, ancora prima del primo round di vacanze dall'inizio della scuola, e già iniziano ad arrivare per posta i cataloghi dei giochi per Natale e nei supermercati iniziano a essere venduti panettoni e dolcetti da appendere all'albero!! Fateci almeno festeggiare Halloween prima no?!?
A qualche expat disperato: il Lidl vende un fantastico pandoro della linea natalizia La Favorina (di cui consiglio anche i biscotti austriaci a forma di cuore ricoperti di cioccolata con la marmellata dentro e i dolcetti con uvetta e pasta di mandorle) che viene fatto nello stabilimento della Bauli...chi vuole intendere, intenda...Io ce ne ho già uno pronto da aprire per la colazione di sabato insieme al Navigante!

martedì 11 ottobre 2016

Pipì, bugie e sensi di colpa

La questione pipì per me è molto spinosa. Ho un odio profondo verso i pannolini, che siano lavabili o u&g, quindi il mio obiettivo è quello di eliminarli il prima possibile, quantomeno di giorno e quindi quando ho trovato terreno fertile ho iniziato a seminare, nel senso che ho insegnato a non avere più bisogno del pannolino. Sono assoluta sostenitrice dell'insegnamento al vasino che parta da subito, non credo all'essere pronti, a meno che non si vogliamo aspettare età per me francamente assurde.
La Belva a 20 mesi, il Vitellino a 2 anni si sono trovati prima con mutandine trainer, poi senza pannolino; è stato piuttosto semplice perché avendoli messi fin da neonati sul lavandino/water/vasino ad ogni cambio conoscevano l'oggetto, non c'è stato nessun trauma quindi, solo qualche rottura in più per loro che dovevano mollare i giochi per sedersi a provare.
Quello che bisognava fargli capire era quando andarci e come avvisare, rimanendo molto vigili per beccare l'eventuale momento giusto; due bimbi, due storie: la Belva faceva così tanta pipì che le probabilità di perderne qualcuna erano altissime, in compenso ha cominciato ad avvisare fin da subito, al contrario con il Vitellino era facilmente individuabile il momento della pipì, ma per quanto riguarda l'avvisare...alle volte ancora adesso devo dirgli di andare a fare pipì e spesso mi dice che non ha bisogno, mentre due minuti dopo è in bagno a farla. Ieri in piscina si toccava, ma pur di non ammettere che doveva fare pipì mi ha raccontato una storia assurda che gli bruciava la pipì, gli dava fastidio...ho pure controllato per scrupolo...sta di fatto che tanto ha detto, tanto ha fatto che alla fine non è riuscito a trattenerla e se l'è fatta addosso! Mi sono arrabbiata tantissimo, non per la pipì in sé, che soprattutto dopo le bevute in piscina può capitare, quanto per le bugie e le storie raccontate pur di non andare in bagno.
Per quanto riguarda la notte invece ho sempre aspettato che fossero asciutti per qualche tempo prima di togliere tutto, in quanto durante la notte la pipì non è qualcosa di conscio che si può allenare, ma qualcosa che riguarda la chimica, la genetica e le situazioni.
Quindi il Vitellino ha tolto il pannolino la notte dopo l'arrivo del Francese, anche se probabilmente avrei potuto farlo prima, ma ero troppo sfinita per pensare anche a quello, inoltre non volevo ricadute per la nascita del fratello. Ogni tanto capitano incidenti, non mi importa più di tanto, ma per lui invece deve essere un guaio perché inizia a raccontarmi e a raccontarsi bugie: "sai mamma non ho fatto pipì, ho solo sudato tanto" questo entrando nel mio letto per una coccola mattutina...immaginate me, nel torpore del sonno, che ascolto queste parole e quindi so che sta entrando nel MIO letto tutto pisciato!! Hulk...
La Belva...eh, la Belva invece non è ancora nemmeno andata vicino a togliere sto benedetto pannolino notturno, è proprio fuori dalle sue possibilità. Ci sono addirittura dei pomeriggi in cui fa la siesta che fa pipì e la cosa peggiore è che non se ne accorge proprio, rimane bagnata delle ore!! Quest'estate c'è stato un periodo in cui non si bagnava e quindi abbiamo tentato, visto che anche lei non vede l'ora di levarsi questa croce, ma dopo qualche giorno le pipì sono ricominciate e nemmeno portandola a fare pipì a metà notte (cosa che aborro, ma che ci ha chiesto lei!) la cosa ha funzionato, perché una volta siamo arrivati che era già in un lago.
In tutto questo ogni pipì, ogni bugia diventa per me momento di angoscia, di senso di colpa, di riflessione profonda, perché si sa che la colpa è sempre della mamma che non sa gestire emotivamente una situazione, di un papà che spesso e volentieri è assente, di una famiglia al di fuori dai canoni, dalla routine, dalla normalità...insomma ecco come ci dipingo nella mia testa bacata e ecco come mi si insinua il fottuto senso di colpa per aver scelto questa vita, per essere quella che sono, per aver deciso di seguire il lavoro del Navigante lasciando questi bimbi senza radici.
Tutto questo per qualche incidenti di pipì e naturali bugie dell'età, perché razionalmente lo so, ma chi me lo dici che in effetti non stia sbagliando tutto, rovinando inesorabilmente la vita dei miei bimbi? Quando poi rimango sola qualche tempo mi faccio delle pippe mentali che manco Freud...poi me ne rendo anche conto, ma ciò non toglie che continuino a venire e a farmi impensierire. Bello essere mamme eh?!

sabato 8 ottobre 2016

Ampia riflessione sul tempo per sè e l'essere mamma

Da brava madre degenere questa settimana senza Navigante ho messo il Francese alla creche per tre mattine e non per fare lavatrici, preparare qualche pietanza in anticipo, riordinare la casa. Nossignore, l'ho messo alla creche per tre mattine e nell'ordine: lunedì ho corso 50 minuti e al rientro mi sono fatta una luuunga doccia da sola e nel silenzio più totale, mercoledì sono andata in palestra a fare zumba e avendo una mezz'oretta libera prima del corso mi sono fermata da Kiabi a vedere un po' di sconti usciti in settimana (però mannaggia alla fine ho comprato solo per i due nani grandi, invece volevo comprare qualcosa per me!) e infine venerdì di nuovo corsa lunga, un'ora con le mie scarpe nuove, quelle per cui sto continuando a correre nonostante mi abbiano annullato la gara che volevo fare.
Mi dico che la creche è utile nel caso abbia bisogno di una mattina per fare qualche visita o meglio ancora se inizia il corso di francese per il DELF livello C1, ma nel frattempo quelle due ore in cui lo abbandono alla creche da mamma degenere diventano due ore per i mie cacchi.
Ora le mamme italiane generalmente gridano alla scandalo: coooomeeee??? Tuuuu, che non lavori, che sei a casa, che hai pure la ragazza che ti pulisce casa una volta a settimana (due ore: pavimenti+bagni...santa subito!) sbatti il pupo al nido per avere due ore libere tutte per te?!?!
In fondo, ma molto in fondo, qualche volta do un po' di ragione a queste voci, più che altro perché so che il nido non è l'ambiente adatto per un bambino così piccolo e che l'ambiente familiare sarebbe l'ideale. Nonni forever, se ce li avessi vicino.
Non fraintendetemi, non è che smani di smollare mio figlio al primo che passa, ma solo chi vive constantemente con bambini intorno, passando periodi più o meno lunghi in cui non c'è nemmeno il marito con cui scambiare due chiacchiere, può sapere quanto sia alienante arrivare a fine giornata dopo aver parlato solo due lingue: il bambinese e una lingua che non è nemmeno la tua (o magari due se ti incontri con expat inglesi). Il cervello fuma.
Quindi quelle mattine con la musica a palla e il sudore che scorre a fiume, i pensieri che viaggiano, le gambe che non si fermano e infinite docce bollenti, diventano il mio momento di ricarica durante il riesco a far scivolare fuori tutto lo stress che mi assale per gestire, spesso sola, tre bimbi che non fanno 10 anni insieme, incanalando la mia aggressività che purtroppo è un caposaldo del mio carattere e non è certo il punto forte del mio essere mamma. L'aggressività è il mio punto dolente, che unita alla poca empatia e alla pazienza inesistente mi fanno diventare un Hulk in gonnella, non esattamente l'esempio migliore nell'educazione di tre figli.
Quindi ho imparato e sebbene sia una mamma italiana, ho osservato le mamme straniere e ho capito che c'è bisogno di una valvola di sfogo per non essere travolte da tutto quello che comporta la gestione di casa e famiglia. Sono arrivata qui che da brava mamma italiana volevo fare tutto: tenere una casa perfetta, crescere due figli perfetti, essere perfetta in ogni occasione; sono arrivata qui più esaurita che mai. Me ne andrò sapendo di avere dei grossi limiti, ma che è possibile ridimensionarli e riuscire a incastrare tutto e l'unico modo per farlo è senza annullarsi, che è quello che succede il più delle volte a una mamma italiana.
Non è solo colpa dello Stato che non da aiuti, delle aziende che ti licenziano, dei mariti che pretendono e non fanno, la colpa è gran parte nostra che ci sentiamo messe sotto pressione sempre e quello che vogliamo è fare tutto, bene, benissimo, dimostrare che ce la possiamo fare anche se siamo donne e mamme. E invece non ce la possiamo fare se non esaurendoci, perché non è umanamente possibile farlo: abbiamo bisogno di aiuti e quindi il marito che si muova da quel divano e cambi pannolini, abbiamo bisogno di non essere troppo critiche e quindi anche se c'è un po' di polvere in casa non morirà nessuno, abbiamo bisogno di rilassarci chiacchierando con le amiche o sudando in palestra e quindi spazio a qualcun altro nella gestione dei bambini, che i nonni servono a crescere bene quanto i genitori (e ve lo dico io che purtroppo i nonni li ho tutti lontani e i piccoli ne soffrono tantissimo), abbiamo bisogno di essere umane e non solo mamme, mogli, lavoratrici.
Quando ho chiamato il blog L'angolo di me stessa, l'ho fatto perché non riuscivo a trovare un altro posto dove poter essere davvero me, avevo capito che avevo bisogno di uno spazio mio che nella vita reale non trovavo. Dopo tre anni in Francia, tanto lavoro interiore e di coppia, tanta osservazione e spirito critico verso più comunità straniere, tutti gli equilibri sembrano essersi ristabiliti e ognuno ha il proprio spazio, me compresa, e infatti la vita in famiglia è molto più semplice, molto meno tesa.
Sarà dura tornare in Italia con questa nuova me...

PS: in tutto questo non siamo la famiglia del Mulino Bianco però i miglioramenti fatti bisogna ammettere sono proprio tanti e, quindi, come racconto il brutto di me e della mia vita, per una volta voglio raccontare anche il bello. E dare conforto e confronto a chi ci sta lavorando.

giovedì 6 ottobre 2016

Malinconico autunno

Oggi è una giornata calma, lenta. Una giornata passata passeggiando con il Francese tra mercato e parco, tra parco e spiaggia. Entrambi con la giacca messa alle otto prima di uscire di casa per accompagnare i due grandi a scuola e tolta solo una volta che siamo rientrati verso le undici, quando il tempo, fatto di nuvole nere e vento fresco, stava minacciando pioggia.
Oggi è una di quelle giornate malinconiche, forse la prima vera giornata d'autunno in cui il termometro non arriva ai 20° e il cielo non fa che ricordarti che l'estate è finita, inutile sperare. Ma è malinconica anche perché per la prima volta sono stata al parco con il Francese, per lasciarlo giocare un po', senza scarrozzarmelo in giro tra supermercati e negozi, e vederlo lì che si arrampica sullo scivolo mi ha stretto il cuore, ricordandomi come passa il tempo.
Passa il tempo per loro, che crescono a vista d'occhio tutti e tre, in particolare questo ultimo cucciolino che credo rimarrà il più piccolo di casa, la qual cosa, non avrei mai creduto, mi riempie di una tristezza infinita. L'idea di non coccolare più una pancia, di non allattare, di non fare più notti folli, invece che rendermi felice, mi stringe il cuore.
E passa il tempo per noi, come singoli e come coppia, che l'altro giorno decidevamo di partire insieme per la prima avventura expat in Spagna e ora siamo già alla fine del nostro secondo espatrio e dovremo gestire il rientro nostro e di altre tre piccole menti.
Per me l'autunno è così, la stagione che accende colori caldi, emozioni lente, pensieri che rasentano la tristezza; se poi sono da sola e la mia giornata è come quella di una trottola finché tutti e tre non sono crollati nel letto, anche peggio, abbiate pazienza.

domenica 2 ottobre 2016

Riassunto e spoiler

E ieri infine abbiamo festeggiato il compleanno del Vitellino e in piena allerta orage, come per la Belva. Cioè, due compleanni, due temporali e quindi due feste di compleanno in casa invece che al parco. Fate vobis...
Da quando è tornato il Navigante non ho fatto altro che organizzare feste e vacanze varie (molti giri in ballo stay tuned!) da qui a febbraio, mi è pure tornato il ciclo (seconda volta post Francese) e ho continuato imperterrita a correre aggiugendo un paio di sedute zumba in palestra, anche se la corsa che volevo fare da quattro anni a questa parte è stata annullata causa plan vigipirate per gli attentati. E' una corsa che viene fatta annualmente qui a Toulon per raccogliere fondi a favore della ricerca contro il cancro al seno e ogni anno c'è stato qualcosa che mi ha impedito di farla: il primo anno ero appena arrivata, l'ho scoperto troppo tardi e ancora non avevo ripreso a muovermi dopo la nascita del Vitellino (sono comunque più di 7 km da fare!), il secondo anno a inizio settembre ho subito il raschiamento, il terzo anno mancavano meno di due mesi all'arrivo del Francese, infine quest'anno hanno deciso di stroncarmi annullandola!
Vabbè poco male, ormai ho iniziato ad allenarmi, ho comprato delle scarpe decenti e qualche volta riusciamo pure a incastrare un'uscita tutti insieme: la Belva e il Vitellino in bicicletta, il Navigante spingendo il passeggino con il Francese sopra, e io che arranco! Alle volte mi faccio un po' prendere la mano dalla mia vecchia me sportiva e soprattutto competitiva, ma per adesso riesco a mantenermi su ritmi decenti senza affanno.
In tutto questo però domani mattina all'alba il Navigante riparte e a me toccano altri 10 giorni da sola e ho un po' perso lo spirito ottimistico dell'altra volta, grazie anche ai continui capricci causa stanchezza dei due grandi e all'ormai inarrestabile Francese che ha deciso che distruggere casa è il più bel gioco al mondo.
Pazienza, so che sopravviverò e passati questi 10 giorni ci sarà un bel weekend lungo da passare tutti insieme con gli amici, poi da mercoledì 19 cominciano le vacanze suddivise tra casa mia, senza Navigante, ma con tutta la mia famiglia (viene pure mia sorella dall'Inghilterra!) e Austria e Germania, in camper con il Navigante. Come al solito una vita tranquilla...

mercoledì 28 settembre 2016

Disneyland Paris con bimbi piccoli (ma solo se non allattate...)

E alla fine, tra mille incastri, siamo riusciti a partire per il weekend dedicato ai due grandi; in casa nostra infatti nessun regalo materiale per il compleanno, ma un viaggio, un'esperienza da vivere tutti insieme e quest'anno abbiamo deciso per Eurodisney.
Prima dell'acquisto del camper avevamo pensato di alloggiare negli hotel che sorgono subito fuori dal parco, invece avendo il camper abbiamo sfruttato la notte per viaggiare e risparmiato sull'alloggio. C'è un grande parcheggio per i camper proprio alla fine dei tapis roulant che portano al parco (non parcheggiate vicino, a meno che non siate pronti a sopportare musichine e annunci dalla mattina presto fino a sera...), con area di servizio, acqua e bagni (che sarebbero per i conduttori di bus, ma che possono essere utilizzati), niente elettricità però. Il costo è di 35€ al giorno da rinnovare ogni mattina, ma in tre giorni nessuno è passato a controllare.
Noi, approfittando anche di un'offerta del momento (controllate sempre il sito, ogni periodo ha le sue offerte) 3 giorni al prezzo di 2 per entrambi i parchi, siamo partiti venerdi tardo pomeriggio e rientrati lunedì notte organizzandoci in questo modo: sabato e lunedì Disneyland, domenica Studios, in questo modo siamo riusciti a fare e vedere praticamente tutto e, sebbene nel weekend ci fosse stata la maratona di Eurodisney, non c'era poi così tanta gente, le code erano abbastanza fattibili e quelle troppo lunghe, tipo al padiglione delle Principesse, sono state rimandate al lunedì, giorno in cui l'afflusso era decisamente minore e quasi tutte le attrazioni si potevano fare senza aspettare (però al padiglione delle Principesse abbiamo comunque fatto quasi un'ora di coda!).
Devo dire che pensavo ci fossero molte più giostre che i miei nani di 4 e 5 anni non potessero fare, invece non solo hanno provato praticamente tutte le attrazioni (comprese le montagne russe al buio di Nemo e la casa dei fantasmi), ma in moltissime ho potuto far salire anche il Francese! O sono cambiati i tempi o io ho memoria che alcune attrazioni che ora sono per tutti, una volta sarebbero state solo per grandi...mah...
Come impressione generale devo dire che le attrazioni sono più belle negli Studios, ma le decorazioni, l'ambiente di Disneyland sono davvero incredibili! Non mancate di vedere gli spettacoli proposti perché alcuni hanno emozionato me, figurarsi i bambini! Bambini che ovviamente sono stati a dir poco radiosi, anche se alla fine dei tre giorni decisamente un po' stanchini...

Piccola nota dolente: se viaggiate con un neonato la vita non è così facile. Se da un lato potrete usufruire di un pass speciale (Baby switch) per cui farete solo una volta la fila (esempio pratico: mamma con bimbo fa la fila, papà con neonato aspetta fuori; quando mamma finisce l'attrazione il papà può fare l'attrazione con il bimbo senza rifare la fila) dall'altro tanto piccole comodità non esistono, ad esempio nei bagni, che in generale secondo me sono in numero appena sufficiente, non si trova sempre il fasciatoio, soprattutto nella parte maschile. Se provate a cambiarli fuori dai bagni sicuramente troverete qualche inserviente ligio al dovere che vi richiamerà sottolineando che non si può cambiare il pannolino a un neonato all'aperto. E vabbè...
Ma non solo! Purtroppo, è successo a me personalmente che una ragazza che faceva da spartitraffico in un'attrazione particolarmente affollata, mi ha bloccato mentre allattavo il Francese! Essendo in coda, non sono certo uscita, ma mi sono seduta in parte per allattare, sono stata però fermamente ripresa, la ragazza mi ha fatto staccare il bimbo adducendo come scusa che non si può mostrare il seno ( che coooosaaaaa?????? O_o) e che c'era una zona apposita all'ingresso (Baby care center, vicino a dove si noleggiano i passeggini). Ovviamente a fine giornata sono andata immediatamente a fare un reclamo alla City Hall (vicino all'ingresso) dove mi hanno confermato che assolutamente potevo allattare, si sono scusati e mi hanno chiesto come potevano "risarcirmi"; io ho chiesto solo che la cosa venisse fatta presente e che non capitasse ad altre. Sono stata gentile, perché una cosa del genere potrebbe anche essere da denuncia...credo comunque che la ragazza avrà una lavata di capo non da poco...
NdR: io poi ho allattato lo stesso in coda, in piedi, camminando...che diglielo tu al Francese che doveva aspettare di uscire dalla coda e ritornare all'ingresso per poter avere tetta!

venerdì 16 settembre 2016

Stremata

Ero partita davvero con le migliori intenzioni, volevo godermi questa settimana sola con i bambini, senza stressarmi per il cibo, la casa sporca, i panni da lavare che ormai al terzo figlio ho capito che non serve a niente se stai da sola cercare di far quadrare tutto, qualcosa non riesce mai. E se fosse stata una settimana normale, tutto sarebbe stato semplice, sarebbe scivolato liscio.
Invece no, siamo partiti con la gastroenterite per tutti e tre, una zecca sul collo della Belva martedì e una zecca sulla testa del Francese mercoledì, un inserimento alla creche del Francese che è disastroso, tanto che mi domando che senso ha farlo andare in queste condizioni, mica lavoro che sono obbligata a mettercelo, una Belva che fa le crisi isteriche...a scuola! cosa mai successa in tre anni, io con la candida che non mi lascia da tutta la settimana e un ascesso nel dente del giudizio che ovviamente non posso curare se non con metodi naturali visto che allatto. Ah, e non vorrei tirarmela, ma il Francese è di nuovo con la cagarella, dalle undici ho dovuto cambiarlo 4 volte!
Sono stremata.
Anzi stremata è dir poco. Vorrei scomparire nel divano e non uscirne fino a data da destinarsi. Più cerco di essere tranquilla ed empatica, cosa per me davvero difficile, più mi si stagliano prove davanti che mettono macigni su questo mio cammino. So che da quadrata non posso diventare rotonda, ma so che posso farcela almeno a smussare qualche angolo in situazioni normali. Quando invece diventa tutto complicato lo sclero è facile e impossibile da trattenere.
Le lacrime pure. E scusate il post depressivo.

domenica 11 settembre 2016

Karma? Sfida? Sfiga?

Ok lassù qualcuno ha uno spirito dell'umorismo che non capisco oppure ha deciso che a me le cose facili non devono capitare.
Sono sola per una settimana con i tre per la prima, sono fiduciosa nelle mie capacità per la prima volta...e i tre prendono entrambi la gastroenterite, insieme.
Ha cominciato il Vitellino, che aveva già avuto diarrea la scorsa settimana e che aveva finito i fermenti lattici giovedì. Arrivo di sopra e lo trovo nella cacca, nel vero senso della parola, non avendogli messo il pannolino perché lui non lo usa da un po' e perché aveva finito la diarrea da qualche giorno, ho dovuto cambiarlo tutto: pigiama, lenzuola, traversina.
Intanto che lo lascio sul water vado in camera mia a cercare le lenzuola pulite che sono sotto al mio letto. Do un'occhiata al Francese, il suo letto è...VUOTO!!!! Panico!!! Mi guardo intorno e me lo ritrovo sul mio letto addormentato, quindi per tirare fuori le lenzuola devo fare i miracoli per non schiacciarlo nè svegliarlo.
Dopo aver rifatto il letto e aver lavato il Vitellino, cerco di spostare il Francese dal mio letto per avere almeno un posto dove dormire che non fosse il suo lettino Ikea. Non faccio in tempo a chiudere occhio che il Vitellino riesce dalla stanza per andare in bagno, io apro la luce e vedo che ha tolto il pannolino in camera, ma che tra camera e bagno non è riuscito a trattenersi quindi ho una striscia di cacca da paura >.<
Lavo tutto, lui e il pavimento e lo rimetto a dormire. Tornerà in bagno un'altra volta senza grossi disastri. Nel frattempo il Francese spuzzetta a tutto andare e la mattina corro per metterlo sul water e scopro che anche lui ha diarrea, ha poi avuto un'altra scarica dopo un'oretta.
E infine la Belva, che ancora fa pipì dormendo (cioè scrive e legge a 5 anni però fa pipì nel letto...vabbè...), si sveglia dicendo che ha fatto tanta pipì, si toglie il pannolino e si ritrova con le mani nella cacca perché non è pipì quella del suo pannolino...Ovviamente la cacca è anche sul water e sul pavimento del bagno che viene lavato per la terza volta...mai stato così disinfettato in tre anni sto bagno! Per fortuna lei non ha avuto altre scariche.
E quindi ora sono in coma con tre bambini mezzi acciaccati, ma ancora abbastanza in forze per litigare o frignare o urlare o correre o distruggere...No, così non ce la farò mai!

sabato 10 settembre 2016

Sola con tre di loro...

E quindi eccomi qua: il Navigante è dovuto partire una settimana in Norvegia per lavoro, ovviamente viaggio non in previsione, che ha fatto saltare tutti i nostri piani (tanto per cambiare...) e lasciandomi per la prima volta sola con le tre belve da gestire.
Molti mi chiedono come faccia, molti danno per scontato che sia normale farlo senza troppe discussioni, molti propongono gli aiuti più disparati, alcuni mi dicono che sono proprio brava a gestire tutto, pochi sanno cosa in realtà vuol dire.
Stare da sola e gestire tutto, chi mi legge da un po' lo sa, mi pesa da sempre e con l'arrivo dei nani ancora di più, non sono una brava madre single, non ho la pazienza necessaria, l'organizzazione perfetta, la forza di affrontare tutto da sola senza la forte spalla che è mio marito. Non mi vergogno di questo perché per me la famiglia è noi due a cui si sono aggiunti i nanetti, ma grazie a quello che noi due abbiamo creato, non io sola, non lui da solo, ma noi due.
Solitamente quando parte sono molto nervosa, poco flessibile con i nani, anzi direi che potrei essere una buona signorina Rottermeier e, soprattutto, non riesco a rilassarmi nemmeno mentre dormo, sono sempre tesa come una corda di violino e sento sulle spalle la responsabilità totale di queste creature, una responsabilità che ovviamente non mi sento in grado di affrontare da sola. Ovvio che poi lo faccio, gestisco tutto, con fatica e spesso con momenti davvero bui tra di noi, perché anche loro non sono proprio degli zuccherini quando papà parte.
Questa volta però mi sento più a mio agio nelle vesti di mamma single, forse è dovuto al fatto che ormai la Belva e il Vitellino sono autonomi in buona parte delle cose, forse sono entrata in quella fase zen da mamma tris che nulla ti scalfisce, forse mi voglio solo infondere un po' di coraggio e ottimismo perché per ora ho solo gestito una cena di avanzi e una messa a nanna (però con nani molto molto stanchi senza siesta e con sveglia presto! Bisogna darmene atto!).
E come un mantra mi ripeto: ce la posso fare, senza troppi strilli, ce la posso fare, senza troppe incazzature, ce la posso fare, senza fare un omicidio triplo, ce la posso fare!

martedì 6 settembre 2016

Le spiagge del Var che abbiamo provato

E per finire in bellezza quest'estate, anche se qui le temperature continuano a rimanere belle alte e quindi la stagione non è decisamente ancora finita, una piccola carrellata delle spiagge che abbiamo scoperto nei dintorni in questi mesi.

Plage de l'Argentière a La Londe des Maures
Avevo addocchiato questa spiaggia ancora l'anno scorso, cercandone una che avesse un po' di ombra per starci tutto il giorno con i nani, ma per un motivo o per un altro non ero riuscita ad organizzarmi per andarci. Quest'anno è stata la prima spiaggia che ho deciso di provare per un'intera giornata al mare con il trio e mi è piaciuta talmente tanto che ho raddoppiato la visita insieme a degli amici.
La spiaggia si divide in Est ed Ovest, quest'ultima è la zona dove si trova una grande pineta che arriva fino vicino al mare, perfetta per un picnic tanto che a pranzo ci sono sempre grandi tavolate di famiglie che ne approfittano per un pranzo in riva al mare.
L'acqua non è dei limpidissima, ma è molto calda, la sabbia vicino alla pineta è mescolata ad aghi di pino, ma il parcheggio è gratuito e subito dietro alla spiaggia (arrivando per le 10 si trova pure posto all'ombra senza difficoltà), ci sono bagni e docce, oltre a qualche ristorante/bar poco distante e un piccolo centro commerciale che divide la zona Est dalla Ovest a 10 minuti a piedi.
Con tre bimbi piccoli è il meglio!

Plage de la Garonne a Le Pradet
Una spiaggia di facile accesso, subito sotto la strada che da Le Pradet porta al piccolo porticciolo dell'Oursinière dove si affaccia l'Oursinado, un ristorante di pesce abbastanza rinomato. Sulla strada c'è un parcheggio gratuito che rischiate di trovare pieno se si arriva troppo tardi.
La spiaggia, racchiusa tra il ristorante l'Essentiel e il centro nautico, ha una parte centrale di sassi che divide due zone di sabbia ed è servita da alcune docce; l'alto muro che la divide dalla strada da qualche ora di ombra, ma solo alla mattina.

Plage de la Capte nella penisola di Giens

Una lunga lingua di sabbia, un'acqua cristallina che per arrivare alla vita devi farti i chilometri, tante famiglie: questa è la Capte, la spiaggia sulla parte est in entrata alla penisola di Giens a Hyeres.
Ci sono docce e bagni, però non proprio vicinissimi, parcheggi gratuiti un po' dappertutto e svariati commerci nei dintorni, ma nemmeno un filo di ombra sulla spiaggia.
E' una zona particolarmente turistica e frequentata da famiglie con bambini per l'acqua calma e bassa che continua con la spiaggia successiva, quella della Bergerie.

Plage de la Badine nella penisola di Giens
Una via di mezzo tra le spiagge turistiche e di facile accesso all'entrata della penisola e le callette più difficili da raggiungere che ne caratterizzano la punta, ottima per chi come noi preferisce qualcosa di un po' più selvaggio, ma è accompagnato da tre nanetti sotto i sei anni.
E' una spiaggia di sabbia dove poter praticare un sacco di sport, come kayak, paddle, vela, windsurf, in quanto ci sono due circoli che affittano tutto il necessario, per questo motivo sono moltissimi i giovani che la popolano. Se si ha voglia di fare due passi in più sulle rocce, c'è una spiaggia con un bar un po' meno affollata e poi inizia il sentiero del litorale e le varie callette di acqua turchina.
Niente docce, ma due bagni chimici nel corto sentiero di sabbia (comunque fattibile con passeggino, se lo si tira invece di spingere) che collega la spiaggia con il parcheggio gratuito e ombreggiato, anche se non gigantesco.

Plage de la Vieille a Saint-Mandreir-sur-Mer
Proprio di fronte a Toulon c'è una penisola che inizia con la Seyne sur mer e finisce con Saint-Mandrier-sur-Mer, che si può raggiungere con un traghetto allo stesso prezzo di una corsa in autobus. Noi abbiamo fatto così, siamo scesi al porto e abbiamo poi fatto una camminata di una ventina di minuti circa fino a raggiungere questa spiaggia che si trova proprio di fronte Toulon. In realtà c'è anche una fermata prima del porto più vicina a questa spiaggia, ma noi non lo sapevamo!
La spiaggia, di sabbia, è grande, ci sono le docce, un campo da beach volley e anche una piccola pineta con un paio di panchine, però non è sorvegliata e il primo posto di soccorso è a 300 metri, sulla spiaggia du Touring.

martedì 30 agosto 2016

L'Islanda per bambini

Prima di partire per un viaggio controllo sempre quanto la meta possa essere più o meno interessante per i bambini, perché ovviamente la vacanza è per tutti, non solo per me ed il Navigante. L'ho fatto ovviamente anche per l'Islanda, avevo capito che era una meta molto kids friendly (e non stentavo a crederci, dopo aver visitato buona parte del nord Europa), ma mi domandavo sul serio cosa potesse intrattenerli, perché ok le cascate, ok qualche escursione, ok paesaggi nuovi, ma avevo paura che dopo un po' sopraggiungesse la noia di cotanta natura.
Dopo 17 giorni posso dire che l'Islanda non è solo una meta kids friendly, ma anche una nazione che offre svariate possibilità per farli svagare al di là della magnifica natura che s'incontra solo lì. Ecco quindi cosa fare in Islanda con bambini:
  • le piscine immancabili in qualsiasi sputo di paese, tanto che c'è pure un sito internet con le info basilari di tutte le piscine in Islanda. Vabbè, direte voi, una piscina non è sto gran divertimento, fatta una volta basta, eppure con l'acqua calda, gli hot spot fino ai 42°, l'angolo bambini spesso con scivoli per ogni età, braccioli e giochi a disposizione, nonchè facilities gratuite per i piccolissimi (dal fasciatoio al seggiolone e/o bacinella sotto la doccia) e non (phon, sapone sotto la doccia, armadietti con chiave), è stato uno dei nostri passatempi preferiti per rilassarci noi grandi, per vedere contenti i piccoli. Al contrario dei parchi, che se piove o tira vento non sono proprio gradevoli, le piscine sono usufruibile anche a 8° e pioggia (esperienza diretta!) perché tanto sono calde e tu ti infili con la testa in acqua fino alle orecchie mentre loro scorazzano tra una pozza d'acqua e l'altra con una nonchelance che manco in spiaggia a Toulon (lì di solito vengono a chiedere l'asciugamano che hanno freddo!!! Valli a capire...)! Al di là delle blasonatissime Blue Lagoon e Myvatn Nature Bath, si possono trovare piscine termali sparse dappertutto (e a prezzi ridicoli, la più costosa è stata quella di Reykjavik a 900 isk ad adulto, generalmente stavamo sui 500 isk ad adulto, i bimbi sotto i 6 anni sempre gratis), ce n'è pure una nella penisola di Snæfellsnes che ha un'alga speciale che rende la pelle liscissima, ma l'idea di nuotare in una piscina verde di alghe non è proprio piaciuta alla Belva (e manco al Navigante a dir la verità...)
  •  i musei uno non va certo in Islanda per i suoi musei, però però io un po' di curiosità sulla loro cultura ne ho avuta, e anche tanta, e dopo l'inaspettato successo del museo di Losanna, non mi spaventa nemmeno portarci i bimbi (ovvio che per il Louvre aspetteremo un pochino...), anzi ho scoperto che è un momento in cui possono imparare davvero molte cose. In Islanda i musei sono incentrati sul come si viveva una volta, sul come hanno imparato a vivere su una terra dove è la natura a comandare e, soprattutto, sui Vichinghi che l'hanno colonizzata. Purtroppo il museo di cui avevo sentito parlare benissimo e sembrava assolutamente da vedere, il Settlement center a Borgarnes, è l'unico quasi infattibile con bimbi dell'età dei miei nani: la visita si fa solamente con un'audioguida (la quale, bisogna ammettere, è presente in moltissime lingue) ed è spesso troppo prolissa per loro, tanto che alla fine siamo riusciti a visitare solo la prima parte, quella sull'insediamente vero e proprio, ma non quella sulle saghe soprattutto per un Francese molto nervoso e perché poi anche gli altri due si sono fatti sopraffare dalla noia (sottolineo che ci hanno fatto pagare il biglietto però ci hanno detto che se non avessimo goduto della visita a causa dell'età dei nani, ci avrebbero rimborsato). Altri sono stati invece per tutti noi molto interessanti: il museo delle balene a Husavik con tanto di scheletro intero di svariati tipi di balene, il Vikingworld a Reykjanesbær poco lontano dall'aeroporto di Keflavik dove si può salire su una nave vichinga ricostruita e funzionante (a onor del vero il biglietto è un po' caro, ma all'esterno c'è anche una mini fattoria e un parco giochi in cui però ci si può andare senza pagare il biglietto del museo), Eiríksstaðir ossia la casa di Eirik, il vichingo che per primo colonizzò le coste americane, precisamente la Groenlandia (ancora prima di Colombo!), e suo figlio Leif, a Búðardalur non tanto per la casa in sè, ma la spiegazione molto dettagliata della stessa, che giustifica il prezzo del biglietto un po' più caro della media, infine lo Skogar museum poco distante da Skogafoss, una delle cascate più visitate del paese, dove si può scoprire la vita in Islanda grazie alla ricostruzione di alcune case, una vecchia scuola, nonchè la parte del museo su comunicazioni (dove c'erano esposti cellulari di un'altra era...la mia quando ero al liceo!!!!! >_<) e trasporti.
  •  la fauna qui gli animali sono liberi, nel loro habitat naturale e scovarli spesso è difficile, ma seppure i nani abbiano visto solo qualche coda di balena, delle pulcinelle di mare che volavano velocissime e la testa di qualche foca sbucare dall'acqua, per loro è stata un'avventura che non si scorderanno facilmente. Ovviamente ci siamo riempiti gli occchi anche di pecore, che sono dappertutto e ti attraversano la strada all'improvviso, e dei docilissimi cavalli islandesi, sui quali abbiamo anche fatto un piccolo giretto in una fantastica guethouse super kids friendly (la più economica, se non contiamo l'appartamento a Reykjavik, anche più degli ostelli, il che non guasta!) e da tenere assolutamente in considerazione come stop anche di un paio di giorni.
  • le camminate tutti a usare il passeggino fino a età assurde perché "i bambini si stancano", senza rendersi conto che se li lasciate in un parco divertimenti tutto il giorno non si fermano un secondo! I bambini camminano eccome, anche se non sono abituati a farlo, basta solo dare l'input giusto (dai che mangiamo il fruttino sul ghiacciaio, dai che vediamo una cascata enorme, vediamo chi è le champion de la randonnèe...) e cominciare a spiegare quello che ci circonda, contare gli scalini se ci sono le scale, fargli notare le piccolezze che il loro occhio curioso non coglie, ma di cui va matto. Noi non siamo una famiglia di quelle con lo zaino super figo da trekking che facciamo le vacanze segnando i percorsi da fare a piedi, però non è un'attività che disdegnamo ed è stato bello farlo in questa terra e con i nostri bimbi. La più apprezzata è stata sicuramente la camminata a Kjarnaskogur (il sito è in islandese, questo invece quello in inglese del comune di Akureyri), un piccolo bosco (gli islandesi lo chiamano "foresta" e ne vanno molto fieri...ma vi assicuro che è poco più di un bosco!) alle porte di Akureyri dove si può camminare, fare picnic nelle aree apposite con tanto di barbecue e zone coperte, scoprire parchi giochi nascosti dagli alberi o al di là di ponti su piccoi ruscelli d'acqua...insomma avevo programmato una piccola visita svago a fine giornata, ma ci stava passarci qualche ora in più.
Per quanto riguarda invece le cose più pratiche non c'è niente che possa mancare: fasciatoi, angolo giochi (alle volte vere e proprie stanze giochi come a The Laundromat café a Reykjavik), menù dedicati (immancabile fish and chips, ma anche hamburger, pizza - stendiamo velo pietoso - toast prosciutto e formaggio o anche semplicemente il menù degli adulti, ma a porzioni ridotte) e alle volte presentati con pastelli su fogli per colorare, passeggini gratuiti, parchi sempre attrezzati (ma visto il tempo tante volte non utilizzabili), entrate in qualsiasi attrazione gratuite al di sotto di almeno 6 anni, se non di più. Insomma la pacchia per chi ha figli!
Infine se per caso passate nel periodo in cui c'è la maratona di Reykjavik (terza settimana di agosto), sappiate che in contemporanea fanno la giornata della cultura, tutto è aperto, inoltre ci sono moltissime manifestazioni, angoli dove privati cittadini offrono waffles e pancake gratuitamente, dei gonfiabili in tutto il parco intorno al lago Tjörnin, in centro città, e persino un villaggio vichingo sulle sponde del lago. Non mancate di iscrivere i bimbi alla kids marathon, è stata una delle esperienze più belle di tutta la vacanza per i miei bimbi, hanno corso 550m dopo un riscaldamento fatto con un clown e un pinguino e hanno ricevuto maglietta + medaglia; avrei potuto iscrivere anche il Francese, ma non lo sapevo.

Credo davvero di aver detto tutto, ma se qualcosa è poco chiaro o avete altre curiosità chiedete pure!

mercoledì 24 agosto 2016

La nostra Islanda tramite foto


Mi sono state richieste foto...e allora che foto siano...
Lasciamo parlare loro e ricordo che le ho fatte con il cellulare causa Vitellino sfascia-fotocamera.

Thingvellir National Park

Ancora Thingvellir...si passeggia anche con la pioggia!
Geyser Stokkur, forse l'esperienza più bella della vacanza!

Gullfoss.

Il vulcano del ghiacciaio Eyjafjallajökull, che ha bloccato l'Europa intera nel maggio 2010

Spiaggia nera di Dyrhólaey

Il ghiacciao più grande d'Europa, Vatnajokull.

La laguna ghiacciata di Jokulsarlon

Porto di Hofn

Spiagge nere di Djupivogur

Una delle mille chiesette super fotogeniche che si trovano lungo tutta l'isola.

Come sopra :D

Parco giochi a Seydisfjordur, con il terreno di lava!

Seydisfjordur, che con un raggio di sole si è colorato di mille colori!

Una delle escursioni fatte, questa verso la cascata le cascate Hengifoss e Litlanesfoss

Saenautasel, se volete provare sulla vostra pelle come vivevano i vostri bisnonni
E come per le chiesette, anche le casupole non sono da meno come fotogenicità

La vista mattutina da uno dei nostri alloggi ostello: un cottage in riva al fiordo.

Grundarfjordur, che ci ha regalato due giorni di pioggia e arcobaleni

Il cratere Saxholl nel Snæfellsjökull.

Stykkisholmur, vista dall'alto

Il piccolo ferry che ci ha portato sull'isola di Videy, giusto di fronte a Reykjavik

La cattedrale di Reykjavik che riprende la colonne basaltiche della cascata Svartifoss

E infine quello che rappresenta al meglio Reykjavik e il suo carattere nordico...ovviamente siamo andati a mangiare e ad allattare!!!!