martedì 29 dicembre 2015

A Me Stessa

Ieri il Francese ha compiuto un mese. Con gli altri due sembrava che il tempo non passasse mai, invece ora mi sembra ieri che ero ancora incinta, non so se sia per la tranquillità di questo bimbo o per la mia, ma sto vivendo questa maternità in maniera completamente differente. Tutto mi pare semplice, logico, pochi dubbi, poche domande, molte risposte.
Se potessi parlare alla mia Me Stessa di cinque anni fa, le direi un sacco di cose per cui potrei mandarmi a quel paese :D tipo fregatene della casa, del mangiare sano, di raggiungere obiettivi di mammadonnamoglie perfetta, non lo sarai mai perché è impossibile per chiunque, ma soprattutto anche se ci riuscissi sarai comunque investita da difficoltà e crisi che potrai solo subire e non affrontare di petto come vorresti.
Goditi ogni momento buono, perché di momenti pollice verso ce ne saranno così tanti che alle volte ti domanderai se avrà senso aver creato tutto questo se poi devi passare il tempo ad essere arrabbiata, a sgridare, a spiegare e rispiegare.
Le cose cambiano talmente velocemente all'inizio che la routine che avrai impostato per sopravvivere potresti doverla cambiare dopo appena qualche giorno e comunque non servirà a niente la routine creata adesso per le difficoltà a venire.
Amali quando è il momento di amarli, non aver paura di tutto questo amore, perché di momenti da istinto omicida ce ne saranno tanti e ti servirà ricordare quei magici attimi mentre li stavi allattando o coccolando o giocando con loro senza liti per non andare fuori di testa.
Credi in quello che sei e che vuoi, credi fermamente in poche, ma buone regole di vita e portale avanti, sarai una brava mamma anche se non potrai tutto, anche se dovrai cedere su alcuni pilastri.
E soprattutto, curati, pensa a te, se tu sei serena, loro lo saranno doppiamente. Non contare sugli altri, ma sfruttali, perché loro farebbero lo stesso. Nessuno, ripeto nessuno, potrà mai sostenerti come puoi farlo tu sola, nessuno è in grado e nessuno vorrà farlo.
Guardo il Francese, ripenso alle mie gravidanze, ai miei primi anni con la Belva e il Vitellino e vorrei tanto poter tornare indietro con il bagaglio di esperienza che ho ora. Mi godo ora ogni secondo, rammaricandomi di molti secondi persi in passato a lottare con la perfezione mia e degli altri.
Non lo so se la tranquillità del Francese è data dalla mia tranquillità, ma avere un bambino come lui in questo momento è davvero una manna dal cielo e quindi grazie, il 2015 è stata una schifezza, ma mi sento finalmente realizzata.
Arriverà questo momento di pace e serenità interiore, Me Stessa del 2010, credimi...

giovedì 24 dicembre 2015

Non è Natale se...

Volevo fare un post di riflessione da tris mamma, ancora una settimana fa, ma essendo appunto una tris mamma mi sono ritrovata 13 giorni dopo l'ultimo post prima di avere cinque minuti di tempo per poter scrivere qualcosa. Poi ieri mi sono imbattuta in questo post e mi è piaciuto così tanto che il post di riflessione da tris mamma lo lascio a dopo Natale :)

Non è Natale se...non comincio un mese prima a discutere di regali e menù con mia madre e mia sorella, anche ora che abitiamo in tre stati differenti e non sempre ci incontriamo a Natale.

Non è Natale se...non sono qui, a casa dei miei, a crogiolarmi davanti al camino e a rivedere tutte le persone che amo, godendo del freddo, dell'umido, dei sapori e degli odori che sanno di casa e infanzia.

Non è Natale se...non c'è l'andirivieni di amici e parenti per tre giorni di seguito (e anche più, se come quest'anno Natale è seguito dal weekend) che vengono bevono, mangiano, giocano a carte e ripartono.

Non è Natale se...non c'è odore di clementine e legno bruciato, se non ci si spanza di pandoro Bauli, frutta secca e dolcetti, se non si compra un pandoro ripieno e poi si commenta "vabbè, ma il Bauli è più buono!"

Non è Natale se...non c'è l'albero con le luci perennemente accese che si riempie di pacchetti da un giorno all'altro come per magia e poi si svuota come per magia, ma poi...ops, questo pacchetto di chi è?!?!

Non è Natale se...non ascolto mille volte le stesse canzoni e "A Natale puoi" diventa la mia canzone preferita fino allo svenimento, ridendo per quel Natale tutti insiemi, con ancora i nonni vivi che litigavano e noi con le cugine a ridere cantando questa canzone...

Non è Natale se...non mi commuovo mentre vedo i miei bimbi incontrare Babbo Natale in piscina, mentre li vedo aprire i pacchetti, mentre li sento cantare Jingle Bells in tutte le lingue che conoscono.

Non è Natale se...non mi vesto figa e non vesto fighi i bimbi, sapendo da prima che butterò il mio paio di calze e che i vestiti dei bimbi saranno un disastro!

Non è Natale se...non ricevo un sms speciale dal Navigante, i regali invece non contano, li decidiamo in anticipo perché abbiamo gusti diametralmente opposti e finiamo per comprarci cose che non ci piacciono.

Infine non è Natale se...BUON NATALE A TE E A TUTTI I TUOI CARI...anche se l'ultima volta ci siamo sentiti Natale scorso!!! ;))

venerdì 11 dicembre 2015

Quello che non mi aspettavo mentre aspettavo

Volevo spendere qualche parola sul mio parto e sui giorni in ospedale, un po' per spiegare com'è la sanità qui in Francia, un po' per imprimermi ancora di più quelle ore.
Ero un po' spaventata da come sarebbero andate le cose, la Francia è uno dei paesi più medicalizzati d'Europa e io quello che volevo era un semplice parto naturale, volevo essere lasciata stare, non volevo intromissioni e, conoscendo il popolo, un po' rigido e poco incline all'ascolto dell'altro, mi vedevo già distesa sul lettino in posizione ginecologica a soffrire e poi chissà magari finire con il cesareo! Dimenticavo però che la Francia è anche il paese della Libertè e non avrei mai pensato di quanto fosse per loro importante questo concetto, fino a che non l'ho vissuto sulla mia pelle.
Sono arrivata sabato all'ospedale dopo due giorni di contrazioni prodromiche sempre più fastidiose, per la visita post termine. L'ostetrica, che mi ha spiegato per filo e per segno quello che avrei "subito" durante la visita, mi ha chiesto diverse volte se ero d'accordo nel fare lo scollamento delle membrane (in Italia quando me l'hanno praticato non mi hanno nè chiesto, nè tantomeno spiegato, se non a cose fatte, cosa sarebbe successo).
Dopo essere uscita dall'ospedale non ho fatto in tempo a comprare quattro cose per cena e a varcare la soglia di casa che ho ripreso la giacca e siamo ritornati sui nostri passi: le contrazioni erano forti e non volevo che i nani mi vedessero soffrire. Ovviamente all'ospedale mi hanno fatto la visita per vedere la dilatazione e attaccata al monitoraggio; ho chiesto di non stare distesa sul lettino e sono stata accontentata potendo stare seduta sulla palla, così come hanno aspettato il momento giusto per visitarmi, ossia tra una contrazione e l'altra e sempre dopo mio consenso (anche nelle pochissime visite successive). Mi hanno chiesto se volevo l'epidurale e quando ho detto no, mi hanno guardata meravigliate e dopo un po' è arrivata la dottoressa per chiedermi il consenso ad assistere al parto, evidentemente non sono abituate a un parto naturale gestito in toto dalla gestante.
Dopo una mezz'oretta attaccata al monitoraggio mi hanno lasciato libera, hanno abbassato le luci e ci hanno lasciato soli. Da qui il travaglio è stato fantastico, potevo muovermi liberamente, sentire e gestire le contrazioni, parlare con il Navigante...mi sembrava di gestire il tutto fin troppo bene e infatti credevo di andare avanti tutta la notte. Ogni tanto, ma molto raramente, arrivava l'ostetrica per chiedermi come andava, se avevo pensato a come volevo partorire, ma non mi disturbavano più di tanto, fino a che una contrazione più forte delle altre mi ha rotto il sacco amniotico.
Ero in piedi ed è stato strano, per la prima volta vedere le famose "acque". Da qui le contrazioni sono state fortissime e lo spingere era ormai una necessità sempre più forte. Il Navigante è stato da quel momento parte integrante del parto, mi sorreggeva (visto che ero in piedi e spingevo un po' tenenedomi a un mobile e un po' accucciandomi) e mi aiutava con le parole e il francese (in quel momento non riuscivo ad essere molto concentrata!), le ostetriche e la dottoressa quasi non sono intervenute finchè non mi hanno visto un po' in difficoltà e mi hanno suggerito di cambiare posizione.
Alla fine, sempre con l'aiuto del Navigante, sono arrivata fino al lettino e ho finito il travaglio a carponi, posizione che mai avrei pensato di tenere. A parte un momento di panico in cui sembrava non potessi più spingere tra l'uscita della testa e le spalle, tutto è andato talmente alla perfezione che non ho fatto nemmeno un punto. E la cosa più bella sono stati i ringraziamenti ricevuti per "il bellissimo parto" a cui le ostetriche e la dottoressa avevano assistito.
Due ore in sala parto con il mio Francese sulla pancia, allattamento iniziato subito, la naturalezza di sapere cosa era successo, cosa stava per succedere, la non sorpresa e quindi la gioia di poter assimilare il tutto, gestire le emozioni, godermi ogni attimo senza la paura di quello che capiterà.
Ecco il mio fantastico parto naturale che mai pensavo di avere in Francia, in un ospedale di cui sentivo solo critiche, ma dove il personale è giovane, dinamico e dove mi è stato permesso di avere poi una stanza singola con bagno dove poter stare con il mio bimbo e anche con il Navigante, che non aveva restrizioni di orario, ma che anzi poteva usufruire di una poltrona letto con tanto di lenzuola e prima colazione.
Anche il soggiorno è stato davvero rilassante, niente colazione alle sei di mattina, prese di temperatura (a parte la prima notte, ma io ho partorito alle nove di sera) a orari assurdi, visite mediche continue per me o per il bimbo, tutto sempre secondo i miei ritmi e quelle del Francese.
Tante spiegazioni, tanti consigli, indirizzi e numeri di telefono utili per farsi seguire nel post parto, una fotografa che passa per un servizio fotografico completo al bimbo che se vuoi puoi acquistare dopo averlo visionato con calma e previo download gratuito di una fotografia, campioncini, medicine, pannolini, varie ed eventuali anche se richiesti nella lista dell'ospedale venivano comunque poi forniti (ma non ciucci o vestiti, quelli ne sono completamente sprovvisti).
Ah, la gigoteuse però è obbligatoria e assolutamente da utilizzare ben chiusa per una questione di sicurezza (le coperte potrebbero finire sul viso del neonato e soffocarlo...vabbè, noi italiani siamo terzo mondo per loro mi sa!), quindi il Navigante è dovuto andare a comprarla di domenica mattina e fortuna che eravamo sotto Natale ed i centri commerciali erano tutti aperti!
Insomma mai potrò dimenticarmi questi giorni e, caspita, mai avrei pensato di doverlo dire, ma grazie ai francesi e al loro rispetto per la Libertè!

sabato 5 dicembre 2015

Perle di saggezza maschile

Il Vitellino: mamma lo sai che c'era il lupo che mangiava il bambino e aveva una pancia grande grande come la tua!!
Io: eh no!! Il fratellino ormai è uscito e io non ho più la pancia grande!!!
Il Vitellino (alzandomi la maglietta): ma sìììì mamma!! Guarda che pancia grande che hai qui!!!

... :// ...dovevo immaginarmela una risposta del genere in una casa ormai a maggioranza maschile!! Ma, se per caso ci fosse il Navigante dall'altra parte dello schermo a leggere: scordatelo, non cederò mai alla tavoletta del water alzata!!!

venerdì 4 dicembre 2015

Il Francese

E alla fine è arrivato: il nostro Francese!
Sabato scorso dopo lo scollamento delle membrane predetto, in circa 3 ore e mezza mi sono ritrovato un altro vitellino tra le braccia: 4430g x 53cm! A me se non sono grandi non piacciono, ok?!?
E' stato un parto davvero esemplare, che ho gestito benissimo fino alla rottura delle acque, camminando, parlando, spingendo contro il mobile quando era il momento della contrazione...poi basta non ho capito più niente e dopo quaranta minuti mi sono trovata a pancia in giù sul lettino dopo aver partorito a quattro zampe, cosa che mai avrei immaginato, e senza nemmeno un punto!!!
E' stato perfetto, le ostetriche e la dottoressa, che ha voluto assolutamente essere lì, mi hanno ringraziato per averle fatte assistere a un parto così bello.
Nemmeno una settimana e sono già bella attiva, cercando di gestire un nano appena nato e gli altri due, cosa che non è affatto facile, ma mi rende felice! E vedremo...

giovedì 26 novembre 2015

Non news

E' giorni che volevo scrivere, ma tra una cosa e l'altra ho sempre rimandato, poi il commento di Aurora su questo post mi ha fatto innanzitutto ridere, poi mi ha un po' obbligato a darvi qualche news. Che poi news non sono perché, come gli altri miei figli, anche numero tre ha deciso di farsi attendere fino alla fine!
La quarantesima settimana è ormai quasi alla fine, visto che sabato è alle porte e questo significa che dovrò chiamare all'ospedale nel caso fossi ancora con panza appresso, mi verrà fatta una visita e probabilmente verrà praticato lo scollamento delle membrane, manovra non particolarmente simpatica che ho provato con il Vitellino e che ha lo scopo di staccare meccanicamente (ossia con un dito) le membrane dell'utero da quelle fetalli. In questo modo il corpo inizia a produrre prostaglandine oltre a stimolare attivamente le contrazioni e quindi a far partire o accellerare il travaglio. Normalmente è una manovra che viene eseguita solo se l'utero è già un minimo dilatato, sennò non ha quasi mai riuscita.
Ho riso per il commento, perché la domanda tipica di chi mi vede ai corsi di francese è "Tu es encore là!?!" (Sei ancora qua?!?) e la risposta è sono qua, siamo qua, stiamo bene e sinceramente per la prima volta non ho nemmeno tutta sta ansia di far uscire numero tre. Non so se è il ricordo del parto del Vitellino (e guai chi mi dice che il dolore del parto si dimentica!) o il semplice fatto che in fondo non ho grossi fastidi in questo termine gravidanza, ma mi sa che sono l'unica a non pensare "ma ancora non è nato/a??".
Vabbè anche se nè io nè numero tre abbiamo fretta, ormai il termine è arrivato e tra una settimana sarà sicuramente tris-mamma...che solo a dirlo mi fa un'impressione!
A presto...stavolta con vere news!

giovedì 12 novembre 2015

Il plurilinguismo procede

E' un po' che non parlo della nostra situazione linguistica, quindi oggi onde evitare un ennesimo post da "donna incinta quasi alla fine non ce la posso fare più!" mi accingo a un piccolo riassunto degli ultimi tempi.
Entrambi i nani sono ora all'ecole maternelle, fanno anche due giorni interi a settimana, il che significa un'esposizione alla lingua francese maggiore, sia in termini di quantità che in termini di qualità.
Il Navigante inoltre è tornato e, a parte qualche momento di defaiance, c'è di nuovo lo spagnolo quotidiano; in più nel nostro giro di amici stranieri è arrivata una coppia americana-messicana e questo ha dato una spinta impressionante, soprattutto alla Belva, al provare a lanciarsi anche in questa lingua che sicuramente tra tutte è la più bistrattata.
L'italiano non è decisamente un problema, io sono sempre presente (e questo suona come una minaccia, ma giuro che non lo è :D) e, a parte qualche parola che proviene normalmente dal francese e viene italianizzata, è decisamente la lingua che ha la prerogativa su tutte.
Infine c'è una specie di new entry ossia l'inglese, non perché noi abbiamo iniziato a fare niente, ma l'esposizione continua con il gruppo degli stranieri dove i bimbi sentono gli adulti parlare in inglese (tra i bambini invece si parla francese) e il trasferimento di zii e cugini in Inghilterra con nostra relativa vacanza in aprile di due settimane ha aperto una breccia. Non è raro infatti sentire i due nanetti fare conversazioni senza senso logico, nè con una parola che si capisca, ma dall'incredibile accento british!
Ricapitolando: la Belva, che ha un anno di più ed è decisamente portata, è ormai perfettamente bilingue italiano-francese (e che ve lo dico a fà che mi corregge sempre la pronuncia?!), ogni tanto parla in spagnolo utilizzando frasi semplici, ma corrette e ora vuole imparare l'inglese. Il Vitellino più precipitoso, tende invece a mescolare molto, oppure a impappinarsi nelle frasi, ma questo secondo me c'entra più con il carattere e la voglia di parlare continuamente, che con l'esposizione a diverse lingue, visto che l'ho sentito più volte fare frasi perfette in francese quando si trova in un ambiente francofono o quando gioca con la sorella (il momento gioco è quasi sempre in francese).
Mi chiedo alle volte come faremo una volta tornati in Italia, come devo francamente comportarmi quando la Belva mi chiede di insegnarle a scrivere una parola o a leggerla, come portare avanti tutto questo bagaglio senza esagerare o fare le cose male, ma soprattutto mi chiedo come facciano a non incasinarsi, perché io stessa alle volte faccio veramente fatica a connettere; ma ovvio loro sono bambini, spugne, in divenire, per loro è tutto molto più facile, è tutto un gioco di suoni, di musica, non di regole grammaticali.
Del resto...la richiesta più in voga del momento? Ascoltare la canzone di Frozen in tutte e quattro le lingue...fortuna che almeno è bella!!!

venerdì 6 novembre 2015

Agli sgoccioli...(un po' di pippe ormonali)

Ovviamento dopo la fretta a 35 settimane, nano numero tre se ne sta beato in pancia e non credo uscirà prima delle 41+2 degno compare dei suoi due fratelli maggiori; ma volente o nolente al massimo tra qualche settimana sarà fuori. E dentro di me si affollano i soliti dubbi, le paure, le emozioni che solo una mamma in prossimità del parto può avere.
Penso a come questa gravidanza rimarrà impressa nella mia mente come la migliore e la peggiore di tutte, penso a come mi spaventa e rattrista pensare che sia l'ultima (o almeno questo sarebbe il piano) e non abbia potuto goderne appieno come avrei voluto e avrebbe meritato.
Perché la peggiore e la migliore insieme?
Bè ho fatto il test 10 giorni prima che il Navigante partisse per quattro mesi, mi sono quindi ritrovata sola a gestire un tumulto emotivo dove la paura che succedesse qualcosa a me, a numero tre, ai nani o al Navigante ne faceva da padrone. Non riuscivo a concentrarmi su altro se non paura, tristezza, senso di abbandono. Ho passato i primi mesi angosciata, per poi iniziare il secondo trimestre con una magagna fisica dietro l'altra, niente di grave, ma sempre sola e sentendo di non riuscire a gestire tutto. Poi è ritornato il Navigante e abbiamo dovuto affrontare una delle sfide peggiori di una coppia: il dubbio, la voglia che manca, la crisi; sono stati mesi lunghi, ancora pianti, un avvenire incerto, un nonno che muore, equilibri da ristabilire.
Ma in tutto questo non posso non ricordare la gioia di avere la pancia, una gravidanza liscia come l'olio, numero tre che sgambetta praticamente da sempre, facendomi ricordare che nemmenno volendo potrei essere sola, non lo sarò mai più dopo tre figli, niente fastidi collegati a questa pancia che crescendo mi fa sentire bella e che adoro accarezzare. Per gli altri non è stato così, ho odiato essere incinta da sempre, dalle nausee, i dolori, le pance immense che non mi facevano respirare, camminare, mangiare. Ho sempre detto che avrei preferito partorire mille volte, ma non farmi i nove mesi di gravidanza.
Ora invece non vorrei quasi staccarmi da questa pancia, non vorrei far uscire numero tre, vorrei che restasse dentro di me, per proteggerlo, per sentirlo ancora mentre scalcia e si muove, per non dover perdere questa sensazione di beatitudine che mi ha regalato.
Questa gravidanza, l'ultima, mi ha messo in pace con il mondo delle pance e quasi quasi mi fa ripensare alla decisione di fermarmi a tre, fortuna che il Navigante invece è sempre irremovibile ;P Perchè in fondo tre è un bel numero, un ottimo numero e va bene così. Però un velo di tristezza mi rimane, forse è solo una questione di ormoni o forse paura che una volta chiusa questa porta non mi rimanga più niente per cui sognare, per cui lottare, per cui vivere.
Perchè a 15 anni volevo due cose: vincere le Olimpiadi e avere tre figli...sto per raggiungere uno dei miei sogni, è una sensazione strana, come quando arrivi alla fine del Cammino di Santiago. L'obiettivo è Santiago, ma il Cammino è quello che conta sul serio.
Il dopo...il dopo spaventa un po'...

giovedì 29 ottobre 2015

Paese che vai, valigia per l'ospedale che trovi

Ovviamente dopo la paura di dover partorire in aeroporto, a svariate centinaia di km da casa e senza uno straccio per numero tre in valigia (leggasi post precedente), la prima cosa che ho fatto appena arrivata a casa, oltre alle quindicimila lavatrici post viaggio e post cambio lenzuola, è stata la valigia per l'ospedale...Sì bè ovvio non era pronta, ma ormai l'avrete capito che sono una mamma cialtrona no?!
Quindi armata di santa pazienza ho tirato fuori la borsa che ho usato per gli altri due (una borsa vecchia, del Navigante, che ormai è la mia valigia per i parti!) e ho iniziato a leggere la lista dell'ospedale che la sage-femme che mi ha seguito per tutta la gravidanza (qui se la gravidanza è fisiologica si può scegliere se farsi seguire da un ginecologo o da un'ostetrica) mi ha passato.
Ok body ci siamo è internazionale...6-8 mi paiono un po' tantini ma tant'è...pigiama 6 stesso discorso, calzini vabbè giusto perchè me li richiedono ma io non li ho quasi mai usati nei pigiama coi piedini...bavaglini in spugna 6, mi paiono un filino eccessivi, ma ok...asciugamani, ma non li lavano loro? Però fin qui, ci può stare tutto, invece iniziamo con le cose strane: termometro per neonato? E scusate sto in ospedale e devo portarmi il termometro? Vabbè...pannolini 3-5kg, cotone per neonati (per cosa? e soprattutto è diverso dal cotone per gli adulti?) vabbè io sono stata abituata bene, in entrambi gli ospedali passavano tutto...gigoteuse?...brassiere? Aiuto google immagini vieni a me!!! Sacco nanna e gilet?!?!
Ok, scusatemelo, ma io gilet non ne ho mai usati (mi fanno pure un po' schifo...) e l'unico sacco nanna che mi sono fatta regalare per la Belva è stato usato una sola volta, troppo scomodo per cambiarli e allattarli di notte, quindi ora che si fa? Io sono italiana mi spiace per voi e vi beccate una giacchina dei completi due pezzi e una coperta normalissima in pile, vedete un po' voi come dovete fare!
Passiamo a quello che serve per la mamma: camicie da notte e ci siamo, crema per mettere sui capezzoli SE si allatta (a qui ti danno la libertà scelta? In Italia se non ci provi nemmeno ti mettono al patibolo!!), reggiseno per allattamento (mai usato, poi all'ospedale tette assolutamente libere grosse com'erano mancava solo stringerle in un reggiseno!), mutande a rete e pannolini per il post parto (io mi porto le mutande tipo Tena lady, dite che mi controllano?), termometro elettrico (no vabbè, ma è un vizio?!), vestaglia (in questo ospedale deve fare un freddo bacucco), asciugamani e guanti per lavarsi (guanti?!?!?!?!?), beauty case con tutto il necessaire e infine - udite udite - per il travaglio e il parto un vaporizzatore d'acqua!!!
Ora...io sarò pure cialtrona e rustega....MACHEDAVERO?!?!Altro che valigia per l'ospedale, qui sembra che devo stare via un mese, perchè in tutto questo non vi ho scritto le quantità, soprattutto per i vestiti del neonato...
Ok in ospedale mi odieranno, già lo so, visto che ho fatto un bel po' di testa mia, ma almeno ho la scusa: ah vabbè ma quella è italiana!!!!...che non so mai se sia un'offesa o un complimento, facciamo finta che sia un complimento và!

domenica 25 ottobre 2015

Per numero tre il viaggio era troppo noioso...

Dopo una settimana dai suoceri, una giornata solo per noi ad Ostia, scofanate di pizza, mozzarella e yogurt di bufala...proprio mentre siamo sul treno per Fiumicino sulla via del ritorno, numero tre ha deciso che anche lui/lei aveva diritto a farsi sentire.
E quindi sono partite contrazioni prima ogni dieci minuti, poi ogni cinque e infine, ormai arrivati a Fiumicino, ogni due. Ok, no panico, Fiumicino ha un pronto soccorso proprio fuori dal terminal 1, caso mai vi servisse, e quella sera c'era pure una ginecologa reperibile.
Sono dilatata, il dito passa e tocca la testa di numero tre, vengo trasferita al PS di Ostia dove mi fanno un monitoraggio che conferma le contrazioni, che però sono brevi e non efficaci per farmi dilatare ancora. Ovvio non mi consigliano il viaggio, ma di certo non sono da ricoverare (e quello, ormai al terzo figlio, lo sapevo anche io).
Ma siamo bloccati ad Ostia per la notte, a 35+5 settimane di gravidanza, con due bimbi che non capiscono cosa succede, quattro bagagli in croce e ovviamente niente per numero tre che pare voler nascere in Italia.
Dopo il sonno però le contrazioni sembrano essere meno frequenti e anche meno forti, decidiamo di partire verso casa, in treno (e non vi dico quante ORE di ritardo abbiamo accumulato in due giorni!), un viaggio che dividiamo in due fermandoci a Genova, dove quantomeno mi consolo con la focaccia di Recco, dopo due giorni di digiuno...eh sì, perché le contrazioni sono iniziate in concomitanza con un virus intestinale che mi ha portato vomito e diarrea e che ha contagiato un po' tutti, solo che io ovviamente sono quella che è stata peggio!
Siamo tornati a casina nostra con circa 500 euro in meno in tasca, una sfaticata pazzesca per tutti e numero tre ancora in pancia, con prodromi che continuano (ma tanto ormai ho sforato le 36 settimane), meno accentuati certo, anche se fare qualsiasi cosa è davvero una faticaccia .
Sicuro adesso nascerà in ritardo...solo i miei figli possono rompere ancora prima di nascere!!!!!

lunedì 12 ottobre 2015

Il famoso pezzo di carta...

In tutto il marasma dell'organizzare una semplice trasferta a casa dei suoceri, una delle cose più importanti che hanno rischiato di far saltare il tutto è stato l'agognato pezzo di carta che dice che sono in grado di volare, documento che viene richiesto da alcune compagnie aeree (di solito le low cost) per donne incinta dal secondo trimestre circa fino a poco prima del nono mese.
Io, come già accennavo nel post scorso, viaggio a cavallo tra la trentacinquesima e trentaseiesima settimana di gravidanza, limite ultimo per i voli Ryanair. Il foglio deve essere firmato non prima di due settimane dalla data del volo di ritorno e io sono arrivata fino all'ultimo secondo perchè l'ostetrica che mi segue ha detto che sarebbe stato meglio che me lo firmasse chi mi faceva l'ecografia del terzo trimestre, mentre l'ostetrica che mi ha fatto l'ecografia mi ha detto che deve firmarmelo chi mi segue.
...ok...
E non è che abbia problemi! La gravidanza segue un corso normale, il bambino è grande con un peso stimato al parto intorno ai 4kg (Vitellino bis!), ho un po' di liquido in più del normale all'ultima eco probabilmente a causa delle dimensioni del feto (e anche qui...Vitellino bis!), ma ormai so a cosa vado in contro.
Oggi per scrupolo l'ostetrica prima di firmarmi sto benedetto foglio ha voluto farmi una visita al collo dell'utero (e farmela lunedì scorso no????) che è lungo, ma pervio al dito (come la Belva!) e quindi mi ha fatto un po' di storie, ma alla fine me l'ha firmato.
Manco dovessi andare a fare trekking sull'Hymalaya!!! Devo solo andare a spanzarmi di pizza e mozzarella di bufala!!!!! Quante storie! E poi, lo so, come sempre pur avendo tutti i segnali premonitori per un parto quantomeno pretermine...arriverò alla fine e anche oltre!!!!! >.<

giovedì 8 ottobre 2015

La jungla dell'organizzazione in Italia

Sto organizzando un viaggetto, niente di che, una visita ai suoceri con annessa giornata dedicata ai bambini per il loro compleanno.
Non so se l'ho mai raccontato, ma noi non siamo solito fare regali di compleanno "fisici", cosa nata già agli albori di noi come coppia; meglio un weekend fuori, una visita in un posto particolare, un pranzo/cena speciale...La cosa non è cambiata con l'arrivo dei bimbi, anzi anche meglio visto che i due nani hanno il compleanno piuttosto ravvicinato e la distanza d'età è minima.
L'idea quindi, arrivando in tarda serata a Fiumicino, è di fermarsi a dormire nei dintorni, il giorno dopo passarlo al Parco Fattoria a Lido di Ostia per poi prendere il treno nel tardo pomeriggio e raggiungere i nonni paterni.
Quest'anno è stato un regalo un po' raffazzonato tra il ritorno del Navigante, un viaggio improvviso a casa mia ad agosto, queste due settimane ancora fuori del Navigante e, bè, dei momenti difficili da superare che hanno preso ogni priorità. L'idea originale infatti era un paio di giorni in Spagna con annessa visione del concerto dei cantajuegos (per chi fosse interessato cerchi su youtube, sono dei video di canzoni per bimbi interpretati da alcuni animatori e da bimbi stessi...i miei ne vanno pazzi e nel frattempo rimangono allenati con lo spagnolo).
Poco male, ci siamo organizzati in questo modo, sperando che nano numero tre non faccia scherzi, visto che partiremmo tra la trentacinquesima e trentaseiesima settimana di gravidanza.
Non pensavo di dovermi sbattere troppo per un viaggio in Italia, dove dovevo cercare solo per una notte + giornata fuori casa, visto che il resto del tempo lo passeremo a casa dei suoceri. Errore madornale!
Non sono una neofita di viaggi fai-da-te, nemmeno con bimbi al seguito eppure avere così tante difficoltà a reperire informazioni nonchè a trovare una stanza per 2 adulti + 2 bambini ad un prezzo umano solo questa volta mi è capitato! E non è che mica sto andando nel deserto!!
Cerco una - e ripeto - una sola stanza che possa ospitare una famiglia con bambini piccoli ad un prezzo che non sia sopra i 100 euro fuori stagione, cerco di capire se nel parco si possa mangiare al bar o solo bere, cerco di capire cosa poter fare qualche ora al Lido di Ostia in autunno mentre aspettiamo di prendere il treno, cerco di capire se all'aeroporto di Fiumicino ci sia un'area giochi che non sia quella nella zona arrivi (...negli arrivi?!?! ma perchèèèè?!?!?)...
Non trovo niente, se non inviando mail che poi magicamente saranno utilizzate per spammarmi pubblicità (ricevo ancora mail di strutture dove ho alloggiato con il Navigante in tempi remotissimi ormai) e, soprattutto, decine e decine di opinioni su tutto e su niente, sui soldi, soprattutto, e critiche quelle sempre, in ogni salsa e in ogni modo.
Mi rattrista pensare che nel paese più bello e probabilmente più visitato al mondo non si capisca ancora come porgere su un piatto d'argento tutto ciò che abbiamo da offrire. Dio dal pane a chi non ha i denti mi dice sempre il Navigante e in questo caso non posso che essere più che d'accordo...

venerdì 2 ottobre 2015

Negli ultimi giorni...

Sola con panza che avanza incessante e bimbi piuttosto isterici (per chissà quale delle mille motivazioni plausibili), da martedì fino all'arrivo di mia madre mercoledì prossimo. E fuori piove.
Il mio umore sotto i tacchi, il raffreddore che non mi fa dormire bene la notte, i bimbi spesso stanchi e isterici, una condizione di coppia che devo ancora capire se mi piace o no, lo stress accumulato in questi mesi che mi casca addosso.
Tutto questo significa madre pessima ovviamente, almeno per i due figli fuori, per quello dentro invece cerco di avere più riguardo possibile visto che deve rimanere lì dove sta almeno fino al ritorno del Navigante e possibilmente anche dopo, che abbiamo organizzato un rimpatrio verso lidi suocereschi dopo anni di assenza.
Sogno lidi lontani in solitudine, una botta in testa che mi faccia perdere la memoria degli ultimi mesi, un salto nel futuro dove nano tre è già tra le mie braccia, in modo da potermi perdere nel suo profumo quando ho momenti di buio nero come in questi giorni.
E il terrore che mi attanaglia, che mi succeda qualcosa mentre sono sola, mentre i bimbi sono a scuola e io non posso andarli a prendere, senza poter avvisare il Navigante che pare stia su una navicella della NASA visto le poche comunicazioni che possiamo tenere.
Ma una giraffina da stringere di notte a cui dare tutto il mio odore per nano numero tre, gli abbracci del Vitellino la mattina quando piomba nel letto, le coccole sul divano con una Belva contenta, ma molto, molto provata per la scuola anche al pomeriggio, i miei corsi di francese intensivo per passare il DELF b2, i pranzi con le alleate o da sola sul divano nei giorni di cantine.
Mi sento schiacciata da quello che ho passato in questi mesi, anche la pancia è piuttosto provata, ma dicono che io sia una forte. Il problema è che alle persone forti non è concesso mai niente e alle volte non gli si chiede nemmeno "Ehi, ma come stai sul serio?" così io lo scrivo come sto. Peggio per chi mi legge :)

venerdì 25 settembre 2015

Anche io Stikets

Oggi è davvero una pessima giornata.
Sto dormendo male non tanto causa panza, che mi costringe ad andare a fare pipì ogni quarto d'ora, ma anche e soprattutto per un fastidiosissimo raffreddore; inoltre il Vitellino stamattina ha deciso di arrivare nel letto alle 6:15 e, non pago, ha iniziato a muoversi come una tarantola senza prendere sonno e quindi senza farlo prendere a me.
Aggiungiamoci il Navigante che martedì parte per due settimane e mezzo, i nani isterici appena tornano da scuola, la panza che avanza e non mi fa fare due metri senza che abbia il fiatone...
Insomma ho l'umore nero, la pazienza sotto i piedi e una voglia di partire per le Mauritius da sola che non vi spiego...quindi vi parlo di qualcosa di interessante.
Ammetto che sono una di quelle mamme cialtrone che non etichettano una mazzola di niente per l'asilo, fino a che non mi sono trovata a doverlo fare per forza, in quanto le consegne scolastiche così richiedevano e non solo consigliavano.
A fine dello scorso anno scolastico sono stata contattata dallo staff di Stikets per provare i loro prodotti e, anche se non amo utilizzare questo blog per fare pubblicità, questa volta lo faccio con piacere, anche se con ritardo (perdono!), visto che mi hanno salvata da un lungo lavoro di etichettamento.
Questa azienda, creata da due mamme di fronte alla necessità, propone etichette personalizzate, colorate e per ogni evenienza, oltre a tutta un'altra serie di stickers come le lavagne per disegnare o disegni murali.
A me è arrivato un pack base che ho fatto a nome della Belva, ho voluto subito provare gli adesivi per le scarpe, bellissimi con la forma di piedini e resistenti anche al lavaggio in lavatrice, e ho trovato davvero carini anche i portachiavi. Poi li ho archiviati, perché, ripeto, non sono grossa fan dell'etichettamento selvaggio, soprattutto dei vestiti.
Quest'anno però la nuova maestra della Belva ha richiesto un astuccio con dentro dei pennarelli, il tutto etichettato e ho ringraziato tantissimo di poter avere delle belle etichette colorate già pronte all'uso! Per l'astuccio poi non ho fatto altro che staccare il portachiavi da quello delle chiavi della macchina et voilà tutto fatto in pochi minuti!
Vorrei ordinare qualche etichetta anche a nome del Vitellino, in modo tale da averne sempre pronte in caso di necessità. Davvero consiglio un giro sul loro sito internet, anche solo per sbirciare, sono sicura che troverete di certo qualcosa che faccia al caso vostro!

lunedì 21 settembre 2015

Ci sei, giuro che lo so!

Di questa gravidanza ho parlato veramente poco, un po' perchè mi sono concentrata su altro, un po' perchè davvero non ho molto da dire. Una pancia educata, non quelle cose abnormi avute in precedenza, un panza che non infastidisce, pochi chili presi, pochi sintomi, se non tante tante lacrime (ma mica tutte a causa della gravidanza...), devo dire che solo alla fine del settimo mese ho iniziato ad accusare il colpo con fortissima pubalgia e la pancia che ha deciso di uscire tutta in un paio di settimane, facendomi ricordare tutto in un momento perchè ho odiato le mi gravidanze.
Numero tre è sicuramente il meno calcolato e più bistrattato dei miei figli in gravidanza e quindi ha deciso di farmelo ricordare iniziando a muoversi come un pazzo, giorno e notte, facendo sembrare che dalla mia pancia possa uscire da un momento all'altro un Alien.
Comunque volevo dirti, nano/a numero tre, che lo so che ci sei, anche se non ti calcolo e so anche che ti sei ritrovato uno stress addosso che mai potresti capire, so che ci sei e ne sono felice come mai non lo sono stata. Perchè le altre gravidanze mi hanno sempre spaventato, perchè La Belva era la prima e non sapevo dove sbattere la testa e il Vitellino è arrivato così veloce da non essermi nemmeno resa conto di essere mamma per la prima volta; tu invece arrivi e mi sento pronta e sicura come non mai, anche se la mia vita ha rischiato...o forse rischia ancora...di andare in frantumi, quello che so è che saprò essere la miglior mamma possibile.
Quindi potresti cortesemente smetterla di prendermi a calci da mattina a sera?!?

venerdì 11 settembre 2015

Primo????? appuntamento...

E quindi ieri è stato il primo giorno intero di asilo per entrambi i nani. Non è stato un completo successo: il Vitellino si è fatto la pipì addosso due volte (notare che è spannolinato da quasi un anno), mentre la Belva mi ha fatto un crisi di capricci all'uscita di scuola degna dei Terrible Two che paiono non finire mai. Però poi appena chiedi loro di parlarti dell'ecole, gli occhi si illuminano e, soprattutto da parte del Vitellino, si viene innondati di parole e racconti che spesso si fa fatica a seguire per intero.
La mattina è stato il Navigante a portarli, io sono stata con loro a colazione poi sono tornata nel letto, un po' scombussolata per la giornata da affrontare senza scadenze nanesche fino alle 15:45.
Mi sono alzata un po' controvoglia e mi sono preparata per andare a casa di una delle alleate, che aveva preparato una breakfast nel suo giardino per il suo compleanno. Un po' inaspettata, mi è salita l'ansia su cosa mettermi visto che dopo la colazione sarei andata direttamente a pranzo con il Navigante, tra le poche cose che il pancione mi permette e l'inusuale situazione sono rimasta davanti a quell'armadio molto più dei 30 secondi previsti.
Una volta scelto il vestito mi sono leggermente truccata e ho messo via i trucchi nella borsa per darmi una ritoccata prima di pranzo. A scriverlo mi sembra così assurdo eppure sembrava proprio mi stessi preparando per un appuntamento.
Poi, andando verso il luogo dove ci saremmo incontrati, ho iniziato a farmi domande stupide della serie "E se mi da buca?" "E se pensa che sia troppo esagerata per un pranzo di metà settimana?" "E se rimaniamo in un silenzio imbarazzato tutto il tempo o escono argomenti poco simpatici?"...insomma stavo proprio andando in panico da appuntamento!
Dopo 10 anni una non si aspetta di trovarsi così nervosa di fronte a un pranzo con il marito, eppure sarà la situazione particolare, saranno gli ormoni, sta di fatto che solo finchè non è andato tutto liscio come alla fine è andato, non sono riuscita a rilassarmi.
La vita è strana, i nostri primi incontri non sono stati esattamente "normali", nessun primo vero appuntamento, nessun prepararmi a casa e farlo aspettare sotto casa, solo incontri furtivi all'inizio e poi vita super condivisa e vita sempre lontani; però tra noi tutto era sempre naturale e spontaneo. Dopo 10 anni invece ci troviamo ad avere appuntamenti come una coppietta, parliamo del più del meno, ma sappiamo che ci sono argomenti scottanti pronti a fare capolino, mentre la spontaneità delle cose ha lasciato spazio da un lato a ombre che spesso fanno paura e dall'altro spazi sicuri dove poter approdare.
Bè alla fine questo primo????? apputamento è andato bene, ora inizierò con le paranoie del tipo "chissà se mi richiama?" :D

mercoledì 9 settembre 2015

E cantine fu...

E così domani entrambi i nani andranno alla cantine e si fermeranno tutto il giorno all'ecole.
E così domani per la prima volta rimango sola tutto il giorno e dovrò solo andarli a prendere all'uscita visto che sarà il Navigante ad accompagnarli la mattina.
E così domani incontrerò sul porto il Navigante durante la sua pausa pranzo, che dopo quattro anni mi pare una delle cose più romantiche che ci possano essere.
E così domani ho uno spiraglio su quella che potrebbe essere la mia vita tra qualche anno quando nanetto numero 3 andrà pure lui all'asilo.

...se ve lo state chiedendo, sì, contro ogni previsione, tutto ciò mi spaventa assai assai assai!
Io che "ma non vedo l'ora che vadano fuori dai piedi!"
Io che "col cavolo che mi tengo i figli a casa fino a 150 anni!"
Io che "tutto, ma non mamma chioccia"
...quando la direttrice mi ha detto di portarli entrambi da subito, che così ci leviamo il pensiero, quasi mi piglia un coccolone e il Navigante ancora mi prende in giro chiedendomi se per caso voglio chiamare e vedere se c'è posto anche per me alla cantine!
Ma so che sarà solo un attimo, l'inizio, il dover ricostruire un equilibrio, trovare nuove abitudini, come quella piacevolissima di incontrarmi con la mia metà fuori a pranzo o mangiarmi un panino al volo mentre sono fuori a farmi i fatti miei, ma soprattutto di imparare di nuovo che posso essere solo e semplicemente Me Stessa.
Sì...bè...giusto qualche settimana che poi arriva nano numero tre a ricordarmi come si vive!!

mercoledì 2 settembre 2015

Controvoglia, ma si ricomincia

E anche l'ecole è iniziata.
Il Vitellino ha fatto ieri la sua prima mattina e oggi è a casa perché entra la seconda tranche della sezione dei petits; la Belva invece ha iniziato ieri pomeriggio e oggi è già a pieno regime, lei farà anche il pomeriggio quest'anno e mi sembra così strano pensare a quanto veloce stiano passando gli anni.
Un po' controvoglia farò la richiesta per la cantine (mensa), due volte a settimana. Sono stata spinta da tutti, il Navigante compreso, che prima invece era d'accordo con me nel non mandarli perché tanto sono a casa e i menù non è che siano chissà che, mentre ora no, tesse lodi alla mensa in continuazione, vabbè... Ma con nano numero tre in arrivo forse non hanno tutti i torti, anche se rimanere sola tutto il giorno decisamente non mi alletta.
Ammetto che non sono per niente entusiasta ricominci la scuola, al contrario di molte mamme. Mi piaceva alzarmi con calma, fare colazione senza i continui "muoviti", "mangia", "veloce" che invece mi toccano adesso, andare al mare, fare la siesta tutti insieme e godersi le sere luminose...Non avevo nessuna fretta di ritornare alla normalità soprattutto visto quanto poco mi sono goduta quest'estate, in particolare agosto. Ma alla fine settembre è arrivato e non posso far altro che viverlo, al meglio delle mie possibilità, accarezzandomi il pancione e cercando di pensare positivo.

PS: grazie a tutte per i vostri commenti e incoraggiamenti. Continuo in una situazione di stallo e magari un giorno scriverò qualcosa, ma per ora fino a che le cose non sono chiare, voglio evitare di scrivere perché non sono coinvolta solo io.

domenica 23 agosto 2015

Non si può mai star tranquilli

Ci sono persone che mancano improvvisamente, anche se prima o poi te lo saresti aspettato. Persone che sono in un perenne equilibrio instabile. E persone che dovrebbero essere il tuo pilastro che ti lasciano di punto in bianco da sola ad affrontare situazioni, accuse, crisi personali.
Ci sono certezze che crollano, forze nuove che tiri fuori senza nemmeno renderti conto da dove sono uscite, ci sono equilibri da stabilire nuovamente, ci sono cose da capire, da risistemare, ricordi e dolore, nostalgia e apaticità. Stanchezza, tanta, troppa.
Sono in un momento difficile, un punto di svolta, un crocevia che ha diversi sbocchi e non so cosa succederà. Sono spaventata, terrorizzata, ma stranamente calma e concentrata sull'obiettivo.
In tutto questo tra una settimana la vita riprenderà frenetica tra asilo, corso di francese, la panza che avanza con stagliato sul fondo un futuro incerto, davvero molto incerto.
Passo a passo, giorno dopo giorno costruisco e spero. So che la costanza e il sacrificio ripagano sempre, anche se in questo momento vorrei solo buttarmi sul letto e svegliarmi nel dopo. Qualunque sia il dopo.

Post sconclusionato, scusate.

sabato 25 luglio 2015

Settimana indaffarata

Sono alle prese con l'arrivo di mia sorella+family (saremo in 9 in una casa non proprio gigante), il ritorno del Navigante e l'organizzazione della festa per il compleanno della Belva e compleanno del Navigante (compiono gli anni a una settimana di distanza uno dall'altra).
Tutti mi dicono di prenderla con calma, di non strafare, ma per me le feste di compleanno non possono passare semplicemente inosservate. Amo le feste, amo stare insieme, amo festeggiare, quindi come posso dire a mia figlia no?
Saremo una trentina di persone tra adulti e bambini, faremo un picnic al parco e sono un po' preoccupata per il clima (il troppo caldo schianterà metà delle cose preparate compresa la torta?), la tanta gente che di solito affola la zona di domenica e la paura di non fare abbastanza roba da mangiare.
Ma sono fiduciosa che sarà una bella festa, la Belva si divertirà e tutti potranno salutare il Navigante dopo tanti mesi.
Sarà una settimana intensa e poi si riprenderà la vita a quattro, non con pochi timori, il rientro è sempre un momento delicato, forse più della partenza.
Pensatemi e speriamo che tutto vada bene :)

lunedì 20 luglio 2015

Ancora 7 anni

Un po' di tempo fa scrissi questo post, in un momento di coppia davvero davvero delicato e difficile che si è prolungato per praticamente un anno intero.
Mi trovo ancora a festeggiare 7 anni, questa volta di matrimonio (quello celebrato in Comune, poi a maggio festeggeremo quello celebrato in Chiesa) e forse siamo in un periodo anche peggiore.
Dicono che i 7 anni siano un momento di crisi per tutti, ma quante crisi si possono passare prima che il filo si spezzi del tutto? Quante crisi si possono sopportare prima che niente valga più la pena? I 7 anni valgono per ogni maledetto anniversario: il primo bacio, il mettersi insieme, le date dei matrimoni, del primo figlio...
Sono incinta del nostro terzo bimbo e mi chiedo se davvero abbiamo fatto la cosa giusta, tanti anni fa. Ma non me lo chiedo così, in maniera superficiale, me lo chiedo con un libretto tra le mani valutando i pro e i contro di ogni situazione passata, presente o futura, come farebbe un ingegnere mentre progetta la casa dei suoi sogni. Sola, perchè nessuno può aiutarti quando valuti la tua vita e decidi se fa schifo e va cambiata.
E per chi se lo chiedesse, oh sì, litigare da lontani è possibile eccome!

lunedì 13 luglio 2015

Rifletto

...sulle mie scelte, su quelle fatte e quelle che farò.
...su cosa volevo, su cosa voglio, su cosa vorrò.
...sulla gravidanza, quella di adesso, ma anche le altre.
...su come organizzare la festa della Belva senza farmi prendere dal panico e dallo stress.
...su cosa fare per non annoiare troppo i nani, ma nemmeno per sovraccaricarli troppo.
...su come migliorare certi aspetti della mia vita un po' carenti.
...su come tenere a bada gli attacchi d'ansia che ogni gravidanza mi porta.
...sulle prossime settimane, le ultime che questa volta sono ancora più faticose.
...sui miei errori e su quelli degli altri, che non si finisce mai di imparare da tutti.
...sulle discussioni che vorrei fare, ma per cui non ne ho più la forza.

Per questo non scrivo, rifletto troppo e normalmente lo faccio distesa sul letto o spaparanzata sul divano.
Direi che come scusa è molto meglio di momento di pigrizia cronico!

giovedì 2 luglio 2015

Fine creche

Oggi il Vitellino ha fatto il suo ultimo giorno di creche.
Sono entrata stamattina da quel portone con un piccolo magone, ricordando le ansie, le paure, le lacrime che mi hanno accompagnato i primi periodi, quando ci ho portato una Belva di due anni e un Vitellino che nemmeno camminava, esaurita dopo un anno a cercare di crescerli praticamente sola, frustrata per non esserci riuscita, ma sollevata per poter ritrovare qualche ora solo per me.
Quando sono andata a riprenderlo, quando le maestre l'hanno salutato calorosamente chiedendo tanti e grandi bisou, quando rispondevo che forse ci rivedremo con il nuovo arrivo, ma non certo il prossimo anno, ho dovuto ricacciare qualche lacrima.
Forse è colpa della gravidanza, ma questa fine mi ha colpito molto più di quanto mi aspettassi. Avere due bambini così vicini uno all'altra non ti fa assaporare tutte le tappe, perchè ti ritrovi ad affrontarle due volte nel giro di un anno, da una parte diventano più facili, ma dall'altra un po' scontate.
E quindi la fine della creche della Belva non mi aveva proprio toccato, sapendo che il Vitellino ci sarebbe tornato a settembre, ma questa volta...quando deciderò di far andare l'ospite all'asilo non so se sarò ancora in Francia, non so dove saremo, non so cosa saremo.
Io poi non sono per niente francese, le relazioni difficilmente rimangono superficiali, una parte di me sarà sempre grata alla maestra L. per aver sbloccato l'anno scorso la Belva, nel parlare e nell'amare la scuola, come sarò sempre contenta che il Vitellino ha goduto della maestra S. decisamente più estroversa ed energica rispetto alle altre, perfetta per lui. Faranno sempre parte di me, del mio passato, dei miei ricordi e forse anche in quelli dei miei bimbi.
Vabbè oggi sono un po' sentimentale, prendetemi così!

martedì 30 giugno 2015

Luglio col bene che ti voglio...

Ultimi metri prima del traguardo: giovedì ultimo giorno di creche per il Vitellino, venerdì fine ecole per la Belva. Siamo tutti molto stanchi e io personalmente inizio ad avvertire l'impazienza dell'ultimo mese prima del ritorno del Navigante, ossia quando vedi che la fine è ormai vicina e ti sembra che il tempo si fermi invece che continuare a scorrere normalmente.
Questo weekend appena trascorso poi mi ha ricordato ancora una volta quanto è bello essere insieme, condividere questa esperienza expat insieme, gli amici, il mare e i nostri figli che crescono.
E' stato un lungo weekend di saluti pre-vacanze, ma anche di saluti ad amici che hanno fatto parte di questi due anni e che ora ritornano a casa, il che ha portato anche conoscenze nuove, persone che invece faranno parte dei prossimi anni.
Serate senza figli e picnic tutti insieme, nonchè due colazioni/brunch e l'arrivo del caldo vero, dell'estate, della voglia di fuggire nell'acqua, di mangiare cose fredde o già pronte, magari uscire, della necessità di iniziare ad organizzare il compleanno della Belva e del Navigante che compiono gli anni una settimana una dall'altro.
So che questo mese di luglio sarà lungo e a tratti faticoso, molti amici non ci sono, i bimbi saranno a casa tutto il giorno tutti i giorni, io sarò ancora sola che significa sobbarcarmi l'organizzazione della festa e probabilmente fare ancora un'ecografia sola.
Però è luglio, dopo aprile, maggio, giugno, finalmente luglio è alle porte. E anche stavolta siamo alla fine!

sabato 20 giugno 2015

Fête à l'ecole

Ormai stiamo raggiungendo la fine dell'anno scolastico anche noi, Questa settimana ho avuto la mia ultima lezione di francese, la prossima settimana terminerà la piscina, poi sarà la volta della creche e infine dell'ecole il 3 luglio.
Come ogni scuola, anche l'ecole della Belva ha organizzato la festa di fine anno con spettacolo, giochi, cibo...un pomeriggio davvero pieno di emozioni e ricordi.
Dello spettacolo ormai sapevo quasi tutto visto che la Belva raccontava ogni giorno all'uscita di scuola le prove, quello che facevano loro, i piccoli, e quello che invece facevano i più grandi, ma quando qualche giorno fa mi sono trovata nel cortile della scuola un vero e proprio palcoscenico, ho dedotto di non avere la benchè minima idea di quello che in realtà sarebbe successo.
Lo spettacolo è durato un'ora, aveva il tema del Circo e ogni classe riproduceva qualche numero circense: c'erano i cavallerizzi, i leoni, i giocolieri, gli equilibristi e i più piccolini erano i pagliacci. Una tenerezza unica vederli scendere tutti colorati e truccati, ballare, ridere e cercare la proprio mamma o il proprio papà tra la folla.
La Belva quando è uscita dalla classe e ha visto tutta quella gente ha fatto una faccia davvero terrorizzata, ma poi ci ha visto, me, la sua nonna e il Vitellino, e raggiante ha iniziato a salutarci con la mano. Se ci penso mi commuovo...ancora :)
Dopo lo spettacolo sono stati organizzati dei giochi come la pesca delle papere, il mini basket, un percorso, giochi in legno...pagavi con un ticket e alla fine ricevevi un piccolo regalo. Anche il mangiare veniva pagato attraverso questi ticket che venivano venduti in pacchi da 10 per 10 euro. Come mangiare c'erano torte salate, dolci, bibite portate dai genitori di tutta la scuola e poi salsicce, panini e patatine fritte offerti dal comune, che ha messo a disposizione anche tutta l'attrezzatura per lo spettacolo (come il palcoscenico e l'impianto sonoro). Infine nelle scorse settimane erano stati venduti i biglietti per la tombola, i numeri sono stati estratti durante la festa e verranno affissi in bacheca.
E' stato davvero un lungo giorno, una festa incredibile, i bambini erano ipereccitati tanto che, avendo poi saltato la siesta, alle 19.30 erano già ronfanti nel letto! Non mi aspettavo certo tutto questo e devo dire che è stato davvero emozionante anche per me!
Aspetto con ansia l'anno prossimo, quando sul palco avrò entrambi i nani...sempre che l'Ospite, ormai di 7 mesi, mi lascerà abbastanza in pace per godermi tutto lo spettacolo :D

giovedì 11 giugno 2015

Giornata di...cacca!

Il Vitellino oggi, che non aveva nessunissima intenzione di fare la siesta, ha ben pensato, quando gli è venuto lo stimolo per la cacca, che invece di avvisare o andare sul water solo (come sa fare benissimo) di farsela nel pannolino che gli metto per dormire e per poi aprirlo spalmando cacca in tutta la stanza. Letteralmente in tutta la stanza: letto, lenzuola, cuscino, peluche, muri, ovviamente per terra e per non farci mancare niente anche il mio letto, il mio materasso e il mio cuscino di allattamento con cui dormo sempre.
Forse ora per chi legge la cosa pare comica e probabilmente tra qualche anno lo sarà anche per me, ma questo pomeriggio ho avuto istinti omicidi, se poi aggiungiamo il fatto che nessuno dei due alla fine ha dormito, proprio oggi vigilia della kermesse all'ecole della Belva, ossia giorno lungo, senza siesta e tanti, tantissimi stimoli. Oggi DOVEVANO dormire.
Sul momento ho pensato che fosse stata una fortuna che mia madre fosse qui, è arrivata ieri e il suo aiuto nel pulire tutto è stato fondamentale. Ma poi il momento pulizia è passato ed è arrivato il momento "scassiamo i coleotteri a una figlia già abbastanza provata da tutta una serie di situazioni stressanti" cercando di limare la mia ira ad ogni occasione e continuando a ripetermi incessantemente Stai calma!! anche quando il Vitellino non faceva altro che sfidarmi, non faceva altro che fare capricci, non faceva altro che fare quello che non doveva.
Arrivando al culmine di dirmi, quando ho messo il Vitellino seduto sulle scale in castigo e dopo che io le ho ricordato che lei mi avrebbe già da mò tirato qualche sberlone in una situazione del genere, che nemmeno io li sto educando bene perchè mi arrabbio, li metto in castigo, urlo.
Della serie da che pulpito...sono scaturita, le ho detto che l'ho chiamata per darmi una mano, ma che se deve stare qua a criticare perchè non le sta bene come educo i miei figli, la porta sa dov'è. Cominciamo bene questo lungo mese di convivenza...
Giornata di cacca in tutti i sensi!

giovedì 4 giugno 2015

E nonostante tutto...

E poi tra uno strillo e uno strepito, li guardo.
E vedo una Belva che si veste e sveste completamente da sola, si allaccia e si slaccia la cintura dell'auto, "legge" i libri inventandosi di sana pianta la storia, conversa amabilmente sulla sua giornata e per farti capire che deve dire qualcosa ti dice "aspetta, tocca a me, adesso ti racconto una cosa".
E vedo un Vitellino che finalmente dorme tutta la notte, anche se si sveglia mooolto prima rispetto all'orario previsto, che per cambiarsi ha solo bisogno di qualche dritta su come mettere la maglietta o da che lato vanno i pantaloncini, che sebbene capriccioso fino alla morte non dimentica mai un grazie o un per favore.
E li sento parlare alternativamente e senza problemi in italiano e francese, capiscono e ogni tanto si lanciano anche con lo spagnolo e, non paghi, ogni tanto fanno finta di parlare tra loro in inglese, inventandosi tutte le parole di sana pianta.
Per me questo è un periodo di transizione in cui sopravvivere, in cui l'obiettivo principale è non sclerare, ma per loro è comunque un momento di crescita continua, loro non si fermano, loro vanno avanti e io almeno sono qua e li guardo fare passi da gigante.

La Belva: ti voglio tanto bene mamma.
Il Vitellino: anche io tanto tanto.

E quindi vabbè, cuore duro e sempre arrabbiato si sciolse in un abbraccio a tre.

venerdì 29 maggio 2015

Senza au pair

Au Pair è partita. No, non l'ho cacciata, nè se n'è andata sfinita (almeno in teoria...), semplicemente ha ricevuto un'offerta di lavoro nella sua città e ieri ha preso baracca e burattini ed è partita.
Sono da una parte poco sorpresa della cosa, sin dall'inizio ha ricevuto telefonate per lavori, sia di au pair che non, inoltre non siamo riuscite a creare un legame e, anzi, devo ammettere che per certi versi è un sollievo non averla qui, in fondo non sempre è stata d'aiuto. Certo mi fidavo e potevo uscire abbastanza tranquilla, ai bimbi piaceva, ma quando ero presente, tutto cambiava. Perennemente attaccata al cellulare dovevo sempre dirle cosa fare o cosa non fare e quindi controllare sempre e comunque la situazione, che poi è quello che faccio quando sono sola...e allora tanto vale!
Inoltre avevo già chiesto a mia madre di venire perchè ho assoluto bisogno di qualcuno che si curi di me. L'orticaria sta passando, dopo quasi una settimana, ma mi ha lasciato a terra moralmente e mi ha tolto due chili fisicamente, che significa che fa -3kg dall'inizio gravidanza e sono al quarto mese abbondante...
Quindi devo solo aspettare dopo il 10 giugno (e sperare che i vari esami che mio padre sta facendo siano a posto) e poi arriverà la mamma - santa mamma!!...e guardate che detto da me è un evento! - con il suo trolley di scassature di palle e amore.
Però però non è che sia poi così tranquilla, devo passare quasi due settimane sola con i nani, un fisico in perdita e un umore nero che mi fa sclerare ogni tre per due. Non invidio i miei figli, ad avere a che fare con una mamma sclerata, un padre lontano e una vita che non è organizzata da qui a un paio di giorni. Sto creando dei serial killer probabilmente...
E comunque questa seconda avventura come famiglia ospitante Au Pair è finita, con tanto amaro per non aver potuto creare lo splendido clima creato l'anno scorso e con la consapevolezza che bisogna seguire il proprio istinto fino in fondo, perchè io volevo scartarla da subito, magari per i motivi sbagliati, però la prima impressione non era buona, ma poi ci abbiamo parlato su skype, i bimbi mi chiedevano di lei nei giorni successivi, il non riuscire ad avere contatti con altre ragazze...insomma un misto di cose, ci ha portato alla sua scelta.
Si impara su tutto nella vita, anche a scegliere Au Pair.

lunedì 25 maggio 2015

Non riuscire a rialzarsi

Il periodo non è decisamente dei migliori. Dopo tre mesi di lacrime ormonali, ho iniziato il secondo trimestre di gravidanza con una settimana di antibiotici per una laringo-bronco-tracheite e ieri sono finita in pronto soccorso per un attacco di orticaria.
Un attacco di orticaria, sì, che è iniziato sulla chiappa destra è passato su quella sinistra e poi su tutte le gambe, fino ai piedi e non vi dico il prurito di quest'ultimi com'è stato. L'ipotesi è che in spiaggia ieri mattina mi abbia punto qualcosa o abbia toccato qualcosa che mi ha scatenato tutto questo.
Ho dovuto prendere almeno ieri sera del cortisone, ma il mio senso di colpa mi ha impedito di andare a comprarlo oggi per la cura di tre giorni che mi avevano consigliato. La pelle comunque è tornata normale, forse solo un po' più sensibile e quindi preferisco non imbottirmi.
In tutto questo il Vitellino non me ne risparmia una e io non riesco a gestire la mia rabbia, la mia solitudine, la mia stanchezza. Urlo e mi partono le mani e i sensi di colpa.
Non so cosa fare, vorrei andare a casa e stare con mia madre, vorrei avere qualcuno che si prenda cura anche di me, ma i bimbi hanno le feste di fine scuola, la prima gita della Belva e tante belle cose, ma non una madre in grado di fare la madre decente.
So che è solo un periodo e che dovrei rimboccarmi le maniche, ma se continuo a star male e a non dormire quanto mi serve (visto che i nani tendono a svegliarsi molto molto presto) non riesco nemmeno a rialzarmi. La au pair è certo un aiuto, ma non abbastanza, non nelle condizioni in cui sono adesso.
Scrivo per pensare, scrivo perché mettere nero su bianco mi aiuta a fare brainstorming e per sentire un po' di voci esterne. Non è decisamente uno dei miei migliori periodi...

sabato 16 maggio 2015

Ci sono!

Sono stata assente tanto tempo.
Siamo andati due settimane dai nonni, durante le cosiddette vacanze di primavera. Mi sono rilassata, perchè tra Au pair e mia mamma, non è che avessi tutto sto gran da fare, se poi aggiungiamo che non ho praticamente mai cucinato, mi chiedo ancora come non mi sia mortalmente annoiata. Invece sono stata decisamente e stranamente molto bene, mi sono goduta l'amore della famiglia, mi sono innervosita, ma non abbiamo avuto grossi litigi, il che è davvero sorprendente.
E poi mi sono ammalata, un forte fortissimo raffreddore. Non volevo tornare a casa, farmi 8 ore di macchina partendo alle 4 del mattino, tornare in Francia, sola, di nuovo (Au pair non conta, averla intorno mi ricorda solo che non ho intorno il Navigante...poraccia!) e pure mezza acciaccata. Passerà, mi sono detta, ci vogliono ancora cinque giorni al rientro. Invece sono peggiorata, mi è venuta la tosse e poi la febbre, ma sono dovuta partire perché dovevo tornare per l'ecografia di fine primo trimestre.
E sono arrivata a casa acciaccatissima, con la febbre alta e il medico che quando mi ha visto ha fatto una faccia davvero preoccupata, così io che non prendo mai farmaci mi sono vista rimpinzare di cose tra cui l'antibiotico, in gravidanza! Ma proprio tutte sto giro!
E perciò sono andata a fare l'eco con la febbre, l'antibiotico e una paura fottuta. Ne sono uscita con la febbre, l'antibiotico e una trentina di foto dell'ospite vivo e vegeto. Ma non ho avuto il tempo di godermele perché sono piombata a letto per svariati giorni e santo il momento in cui ho deciso di avere l'Au pair.
Ora sono risorta, più o meno, dalle sbrume di questa tremenda settimana, in cui tra parentesi mi si è azzottato il computer, da solo, mentre era spento da più di quindici giorni e fortuna che Au pair è informatica: me l'ha smontato e fatto l'inventario di tutti i pezzi che posso vendere, almeno ci ricavo qualcosina. Per ora sono con il portatile del Navigante.
Questo in soldoni quello che è successo in queste settimane, tralascio le paturnie, le lacrime, il mio rifugiarmi nel mio telefilm preferito (che tanto per martoriarmi un po' mi sto rivedendo dall'inizio), Au pair che per fortuna c'è, ma non è che sia esattamente il massimo e me la faccio andare solo perché sta qua un altro mesetto e basta, e poi i giorni contati perché arrivi luglio e quindi arrivi mia madre, il caldo, le vacanze e il Navigante, e soprattutto i nani ingestibili, che vogliono un padre, non solo una madre stanca, ammalata, incinta e nervosa, che sentono la sua mancanza in maniera profonda, che non fanno altro che ricordarmelo e che non mi risparmiano in nessuna occasione.
Prima che partisse mi dicevo: sono sopravvissuta una volta e quindi ce la farò una seconda, ora penso che se ci riprova ad andarsene così a lungo ancora mi trasferisco a casa di mia madre...pensate come sono messa!!!!

martedì 21 aprile 2015

Reazioni all'assenza del papà.

Sono sempre stata convinta che le partenze del Navigante colpissero più la Belva, per il suo forte attaccamento con il papà e forse per una trasposizione della mia infanzia, dove mio padre non è che fosse poi quella persona così presente nelle nostre vite, anche se fisicamente a casa.
In realtà quest'anno che entrambi sono più cresciuti e si capisce un po' di più le dinamiche di quello che sentono in questi periodi di assenza, è il Vitellino che più mi fa preoccupare.
Sempre stato molto attaccato a me, come ogni bravo maschio, in questo periodo lo sta diventando sempre di più, in maniera che alle volte non riesco proprio a gestire. D'altra parte però è irritante, fastidioso, risponde e sembra comportarsi male di proposito, non ascolta e mi tocca sempre fare la cattiva, poi però arriva il maschio di turno, qualche papà di amichetti, e si comporta come un soldatino se lui gli dice qualcosa.
Capisco che l'unico motivo per questi comportamenti sia l'assenza del papà, quello che non capisco è come fare per rendere meno difficile questi mesi, perchè anche per me non sono precisamente una passeggiata.
Mi consolo con i "ti voglio bene" della Belva, che non ha mai risposto ai miei fino ad ora, da qualche giorno infatti continua a ripeterlo ogni momento della giornata, abbracciandomi forte e dandomi tanti baci, il che non è decisamente da lei, sempre schiva e poco incline alle affettuosità. Di contro vuole difficilmente parlare con il papà al telefono, alle volte non vuole nemmeno dire ciao o buonanotte. Lo faceva anche l'anno scorso, è il suo modo per dire che non è contenta di quest'assenza, che non vuole nessun telefono, ma contatti reali.
Cerco di guardare i lati positvi, pensare che arriva l'estate e avremo un sacco da fare, che le giornate belle rispetto all'inverno volano, che negli anni impareranno che la distanza non conta se c'è amore vero, che cinque mesi su una vita non sono niente...però poi penso che sono bimbi, che l'unica cosa a cui gli interessa è essere circondati dalle persone che amano e che se per me è difficile, per loro dev'essere un dramma.
...e non è che gli ormoni dell'ospite in tutto questo aiutino...

sabato 18 aprile 2015

Parliamone và!

Vabbè dai, non è che posso proprio far finta di niente, anche se potrei benissimo passare per un'accanita bevitrice di birra! L'ospite c'è e ho visto il suo cuore battere questa settimana, quindi smettiamola di far finta di niente, almeno un minimo, anche perché nessuno prenderebbe sul serio un'accanita bevitrice di birra con i jeans premaman!
Quindi martedì ho fatto un'eco di datazione e si è scoperto che l'ospite è comparso il 28 febbraio, data del rientro del Navigante da una settimana in Bahrein, giusto un mese prima della sua partenza. Il suo arrivo è previsto il 21 novembre, giusto per rovinarci i piani che ci eravamo fatti per il nostro decimo anno di coppia (20 novembre)...sarebbe mica figlio mio se non scassasse i maglioni in qualche modo!
Per ora sintomi non pervenuti, se non momenti di stanchezza, ma che potrebbero comunque esserci, e uno stato di angoscia e depressione che mi sta facendo vivere, se possibile, ancora peggio questa partenza del Navigante.
Passo le giornate sull'orlo del pianto, tanto per capirci. E guardo la nuova Au Pair con misto di odio e fastidio, perché la sua presenza mi ricorda costantemente l'assenza del Navigante (poraccia, non sa cosa vuol dire avere a che fare con i due nani, me e i miei ormoni sballati!).
Sono molto molto giù e faccio davvero fatica a venirne fuori, nel frattempo i giorni passano, la panza cresce e fra un po' tutto questo sarà alle mie spalle. Ma nel frattempo mi tocca viverlo e non è per niente piacevole.

venerdì 17 aprile 2015

Avventure roccambolesche di viaggio sola con i nani

Alla fine sono tornata! Sono ancora viva e vegeta, i miei figli pure, anche se mi sono pure subita un volo cancellato causa sciopero dei controllori di volo francesi...lasciamo stare! Soprattutto lasciamo stare che mi avevano avvisato via mail che il volo era stato cancellato, ma era finita nello spam del Navigante che non ha controllato e quindi sono andata fino in aeroporto per niente...lasciamo stare!
A parte questo, il viaggio di macchina+treno+aereo doppiamentenano-munita e ospitenellapancia-munita è stato...stressante! Non è che non si fa, che sia impossibile o per poche mamme organizzate, si fa, si sopravvive, si ride (dopo, moooolto dopo) dei problemi, ma non è facile, nè tranquillo, nè rilassante, nè una cosa che rifarei nel prossimo futuro, se non costretta.
Ero sempre in bagno con uno dei due, i libri, gli adesivi, le storie duravano in media 5/10 minuti e finito il giro si ricominciava dall'inizio, nemmeno il tablet ha avuto molto successo, soprattutto con la Belva che a parte i Cantajuegos non segue un cartone animato per più di mezz'oretta.
E correre tra una navetta e un aereo, tra il parcheggio e il terminal, fare i passaggi di sicurezza è decisamente stancante. Vogliamo poi parlarne all'andata quando lo str**zissimo tipo ai controlli mi ha fatto staccare le ruote del passeggino quando io gli avevo detto che non sarebbe passato, per poi farmelo passare, come io avevo detto, nello scanner più grande, senza route, dall'altra parte rispetto a dove ero io?? Risultato: dopo mi sono dovuta prendere i nani, tutti i bagagli, le giacche che tenevo sotto il passeggino e le ruote e andare a prendermi il passeggino porconando in tutte le lingue del mondo!
In tutto questo di buono il Teminal 2 di Nizza è pieno di spazi gioco, anche se non esiste un cavolo di bagno dove possa entrare con nani e passeggino (a Luton solo dopo i passaggi di sicurezza, però non c'è uno sputo di area bimbi), la soluzione del problema era quindi mettermi nell'ultimo bagno utile e dopo aver fatto fare pipì ai nani, metterli sul passeggino, lasciare la porta semi aperta per controllare loro e i bagagli e fare di corsa pipì.
Insomma è stata dura, ma sono contenta di averci provato perchè ora so di potercela fare, so che nonostante tutto la fantasia non mi manca e che qualcosa trovo come soluzione. E la mia autostima ringrazia :)

martedì 31 marzo 2015

Machimelhafattofare?!?!?!

Ok il mio ultimo post era veramente da sparo...non è che il mio umore sia poi molto cambiato, però dai ce la posso fare...soprattutto con la au pair, perché da sola rischio di stare quattro mesi senza voce!
Faccio sempre la parte della mamma urlona, soprattutto in assenza del marito, ma questa volta ho capito che non è solo questione di gridare, ma anche di dover spiegare, rispondere, rispiegare, ririspondere...insomma con sti due non si riesce a star zitti un secondo e, tenendo conto che da piccola mi hanno diagnosticato dei noduli alla gola, bastano due giorni e divento afona!
Comunque siamo alla vigilia di questo mio primo viaggio sola e nano-munita, anzi doppionano-munita e ospitenellapancia-munita. Avrò il passeggino con la pedana, un trolley, uno zaino, lo zainetto dei giochi per intrattenerli e la mia mega borsa da viaggio dove posso farci stare pure un lampadario, come Mary Poppins!
Parto dalla Costa Azzurra dove finalmente è arrivata la primavera e 20º (anche se il mistral rovina un po' l'atmosfera oltre che i nervi di tutti), per arrivare in una Nottingham con scarsi 12º, vento e pioggia. Mia sorella ha detto di portare il berretto di lana, ma mi sono rifiutata che sono già a tappo, per di più metà della valigia è con ricambi per il Vitellino piscione! Hanno il cappuccio sul giubbotto e se non basta ce ne staremo in casa!
Sognando la Costa Azzurra ovviamente...
Vi auguro una buona Pasqua, pensatemi tanto domani e se sentirete di un aereo schiantato, questa volta non sarà il suicidio del copilota...

sabato 28 marzo 2015

Sola e terrorizzata

Sono state settimane intense, ci siamo preparati alla partenza del Navigante com tutte le incombenze pratiche, abbiamo affrontato la zampa rotta della nostra micina, che ora è a casa e ha bisogno di un mese di riposo (non è per niente contenta di ciò!), siamo stati tanto insieme, abbiamo litigato parecchio perchè quando il Navigante è in procinto di partire con la testa lo fa già qualche settimana prima del corpo...E poi ecco arrivato il momento di dire: bè ciao ci si rivede tra quattro mesi!
Fino al giorno prima giuro che tutto mi sembrava ben organizzato e fattibilissimo, fiduciosa nelle belle giornate che arrivano, dei tanti amici che ho intorno e dell'organizzazione del primo periodo con viaggio per Pasqua da mia sorella neoexpat a Nottingham e vacanza di primavera dai miei.
Poi però ci si scontra con la dura realtà del salutare tuo marito e sapere che quell'abbraccio non lo potrai più avere per quattro mesi, che ogni magagna te la devi sciroppare tu e solo tu, che i bambini sono giustamente ingestibili e io....porca mannaggia...incinta! Con tutto quello che comporta anche in fatto di stanchezza e cambiamenti di umore.
Non aiuta nemmeno che lui sia partito di venerdì, il primo venerdì del primo weekend di sole e caldo da un mese a questa parte. Che questi raggi caldi vorrei tanto godermeli con lui e questi due giorni con i bimbi a casa dalla mattina alla sera non sono affatto facili.
Non pensavo di reagire così, sono in preda costante di lacrime e terrore, ho il grido facile e la pazienza sotto i tacchi, che so essere normale finchè non troviamo un equilibrio, ma con la differenza di aver paura di non riuscire a trovarlo.
E tra quattro giorni mi devo sciroppare il mio primo viaggio sola con loro due, che non riesco a gestire in casa, come farò in macchina+aereo+treno? E tutto sto stress e ste grida di certo non fanno bene all'ospite e quindi mi sento pure in colpa per quello.
So di essere in un abisso e che non posso far altro che risalire...oppure iniziare a scavare...so che sono i primi giorni, so che poi arriverà anche la nuova Au Pair e sarà un po' più facile, ma irrazionalmente vorrei solo accoccolarmi sotto la coperta chiudere gli occhi e riaprirli in agosto...
Scusate il momento down, ma ho bisogno di parlarne e non so con chi farlo...

lunedì 23 marzo 2015

Spese mediche (umane e animali) in Francia

Questo weekend all'insegna della pioggia è stato anche un weekend di preoccupazioni per la nostra gatta, che per tre notti non ha dormito a casa; l'abbiamo vista sabato pomeriggio nel giardino dei vicini e poi nulla più. Ogni volta che aprivamo una porta o una finestra chiamavamo a gran voce, spesso utilizzando i croccantini come richiamo, ma niente. È ritornata stamattina - e grazie al cielo ero a casa - me la sono trovata in giardino, distesa e quando l'ho vista camminare ho notato immediatamente che qualcosa non andava: zoppicava, ma non per una botta o una ferita, zoppicava per qualcosa di più serio.
Ho giusto avvisato il Navigante che era tornata e sono corsa dal veterinario, che, senza preoccupazione alcuna, ha cominciato la visita dicendo che questo era il periodo degli amori, quindi delle dispute tra gatti e sicuro si era fatta male in quel modo. Poi l'ha tirata fuori dalla gabbietta e si è fatto serio: Ah no, qui c'è una frattura a livello di tibia e femore, è stata investita!
Ecco, ora sappiate che io soffro più per un animale che sta male, che per un umano e che sono da poco passati due anni da che è morto il nostro primo gatto, quindi immaginate come mi possa essere sentita. Comunque alla fine è stabile, me l'hanno fatta riportare a casa e hanno fissato l'intervento per domani mattina. Non può uscire dalla gabbietta e da stasera niente più cibo e acqua...e domani vedremo come andrà.
Vi scrivo tutto ciò non solo per rendervi partecipi di quello che succede in casa mia, ma anche per rendermi utili a chi vive o si sta per trasferire in Francia. Le spese mediche per gli animali qui sono molto, ma molto più elevate rispetto all'Italia, basti pensare che la non-visita di stamattina (il veterinario non ha fatto niente, solo constato la frattura e chiamato il centro dove l'opereranno per prenotare l'operazione) mi è costata 40 euro e l'operazione sarà abbondantemente sopra i 500 euro! Quindi se potete, non fate come me: mettete il chip al vostro animale e fate un'assicurazione che copra almeno una parte dei vari costi, ne ho viste alcune (troppo tardi però, avrei dovuto farlo prima!) da tipo 10 euro al mese, davvero niente.
Per quanto riguarda invece il regno umano, qui c'è un sistema simile a quello americano: normalmente si ha un'assicurazione pagata dall'azienda in cui si lavora che copra un tot (a noi copre l'80%) delle spese mediche, in più se si vuole si può aggiungere una mutuelle che copra il resto e magari le spese non coperte come il dentista. Generalmente comunque tutte le visite mediche, dal medico di base o quelle che per noi sarebbero private, qui non costano una cippa lippa (visita specialistica dal dermatologo per il Vitellino: 28 euro di cui l'80% rimborsato), così come i farmaci, però se ti ritrovi in ospedale per una qualche urgenza come è successo a me per il raschiamento di settembre, te tocca pagà se non hai una mutuelle che ti copra tutto.
La scelta è molto personale, ma credo che se si decida di stabilirsi in maniera definitiva qui in Francia conviene valutare queste assicurazioni aggiuntive, soprattutto se si hanno bambini...e animali, ovvio!

mercoledì 18 marzo 2015

Mamma craft...maledetto Pinterest!

Passiamo ad un argomento un po' più leggero, valà, che qui l'attesa è lunga e non posso/devo stare a rimuginarci troppo su...
Pinterest, quel maledetto, mi fa entrare un turbinio di idee in testa che faccio davvero fatica a starci dietro e, sebbene io non sia proprio una che di manualità ci campi, ho iniziato a bazzicare tra foto con hashtag tipo craft, homemade, rotoli carta igienica, reciclo, tappi...e ovviamente - maledetto Pinterest! - mi si è aperto un mondo!
Ora che i nani iniziano ad essere un po' più coscienti di quello che fanno con carta, pennarelli e forbicine ho pensato di tenere da parte tutta una serie di cose che normalmente finirebbero nell'immondizia per farli giocare. All'inizio si trattava per lo più di cartoncini che passavano il tempo a tagliuzzare, sparpagliandomeli in casa come fossero coriandoli, ma tranquille: la mia parte hitleriana glieli faceva raccogliere tutti, uno per uno, tanto che alla fine si sono ridotti a tagliare vicino alla busta della carta per buttare direttamente via il risultato di cotanto tagliare.
Poi un giorno è scattata una molla, la Belva mi porge un catroncino e dice "Guarda mamma ho tagliato dei pantaloni!", allora mi sono seduta con lei e le ho iniziato a tagliare tutte le parti mancanti che lei andava via via ad incollare: maglia, scarpe, mani, testa, capelli...alla fine abbiamo creato un omino e un omina, la mamma e il papà! :)
Da lì è cominciata la spirale del "teniamo tutto il riciclabile e utilizziamolo per qualcosa"...già, ma per cosa? Ripeto che io non sono proprio una maga della manualità, nè tantomeno ho molta fantasia; datemi due ingredienti, una manciata di spezie, una padella e vi invento un piatto, ma con carta e forbice campa cavallo! Quindi arriva Pinterest, già mio complice quando devo decorare torte e cupcakes, che mi da una marea di idee!
Quindi ora sotto il tavolo del computer ho una scatola di cartone dei Gran Turchese formato famiglia (eccerto si ricila pure la scatola!) con dentro tappi del latte, cartoncini di varie metrature, carta velina (quella con cui ricoprono i vestiti o qualche regalo che si può rompere), colla tipo Vinavil, gli immancabili rotoli di carta igienica e un tubetto di colore nero, che mi era servito l'anno scorso per la festa a tema Topolino della Belva. Il tutto si unisce alla dispensa nanesca di pennarelli, matite, adesivi, acquarelli, etc.etc. e alle miriade di scatole e scatolini che abbiamo in garage.
Devo dire che i nani apprezzano, generalmente io faccio le cose più difficili, loro decorano e incollano e quindi le opere non sono certe degne delle bellezze che ho visto in internet, ma la gioia con cui mi aiutano o anche solo mi guardano meravigliati è impagabile. Domenica scorsa poi le figlie di una coppia di amici (una dell'età del Vitellino, una un anno più grande della Belva) sono rimaste con noi tutto il giorno mentre i genitori si godevano la domenica liberi (quando il Navigante tornerà succederà il contrario: noi smolliamo i nani alla coppia di amici e ci godiamo una giornata soli soletti), sfiga ha voluto che ha piovuto tutto il santo giorno >.< e quindi mai come quel giorno tutti i rotoli di carta igienica sono stati la nostra salvezza! L'obiettivo era un treno: io avevo già preparato le due locomotive e tagliato da un cartoncino tutte le ruote, loro hanno colorato quelle e i rotoli che poi sarebbero diventati i vagoni, infine io ho incollato il tutto. Questo il risultato:


Lo so, normalmente non metto foto, ma credo che l'immagine valga più di mille parole e credo che possa essere di conforto a chi, come me, crede di essere un'impedita cronica per le cose manuali...se ce l'ho fatta io, anzi noi, credetemi che ce la può fare chiunque! Inoltre vuoi mettere il valore educativo di insegnare il riciclo di oggetti, in particolare la carta, per creare divertendosi?
E giusto perchè mi sono presa bene con le foto, vi faccio vedere un altro modo semplicissimo per usare i rotoli di carta igienica:


Una farfalla con tanto di coda fatta con le stelle filanti...se non è super riciclo questo!!

PS: giuro che piano piano inizierò a mettere le foto, me le chiedete spesso soprattutto per i viaggi e credo che in fondo, anche solo per ascoltare le mie lagnanze, ve le meritiate :D

domenica 15 marzo 2015

La vita che va avanti e scoprire di non essere pronti

Ci sono sogni, ci sono desideri e la vita che ci si crea in testa.
E poi c'è la vita vera con le sue regole contorte, ci sono ostacoli, scorciatoie, lunghe strade noiose o avventure dietro l'angolo.
Infine tutto è infarcito di emozioni. E spesso le emozioni stridono con quello che succede, spesso si è felici in un momento difficile oppure spaventati, arrabbiati, tristi davanti a un desiderio che si è realizzato o potrebbe realizzarsi.
Una volta, dopo aver visto quelle due linee colorarsi di rosa, avrei urlato al mondo quello che mi capitava, le emozioni, la gioia, la paura. Ora sono completamente, totalmente bloccata, un piccolo pezzettino di ghiaccio che non sa proprio cosa pensare. Mi sono intestardita di voler scrivere qualcosa qui sul blog per condividere quello che sento, per sfogarmi e far sentire altri meno soli, ma sto facendo una fatica impressionante, forse perché mi vergogno dei miei sentimenti.
Ho una faccia da funerale e vivo come se da un momento all'altro tutto debba finire, sto organizzando la mia vita non intorno alla gravidanza, ma intorno alla sua fine, cerco di non pensarci affatto, ma anzi mi soffermo più sulle difficoltà ("Ma come farò con tre? Sarà stata la scelta giusta? Non sono un po' egoista a volerne avere un altro? I viaggi ora saranno più difficili e dispendiosi...") che sulla magia che un nuovo membro porterà nella nostra famiglia, a quella non ci riesco proprio a pensare perché il pensiero successivo è SE ci sarà un nuovo membro. E poi sono arrabbiata, con me e con la natura che mi ha fatto passare quello che ho passato, rendendo questo sogno un incubo da cui scappare, e ovviamente spaventata perché devo affrontare tutto da sola, o per lo meno la parte più difficile (il Navigante torna quando io, se tutto andrà bene, avrò già fatto la morfologica).
Comprendo razionalmente che questi sono tutti meccanismi di difesa che prendo per non dovermi troppo affezionare, perché ho paura di dover soffrire di nuovo e che il restare sola per i primi 4 mesi di gravidanza non aiuta. Ma d'altro canto mi rendo conto che devo fare qualcosa per uscire da questo circolo vizioso, sia per me, che probabilmente sto affrontando l'ultima gravidanza della mia vita (vada come vada), che per questo esserino che si sta formando dentro di me e che ho cercato e voluto con tutta me stessa.
Scrivere è il primo passo, lasciare perdere la scaramanzia del "parliamone solo quando saremo in zona sicura" (perché esiste una zona sicura?), riconoscere davanti a me stessa e a tutti gli altri che sono incinta ancora, per la quinta volta (anche perché se non lo riconosco io, ci penserà a breve il mio corpo che inizia già a prendere la forma O__o), è il modo che sento mi permetterà di lasciarmi andare. O almeno spero...
Ma se tutto questo non dovesse aiutare me, spero almeno aiuti qualcun altro nella mia stessa situazione, facendolo sentire meno solo di fronte al guazzabuglio emotivo di una gravidanza dopo un aborto e soprattutto facendogli capire che non è l'unico a provare quello che sta provando. Perché questi sono solo gli strascichi del lutto appena subito, non ci si deve vergognare, né sentirsi in colpa, perché un aborto è un colpo forte, a qualsiasi epoca gestazionale sia avvenuto, e una successiva gravidanza potrebbe mettere a dura prova i precari equilibri raggiunti.
Ecco, questo è quanto. Avrei dovuto partorire fra qualche settimana e invece sto affrontando i dubbi e le paure di una nuova gravidanza, l'ultima che mi concedo, perché di gioia ne ho avuta tanta, ma anche di dolore e credo di non poterne francamente più. Accompagnatemi in questo viaggio, sosteniamoci a vicenda e vediamo cosa ne esce.

lunedì 9 marzo 2015

Gli alleati e, soprattutto, le alleate

Questi sono giorni molto busy, tante cose da fare, tante cose da pianificare, l'arrivo della bella stagione e quindi la voglia di stare fuori e non chiudersi in casa. Finalmente ho però il tempo di raccontarvi le ultime riflessioni che sto facendo riguardo a questa esperienza expat con figli.
La nostra è davvero una particolare nonchè entusiasmante situazione: viviamo in Francia, in casa parliamo italiano e spagnolo, siamo circondati da una comunità straniera particolarmente attiva in cui la lingua che primeggia è l'inglese.
E quindi capita che giovedì mi incontro con un'amica spagnola per un caffè insieme con la Belva, sabato andiamo ad un barbecue a casa di una coppia tedesca con figli piccoli di cui una dell'età del Vitellino e l'altro di pochi mesi, e infine domenica sera festeggio il giorno internazionale delle donne con una dozzina tra francesi, inglesi, americane, una spagnola, una tedesca, una norvegese (la padrona di casa) ed io. Queste famiglie, questo gruppo di persone è per noi il gruppo degli Alleati, che inizialmente aveva un'accezione più che altro militare, ora invece inizia a prendere forma qualcosa che va ben oltre.
Certo sono alleati militari per quanto riguarda il lavoro, ma sono alleati perchè sono quelli che sanno cosa stai vivendo, quelli a cui puoi chiedere di tenere il gatto o di fare lo spurgo della piscina durante il periodo delle vacanze, quelli con cui t'incontri per un caffè, un picnic, una cena, quelli con cui condividi questa esperienza in toto.
E le donne, le alleate, in tutto questo sono le migliori amiche su cui puoi contare in questo momento, quelle che possono capire cosa significa veder partire il tuo uomo per quattro mesi, quelle con cui gioire quando torna, quelle che ti raccontano tutte le loro tremende esperienze per farti sentire meno sola quando gli racconti quello che è successo, quelle con cui ti organizzi per vedersi al parco con i bimbi durante le vacanze scolastiche.
Siamo una piccola comunità sempre in cambiamento, c'è chi viene per due, chi tre, chi otto anni, chi parte, chi resta, chi si aggiunge, ci sono mogli di militari, alcune esse stesse militari, ma in aspettativa, amiche aggiunte strada facendo, di solito mogli di militari francesi, c'è chi non si incontra quasi mai, chi si vede solo ai Cheese&Wine (una serata organizzata una volta al mese da militari francesi a cui però partecipano quasi tutti gli alleati) o alle Ladies breakfast (una colazione al mese che facciamo tra noi donne), chi vorrebbe restare per sempre e chi vorrebbe ripartire domani, chi parla perfettamente il francese, chi invece dall'inglese non si schioda o chi come me cerca di sopravvivere tra le varie lingue :D
È rassicurante tutto ciò. È come camminare su una fune in bilico, ma sapere che comunque vada qualcuno sotto ti potrà aprire una rete di salvataggio e vi posso assicurare che non è poco. Inoltre trovo così bello poter raffrontarmi a così tante culture differenti, sapendo che però in fondo siamo tutti molto simili e che avremo la certezza di avere degli amici pronti ad accoglierci a braccia aperta in casa loro. Ovunque sia, casa loro...
Se poi invece penso ai miei figli, le emozioni sono ancora più forti: sono orgogliosa di potermi permettere di fargli fare questa vita, di fargli vivere un'esperienza così internazionale, ma nel contempo di poter essere per lor il porto sicuro, quello che comunque vada non si sposta; inoltre sono orgogliosa di come la stanno vivendo, di cosa stanno imparando, di quanto si sanno adattare, di come per loro giocare con le lingue sia naturale, tanto che ormai iniziano ad apprendere le parole basilari di inglese senza che nessuno gliele abbia insegnate, ma solo sentendole pronunciare tra noi adulti.

E questo secondo me è l'esempio migliore che possa darvi, una breve conversazione mentre aspettavo la mia amica spagnola per il caffè insieme giovedì alla Belva:
La Belva: Mamma, come si chiama la tua amica?
Io: A.
La Belva: E che lingua parla la tua amica?

Ho sorriso, stupita per la domanda, e le ho detto che parla spagnolo, come papà. Lei è stata contenta e ha detto: Mamma mi piace tanto A. :)

sabato 28 febbraio 2015

Ancora au pair, ancora 4 mesi lontani

Mentre un anno fa preparavamo il ritorno a casa del Navigante dopo un'assenza di quasi 5 mesi (a onor del vero preparavo il viaggio alle Seychelles, ma questa è una sottigliezza :P), ora ci accingiamo ad organizzarci per la sua partenza. Eh sì, altri 4 mesi lontani, altri 4 mesi da non-famiglia, altri 4 lunghissimi mesi senza essere davvero noi.
E quindi dopo aver cercato di far tornare la nostra Au pair dell'anno scorso (impossibile, è in Argentina fino a data da destinarsi), dopo aver cercato di intrattenere qui la mia amica italiana che sta facendo l'au pair da un anno e mezzo in una famiglia toulonese e di tanto in tanto fa la babysitter ai nani (impossibile, deve presentare la tesi), dopo aver cercato l'appoggio di una mia vecchia compagnia di sport (impossibile perchè anche lei invischiata con ultime esami/tesi all'università)...dopo tutto ciò, abbiamo rifatto l'iscrizione sul sito di Aupairworld e stiamo cercando colei che mi aiuterà nei mesi senza il Navigante.
Quest'anno è tutto molto diverso, so di potermi arrangiare tranquillamente da sola con i nani per lunghi periodi e infatti visto l'andazzo di aprile (una settimana da mia sorella neoexpat a Nottingham per Pasqua e a casa dai miei per le vacanze primaverili di fine aprile/inizio maggio) ho pensato di far venire la nuova Au Pair a metà maggio e rimanere sola per quel paio di settimane che passano tra Pasqua e le vacanze.
Non ci saranno viaggi paradisiaci inframissione perchè la nave farà due soste lunghe, una a inizio missione per le vacanze primaverili, ma non ha senso vederci dopo nemmeno un mese dalla partenza e per di più di nuovo alle Seychelles, e una a Gibuti, che diciamo non essere il massimo per la vancaza di un'allegra famiglia con figli, meglio magari per degli uomini single o molto affamati...capisciammè!
In compenso stiamo pensando di trovarci a fine missione, io arriverei con i bimbi (sola....aaaaahhhh!!!!!) in Bahrein dove il Navigante farà una settimana lavorando a terra e poi voleremo tutti insieme felicemente in qualche landa ancora da decidere...Stiamo visionando le zone intorno al Bahrein e per ora vince lo Sri Lanka. Qualche suggerimento o consiglio per altri posti lì vicino o per quello in particolare?
Inoltre so quello a cui vado incontro avendo una persona in casa tutto il tempo, so quanto è facile abituarsi ad averla sempre lì pronta ad aiutare, so quanto significa il rapporto che avrà con i miei figli, quanto ci segnerà tutti quanti l'affezionarsi e poi salutarci, so che ci saranno momenti di scontro, so cosa ho sbagliato e so cosa ho fatto bene, MA non so chi arriverà. La persona che mi ritroverò davanti sarà pur sempre una persona del tutto nuova da dover conoscere e a cui dare fiducia.
Infine quest'anno nel processo selettivo entrano in gioco anche i nani, soprattutto la Belva che è più grande e consapevole, che avranno pieno diritto di dire la loro e scartare eventuali candidate, del resto dovranno passare molto del loro tempo insieme quindi è giusto che nella loro misura ci aiutino a scegliere.
E per il resto si fa il conto alla rovescia, con il mio compleanno di domani si iniziano a contare i giorni che ci separano dal doverci salutare, mentre l'anno scorso contavo quelli che mancavano per rivederci. Se qualcuno osa commentare che "sapevo a quello a cui andavo incontro sposandomi con un marinaio" e/o che "dovrei esserne abituata" (frasi che mia madre non smette di dirmi) giuro che lo insulto!!!!!! :D

lunedì 23 febbraio 2015

Il travestimento e il gioco simbolico

Da quando ho visto questa immagine su Amiche di fuso mi sono trovato a riflettere molto sull'argomento e ora che si avvicinano le feste di Carnevale alla creche e all'ecole (non chiedetemi perchè qui in Francia si fanno in Quaresima!) ancora di più, vorrei quindi condividere con voi le mie riflessioni.
Da bambina mi piaceva il Carnevale, mi piaceva travestirmi e, non avendo ancora importato Halloween, mi toccava aspettare quell'unica volta all'anno per poterlo fare perchè i vestiti di Carnevale una volta messi venivano archiviati e non ci si poteva giocare. E ricordo che mia madre faceva di tutto per non comprarmi nessun vestito, ma cercava di creare il più possibile qualcosa di casalingo, non voleva spendere soldi (a casa mia il risparmio era davvero un'ossessione) per qualcosa che sarebbe stato usato una volta sola, chiaramente, visto che l'anno dopo sarei stata di sicuro più alta.
Quindi il mio spirito trasformista è stato usato con le Barbie, non facevo altro che vestirle e svestirle, facevo sfilate di moda e le cambiavo per andare a dormire, per uscire, per stare in casa proprio come facevo io. Solo anni dopo, avendo studiato Piaget al liceo, ho fatto due più due capendo l'importanza che ha il gioco simbolico nei bambini.
Per chi fosse a digiuno di psicopedagogia il gioco simbolico è quel tipo di gioco con il quale, attraverso la finzione, il bambino impara, sperimenta, mette in atto azioni che vede fare agli altri. Normalmente questi altri sono gli adulti con cui è più a contatto, ma non solo, si possono inserire a pieno titolo anche i fratelli maggiori o gli altri bambini con cui passa la giornata. L'immaginazione è la capacità principale che viene usata in questo tipo di gioco, nonchè una di quelle qualità che man mano che si cresce si rischia di perdere, soprattutto al giorno d'oggi con la tecnologia che non le lascia spazio.
Per farla breve, il travestirsi non è altro che uno dei tanti giochi simbolici, che si possono catalogare come i "giochi del fare finta", e se sei expat ti rendi conto che sembra che solo noi italiani non ne abbiamo capito l'importanza.
Inglese, americana, francese, norvegese, tedesca queste le culture con cui sono esposta stando qui e, chi più chi meno, mi ha mostrato come per loro sia naturale questo tipo di gioco in casa durante tutto l'anno. C'è una bimba inglese che ogni volta che la vedo è vestita da fatina o da principessa, l'anno scorso proprio da lei ho ricevuto in prestito il vestito di Carnevale per la Belva, tre in verità, non solo uno, avevo l'imbarazzo della scelta! E il compleanno del bimbo norvegese a fine novembre era una festa in maschera dove la Belva si è vestita da streghetta e il Vitellino da cowoboy. Il cowboy è stato facile: jeans, maglietta a quadri e cappello comprato l'anno prima, mentre il vestito da streghetta è di una bimba italofrancese con cui ci troviamo spesso a giocare e, a casa sua, l'ultimo cassetto della cassettiera in camera delle bimbe è proprio adibita agli abiti da poter utilizzare per travestirsi. E per finire in bellezza posso non ricordare il quarantesimo compleanno dell'americana con festa a tema anni Settanta?!? :D
All'inizio trovavo tutto questo un po' bizzarro, non nascondo di aver messo via il cappello da cowboy e non averlo lasciato a portata di mano per giocare (chissà perchè poi...retaggi culturali!), inoltre mi sono spesso trovata a pensare come risparmiare su vestiti e accessori tanto "si usano una volta sola".
Ma essere expat è bello per questo, ti fa riconoscere i tuoi limiti, ti da una visione più ampia, ti insegna a metterti in discussione quindi ora nella mia libreria Ikea, vicino al contenitore rosso dei Lego, ci metterò il contenitore dei travestimenti. Con somma gioia della Belva, che è in piena fase di gioco simbolico e si diverte a vestire e svestire pure il Vitellino, che come un grosso bambolottone si lascia fare tutto (giuro che la foto in cui lui ha le scarpette da principessa non sarà usata contro di lui da adolescente...forse! ;P).