lunedì 30 settembre 2013

4 mesi

Le cose parevano andare per il verso giusto, nuovi equilibri, più tempo per noi, tanta voglia di rimediare a due anni davvero tosti, molti progetti anche per me...e poi e poi...eccola là, la tegola che ti arriva in testa e da cui pare che questa volta non potrai proprio scappare.
Il Navigante potrebbe navigare. Bè si chiama così per quello no? direte voi...già però se parte stavolta parliamo di 4 mesi, parliamo di un Natale lontano, parliamo del mio compleanno da sola, parliamo di barcamenarsi in questa nuova realtà senza l'appoggio di qualcuno che sappia sul serio la lingua e due nani che insieme fanno a malapena tre anni.
Sono caduta in seria crisi, ho passato qualche giorno frastornata, sto pregando che l'ultimo filo a cui siamo appesi prima della decisione non ci faccia cadere nel baratro, perchè questi 4 mesi sola per me sono davvero un baratro. Poi però ho anche dovuto iniziare ad organizzarmi.
Non voglio tornare in Italia dai miei, voglio che i miei nani possano continuare la loro routine alla creche, possano andare in piscina, vedersi con gli amichetti al parco e non debbano adattarsi ventimila volte a case, letti, giornate diverse. Ovviamente sto organizzando di andare dai miei per le festività, ma quello le avremmo comunque passate là, ci aggiungo solo un paio di settimane in più fino all'Epifania.
Mi serve però un aiuto e quindi sto valutando o una ragazza alla pari (qualcuna ha qualche suggerimento in questo caso?) oppure creche tutte le mattine (se me lo permettono, visto che qui io non lavorando ho diritto a sole 3 mattine a settimana) con aiuto di donna delle pulizie ed eventuale baby sitter per momenti quali la piscina in cui mi serve effettivamente una mano in più.
Sopravviverò di certo, sono sicura che poi avrò visite da parte della mia famiglia e alla fine questi 4 mesi passeranno. Per ora però continuo a fare ogni gesto e a pensare che lo dovrò ripetere per 4 mesi da sola, senza un momento di sfogo e di stop, senza il mio unico e vero appoggio, che non ci saranno nè sabati nè domeniche in cui la mattina il Navigante mi porterà via i nani e io potrò riposare nel letto fino alle 9, che non potrò fare 4 chiacchiere la sera prima di addormentarmi o decidere dove passare il weekend, dove non mi sentirò una vera famiglia, dove mi macherà sempre e comunque qualcosa. E saranno 4 mesi dove ogni step dei miei nani sarà da una parte una gioia, ma dall'altra un enorme dolore, in cui dovrò nascondere le lacrime per asciugare le loro, dove dovrò essere forte, ma vorrei solo sedermi e aspettare che questi 4 mesi passino.
Sono stata senza il Navigante anche per 6 mesi, ma questa è la prima volta che sarò mamma senza di lui per così tanto tempo e non so se ne sarò davvero capace.

giovedì 26 settembre 2013

[VENDO] Ti reggo Foppapedretti

Vendo causa inutilizzo il Ti reggo della Foppapedretti, imbragatura per i primi passi, a 10 euro.
I miei bimbi non ne hanno voluto sapere purtroppo (ho creato due figli che di sentirsi legati proprio non ne vogliono sapere...chissà da chi han preso...) quindi l'ho usato pochissime volte, peccato perchè con chiunque abbia parlato mi ha detto che è molto comodo.
Questo il link del sito internet ufficiale, il mio è proprio dello stesso colore.

martedì 24 settembre 2013

La mamma che voglio essere

Ieri è stata una giornata un po' pesante. La Belva ha iniziato a fare le bizze dopo pranzo quando li ho messi a dormire, essendo sola è tutto un gioco di incastri e il fatto che lei si addormenti da sola da un po' di tempo è un gran sollievo e rende il tutto più facile; ieri però non ne voleva sapere, mi chiamava, si toglieva i calzini, il pannolino quindi appena sembrava che il Vitellino si fosse addormentato, andavo da lei, ma ovviamente lui si svegliava...insomma ho fatto un po' di su e giù finchè entrambi sono caduti nelle braccia di Morfeo.
La cosa incredibile è che non ho perso nemmeno per un secondo la calma, cioè non mi sono nemmeno un po' innervosita e la cosa mi ha oltremodo stupito, visto che generalmente queste cose mi fanno uscire di testa.
Poi ieri sera il dramma, la Belva ha avuto una crisi isterica, scaturita proprio dal niente, che è durata un'ora almeno, era tutto no, poi sì, lacrime, strilla, non si calmava con niente, robe che si fa venire da vomitare...probabilmente i molti stimoli del weekend fuori (tra l'altro dovrò parlarvene perchè ci siamo proprio divertiti) e la stanchezza accumulata (tanto divertimento e poca nanna) sono esplosi letteralmente ieri sera. Anche qui, a parte un attimo in cui ho perso la pazienza e ho gridato, poi sono rimasta davvero calma, anzi a un certo punto quando la tenevo in braccio e lei singhiozzava e mi guardava con quella bocca che si piegava all'ingiù, mi si è stretto il cuore e un po' ho pianto anche io.
Una volta calmata ci siamo fatti un sacco di coccole e quando le ho detto ti voglio bene lei ha sorriso e me l'ha ripetuto, per la prima volta. Sono stata ferma, ma dolce e rassicurante, umana con il mio momento di sclero, ma non soggiogata al mio nervosismo, non ho avuto paura di amarla e di viziarla, non ho avuto la foga di vederla calma, mi sono accontentata di aspettare e poi coccolarla, godendomi appieno sia il momento brutto sia poi quello bello.
Sono semplicemente stata la mamma che ho sempre voluto essere, non so se questo significhi una mamma buona o cattiva, ma sicuramente è ciò che mi ha permesso di essere me stessa senza sensi di colpa, nè paure.
Cosa mi stia succedendo non lo so, non so se sia perchè ho 3 mattine da dedicarmi, perchè finalmente ho una casa che mi piace, un piccolo giardino, un po' di certezze e qualche impegno extra-family, forse perchè ho letto alcuni libri interessanti che mi hanno fatto riflettere (praticamente ho fatto fuori quasi tutti i libri di Jesper Juul...ne ho parlato qui e qui e continuo davvero ad essere incantata da questa persona) o magari perchè il Navigante sta ritornando a far parte della mia vita come un tempo e i nani stanno crescendo, per tutte queste e altre mille cose, non lo so, ma va bene così.

E poi inaspettatamente il Vitellino stanotte per il suo compleanno ci ha fatto un regalo, prima e unica sveglia alle 4.22 quindi ho dormito dalle 22.30 fino alle 4.22 ininterrottamente...quando ho visto l'ora mi veniva da piangere...
O forse, più che un regalo, è stato un premio, perchè finalmente inizio ad essere la madre che i miei piccoli nanetti si meritano di avere.

venerdì 20 settembre 2013

Un anno...una vita...

Sei nato grande, dopo avermi fatto aspettare fino all'ultimo secondo utile, ma sei nato come volevo io, con dolcezza, è stato il parto che sognavo anche per la Belva, stavo come volevo stare, nessuno che mi stressava, il tuo papà è riuscito a vederti nascere, e tutto è finito quando ti hanno messo un paio di lenzuolini e ti hanno schiaffato sulla mia pancia, nudo. Eri enorme, davvero, mi hai fatto quasi impressione...anzi senza quasi.
E dopo qualche minuto ti sei attaccato alla tetta. Non l'hai più mollata, letteralmente. I primi giorni, i primi mesi, il primo anno fino a pochi mesi fa esisteva solo la tetta, sempre. Mi hai letteralmente prosciugato, non ce la facevo proprio più. Non l'ho vissuto proprio bene il nostro allattamento: sempre attacato, appena cercavo di staccare un po' le poppate arrivavano ingorghi e persino la mastite.
Vogliamo poi parlare delle maledettissime coliche? Che a distanza di un anno se mangi troppi latticini ritornano ancora e ancora? Mi hanno fatto impazzire, quanto hai urlato, quanto hai pianto...e io dietro di te.
È stato l'anno più duro della mia vita non c'è dubbio, non posso negare che sto ancora patendo per le notti che sono uno stillicidio, per il non avere mai un secondo per me (a parte ultimamente), per il non riuscire ancora a trovare la chiave per gestire con calma le situazioni limite.
Ma è anche stato l'anno più colmo d'amore che io ricordi, pieno di tante lacrime, ma anche di tanti sorrisi, di tanti baci, di tante conquiste, di saper diventare ogni volta una mamma migliore, grazie al tuo arrivo, grazie alla Belva che fa da apripista e grazie alle tante ore insieme, in completa simbiosi, noi tre.
Ti guardo camminare, ti guardo giocare solo, ti guardo voler fare esattamente quello che sta facendo tua sorella, ti guardo arrampicarti e fare quello a cui ti ho appena detto NO, ti guardo ridere quando il tuo papà ti fa il solletico nella pancia, ti guardo in quegli occhi azzurro cielo, mi perdo nel tuo sorriso...e penso che è solo un anno eppure è una vita intera.

lunedì 16 settembre 2013

Bi - tri - quadri...linguismo!

La settimana è volata e io non ho più scritto, sono un po' presa e ho sempre tante cose da scrivere che non so mai da dove cominciare.
La Belva ha deciso di farmi impazzire per andare alla creche, inizia da quando partiamo a casa dicendo che non vuole andare, per continuare strillando come una pazza quando è il momento che io me ne vada. I primi giorni la cosa mi ha fortemente destabilizzato, poi però il corso di francese che ho iniziato mi ha dato la spinta in più che ha permesso a lei e a me di andare ognuna per la propria strada. Piange sì, poi però quando non ci sono si calma, gioca, chiede anche di andare a fare pipì, il che è un ottimo segno.
Il Vitellino invece ha deciso che la notte bisogna fare le bizze, prima le coliche (ancora...ancora...ancora!!!), poi l'ottavo dente, ora il primo virus arrivato dalla creche, quindi nasi moccolanti, crostolosi, qualche linea di febbre, io ho il mal di gola.
Insomma rendo l'idea.

In tutto questo le rotelline del mio cervello girano vorticosamente per tenersi al passo con tutte le lingue da capire e da parlare. Italiano e spagnolo in casa con i bimbi, francese al corso e nella vita quotidiana, inglese con i colleghi di Elia e le mogli, con cui stiamo facendo diversi incontri, da bravi expat.
Un casino. Davvero! Io non ho più l'elasticità mentale di una ragazzina che studia mille cose, ho tante ore di sonno arretrate e le ansie di una mamma expat, come farò a sopravvivere a tutto questo?
E nel frattempo guardo con invidia la mia Belva che "legge" (li sa a memoria) i suoi libri in 3 lingue, parla con me in italiano, con il papà in italiano poi si corregge e ripete in spagnolo e, infine, ogni tanto se ne esce con un bonjour o un merci che io la guardo con gli occhi sgranati e penso da dove cavolo l'ha tirato fuori?? Manca l'inglese, ma sono sicura che se le frequentazioni con i colleghi saranno assidue inizierà a parlare anche quello.
Povero Vitellino, invece, che ancora non parla ed è già bombardato a destra e a manca da tutti questi stimoli linguistici, chissà come andrà con lui. Ho paura che arriverà a 2 anni che ancora non spiccicherà parola, ma forse è un bene per le mie orecchie visto che invece la sorella non sta zitta un attimo!
Non capite male, sono contentissima di tutto ciò, spero di poterlo continuare anche oltre questi tre anni e sono sicura che sia un bene per loro, ma so anche razionalmente che non sarà facile qua, non sarà facile il rientro, non sarà facile mai questa vita, insomma non mi lamento nè mi pento della scelta fatta, ma sono conscia che, come ogni decisione, ha le sue conseguenze, sia buone che cattive. E me le godo entrambe ;)

martedì 10 settembre 2013

Tempo per me

Due anni e mezzo.
Due anni e mezzo dove sono stata tanto mamma, un po' moglie, nei rarissimi lampi di follia anche me stessa.
Due anni e mezzo dove tutto quello che ho fatto è stato per i miei nani o al massimo per il Navigante.
E quindi quando oggi sono uscita dal corso di francese mi sono sentita un po' strana. Non era solo il mal di testa allucinante dopo essere stata concentrata per due ore su una lingua semi nuova, nè il poco sonno (grazie Vitellino per le belle nottate che ci stai facendo passare...), nè tanto meno il senso di colpa per aver lasciato una Belva piangente alla creche.
Era una lieve euforia. Come quando bevi un'intera birra da mezzo litro dopo due anni e mezzo di gravidanza e allattamenti consecutivi; non è che ti sei ubriacata, ma ti senti...leggera. Finalmente faccio qualcosa per me, per il mio cervello un po' intirizzito, per la mia anima un po' abbandonata; perchè mi son resa conto che in questi anni non ho mai avuto un vero e proprio impegno al di fuori di quelli per la casa e la famiglia, come la piscina dei nani o la spesa, tanto che mi risulta addirittura complicato uscire la mattina per le nove senza aver dimenticato qualcosa di essenziale (per dirvene una oggi non ho portato nè penna, nè quaderno al corso!). Non sono più abituata ad organizzarmi, ad avere qualcosa di altro al di là del ruolo di mamma e solo ora mi sto rendendo conto di quanto questo mi sia stato stretto. Non è solo una questione di lavorare o meno, ma proprio avere uno spazio mio al di fuori della famiglia, perchè anche andando a fare shopping finisco per pensare a quello che serve ai nani, fallendo miseramente l'obiettivo di avere del tempo per me.
Questo corso di francese mi ha dato questo, tempo per me, dove non c'è spazio per nani o naviganti, ma solo per me e non mi sento nemmeno un pochino in colpa, come invece è successo quando ho cercato di svagarmi andando a fare shopping. C'è chi si rilassa guardando vetrine, chi invece studiando, che ci volete fare? Secchiona ero, secchiona sono rimasta!
E quest'euforia ha di buono che mi ha dato la carica che mi sta un po' mancando nell'affrontare questa nuova vita e, soprattutto, ha un po' dissolto le nubi nel cuore che avevo in questi giorni, che a vedere la Belva aggrappata alla mia gamba che urla piangendo "mamma mamma non andare via" non sono mica abituata, lei che ha sempre preferito il suo pappppà. Ma ora mi rendo conto che non lo preferiva, semplicemente sapeva che mamma c'era sempre.
Ora, oltre al francese, imparerà che mamma c'è sempre, ma con un po' di tempo anche per sè :)

venerdì 6 settembre 2013

Tutti pazzi per la spesa: etichette

No dico, non è che io sia proprio una fanatica del bio e del mangiare sano, per carità. Sì, certo, ho iniziato un mio lento e inesorabile cammino di decrescita, soprattutto per quanto riguarda l'alimentazione, ma ben lungi dall'eliminare qualsiasi schifezza.
Cioè per esempio nel mio freezer troverete sempre in estate un bel cornetto industriale, magari al croccantino, oppure ogni tanto mi faccio tentare da verdure fuori stagione in inverno o da una capatina al fast food (ma non mcDonald, quello proprio no dopo aver letto SuperSizeMe, anche se non so perchè, ma ho un ottimo ricordo delle sue patatine). Insomma sono una moderata, che ricorda ancora con piacere le schifezze che mi ingurgitavo prima della nascita dei miei nani.
Inoltre non voglio nemmeno fare la solita italiana che va all'estero e si lamenta del cibo, del resto vivo in Francia, mica in Cina dove per strada ti vendono spiedini di scorpione!
Però ecco, non per essere, ma possibile che in un mese e dopo attente letture di tutte le etichette possibili, non abbia ancora trovato uno yogurt che sia uno, con solo tre ingredienti, ossia yogurt, frutta e zucchero?!? Perchè ci devo sempre trovare aromi, pectina, gomma di guar, aromatizzanti e, soprattutto, coloranti?!?! Anche in quelli bio?!?
Per l'amor del cielo, ho trovato un sacco di dessert ai gusti più strani a cui non sempre riesco a dire no, ma per la mia Belva abituata al suo Yomino (dove gli ingredienti sono solo tre) ancora non ho trovato niente e quindi la merenda è quello che abbiamo ribattezzato fruttino, ossia la frutta (e solo quella!) nella confezione squeeze. Al Vitellino, che ha ancora lo stomaco debole per le coliche, do come in Italia lo yogurt di soia, ma appena si sistema mi sa che lo yogurt con frutta e zucchero lo faccio in casa! Anche a costo di prendere ogni tanto della frutta fuori stagione!

Dite che faccio proprio la solita italiana all'estero che si lamenta del cibo?! No ditemi di no, vi prego!!! Tralasciando il fatto che ci siamo portati camionate di pasta integrale e caffè, giuro che sto assaggiando proprio tutto, continuiamo pure a prendere la pizza ad asporto il sabato sera, anche se ci mettono l'emmental rapè al posto della mozzarella!!! Facciamo un sabato pizza, un sabato cucina d'asporto tipo indiano o cinese, che qui impazzano alla grande. Insomma più adattamento di questo non so proprio cosa c'è!! ;D

mercoledì 4 settembre 2013

La classica mamma stressata e chioccia all'italiana maniera

È stato un periodo lungo, difficile per tutti noi. Abbiamo affrontato tanti cambiamenti, una marea di stress per tutti e i miei nani non ne sono stati esenti. Tante cose da fare, tante novità da metabolizzare, una mamma al limite dell'esaurimento nervoso, tante discussioni ascoltate, tante urla...
Ho preso la decisione di mandarli al nido, tre volte a settimana, anche se siamo appena arrivati e anche se non conoscono una cippalippa della lingua. Ne ho assoluto bisogno e loro hanno bisogno di una mamma serena, io davvero non lo sono più da tanto tempo...alle volte mi chiedo se lo sono mai stata e se mai lo sarò...
So che il Vitellino è ancora piccolo, che con la Belva sarebbe stato meglio magari aspettare che capisse qualche parola in più di francese, ma ho bisogno di quelle poche ore per studiare francese e per sentire la loro mancanza, perchè da quando è nato il Vitellino ci siamo separati davvero molto molto poco e questo lungo perenne contatto mi sta mandando fuori di testa.
Anche perchè i loro bisogni aumentano e io non riesco a starci dietro: il Vitellino cammina e mi distrugge davvero tutto, sono quasi quasi tentata di risoprannominarlo Attila flagello di Dio; Serena invece chiacchiera continuamente e io mi sento sempre di non riuscire a dare abbastanza spazio a entrambi, arrivo esaurita al momento della nanna pomeridiana, così esaurita che se non si addormentano all'istante (cinque minuti mi pare un tempo lunghissimo...davvero assurdo, no?) inizio a dare di matto, ma in modo che mi rendo perfettamente conto io di quanto sia irragionevole, eppure non riesco a calmarmi. Lo stesso vale per la sera, anche se ho l'aiuto del Navigante.
Quindi che creche (=nido) sia. Anche se non sono convinta, anche se mi hanno fatto fare un inserimento lampo di una settimana, dove io sono stata presente solo il primo giorno (qui è la norma, altro che l'Italia, dove passa anche un mese!), anche se la maestra con cui la Belva ha fatto inserimento (e di cui parla ancora, tanto le era piaciuta) è andata via, anche se mi hanno chiesto mille volte di portare un ciuccio o un doudou e che mi hanno guardata frastornate quando ho risposto che loro non usano niente, anche se mi sono ritrovata il Vitellino in lacrime senza che nessuno se lo calcolasse ed aveva semplicemente caldo e sete, anche se sono un po' incasinati con il personale e decisamente hanno un altro modo di rapportarsi ai bimbi. Sono passate solo due settimane e già mi sento la classica mamma italiana chioccia che ha da ridire su tutto. Sono combattuta per certi versi se continuare a mandarli, ma d'altra parte so che si tratta di sole poche ore e per solo 3 giorni a settimana e che, soprattutto, questa esperienza all'estero ci deve insegnare proprio ad adattarci volenti o nolenti ad altri stili di vita, anche nell'educazione dei bimbi. E poi staremo qui almeno 3 anni, la Belva avrà 5 anni, il Vitellino 4, mica posso tenerli sempre con me! Anche perchè credo che ci ammazzeremmo a vicenda!!!
Spero di non fare troppi danni...spero che il nido non sia troppo per loro, spero che ci adatteremo tutti, spero che le mie urla diminuiscano o che per lo meno siano una percentuale minima rispetto ai sorrisi e alle risate, spero in un po' di serenità, spero che alla fin fine mi amino anche per la persona irascibile, senza pazienza e assolutamente imperfetta quale sono. Anche se li ho mandati al nido da piccolini per potermi fare un pacco di fatti miei.

martedì 3 settembre 2013

Expat ancora, ma con prole

Che io abbia una passione per l'estero non l'ho mai nascosto e negato, l'esperienza fuori dal proprio orticello è qualcosa che ti allarga la mente, che ti da nuovi imput, che ti fa sentire al contempo piccolo piccolo, ma anche talmente cosmopolita da non sentire confini.
Quindi con il Navigante abbiamo cercato di cogliere ogni occasione possibile: abbiamo fatto due anni in Andalucia, come ho già ripetuto più volte, senza nani, e ora abbiamo di nuovo avuto la possibilità di partire, questa volta tre anni in Francia e con prole.
Da un lato sono davvero elettrizzata, siamo qua da un mese e ci sono tante cose nuove, una cultura diversa a cui adattarsi, due bimbi spugne che in un attimo imparano tutto; d'altra parte però mi assale il dubbio di incasinargli l'esistenza con il trilinguismo e con una vita da nomade che ha comunque una serie di contro che non si può far finta di vedere. E poi ho una paura incredibile di trovarmi come in Spagna: troppo bene per voler tornare a casa, molti amici a cui mi ero affezionata e che ho dovuto lasciare, una cultura che mi aveva dato tanto e che ho faticato davvero tanto, troppo a scrollarmi di dosso. Ma soprattutto che tutto il dolore che ho provato io nel lasciare la Spagna lo provino i miei figli nell'andarsene dalla Francia.
Certo non sono dall'altra parte del globo, in un paio d'ore di aereo ci si arriva, esistono i voli low cost, skype, whattsapp...ma sono cazzate. Lo so per esperienza. Il vivere a contatto tutti i giorni è altra cosa e anche l'amicizia più forte in un certo qual modo si allenta, fino a scomparire piano piano.
Ecco, come expat, la mia paura più grande non è la nostalgia di casa, forse perchè io dai miei cari sono lontana da ormai quasi 10 anni pur rimanendo in Italia, ma quella della nostalgia del luogo che ci sta ospitando una volta rientrati dopo il tempo stabilito. Insomma più che la vita da expat, mi fa paura quella da frequently expat, che da un lato ci arricchisce ogni volta di più, ma dall'altro...
Gli altri dubbi: si adatteranno i bimbi? Il trilinguismo sarà un problema? Riusciremo a farli sentire parte di una famiglia anche attraverso skype e chiamate? Sono passeggeri, leggeri come foglie che con un soffio di novità se ne vanno lontane lontane.
Ehi, poi non fraintendetemi, l'Italia mi manca: la pizza, la focaccia, la mozzarella, lo stracchino, la guida decente, la gente caciarona...però so che prima o poi tornerò a strafocarmi di cibo buono e tanto amore, per poi ripartire verso lidi diversi, che mi sappiano far sognare e crescere anche alla mia veneranda età. L'Italia è il porto, il mondo è l'isola che non c'è ;) partirò fino a trovarla.