domenica 10 giugno 2012

Casa dolce casa

Tornare a casa propria dopo un mese e mezzo a casa dei tuoi non ha prezzo!
No, non è lo slogan di una pubblicità, è proprio vita reale. O meglio è la mia vita. Perchè io voglio tanto bene alla mia famiglia, ma non siamo proprio adatti per convivere, non lo eravamo quando ero un'adolescente, figurarsi adesso che sono indipendente e vivo lontana da quasi 10 anni. Ma quando il Navigante parte per lunghi periodi non me la sento di stare sola con Belva e Birbaz in panza, proprio no, quindi mi trasferisco dai miei e torno a fare per un po' di tempo l'adolescente.
Quindi rientrare nella mia asfissiante, piena di polvere, piccola casa ha sempre un non so che di rilassante. Ammucchiare panni da lavare, rimettere in ordine le valigie, disinfestare il bagno e aprire un frigo desolante è quasi commovente.
Sì, perché tanti piccoli dettagli del quotidiano poi sfuggono, diventano scontati e solo ritrovarli dopo un po' di tempo ti fanno ricordare quanto è bello inventarsi una cena con quelle quattro cose che si hanno in frigo, quanto è buono il profumo del tuo bucato, quanto è confortante riavere tutte le tue cianfrusaglie a portata di mano.
E questo accade anche se in fondo la casa dove vivi sarà tua solo per qualche mese ancora, non è quella dei tuoi sogni, nè ci si avvicina granché. Ma è il tuo posto, dove coltivi l'amore per tuo marito e per i tuoi figli, dove ti senti libera di vivere come più ti va, senza costrizioni, se non quelle che stupidamente ogni essere umano tende a crearsi per chissà quale ragione.
Ora, parliamoci chiaramente, se mi guardo intorno quello che vedo è una casa che non è per niente pulita e che non lo sarà mai per davvero (troppe persone che ci hanno abitato e che ci abiteranno, troppi mobili di almeno 40 anni, troppa la mia panza per permettermi grandi pulizie...), con tante scatole ammassate una sull'altra perché io quando faccio il cambio di stagione rimetto tutto nelle scatole, visto che è sempre imminente un trasloco, e poco spazio dove poter far strisciare la mia Belva. Intorno c'è un piccolo pezzetto di giardino incolto e nel balcone ci sta a malapena lo stendino, figurarsi un tavolo per mangiare all'aperto nelle belle giornate come facevo dai miei.
Ma tornare a casa dopo un mese e mezzo mi fa vedere tutto con un'altra prospettiva, una prospettiva che dovrei tenere sempre, mi dico, ma che so per certo che dopo una settimana sarà decisamente dimenticata. Non che voglia tornare dai miei, ma sicuramente non riuscirò più a guardare ogni angolo con questi occhi sognanti e a fare i lavori di casa con questa andazzo molto zen.
Ho imparato: mi godo questi attimi di pace interiore, cercando di renderli più duraturi possibile e poi niente, si va avanti come al solito, tanto prima o poi il Navigante riparte, io torno dai miei e poi ritorneremo qui, riappropriandoci a poco a poco dei nostri spazi, quelli che fra un po' ci risulteranno scontati o addirittura stretti.

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