mercoledì 30 maggio 2012

Mancanza di sonno

Si dice che crescendo si abbia bisogno di meno ore di sonno.
Forse io non sono mai cresciuta e mai crescerò perché se non riesco a dormire come minimo 9/10 ore sono uno straccio e per di più uno straccio irascibile! Quando ero incinta della Belva e iniziavo a non dormire causa insonnia gravidica, dolori vari, contrazioni, pancia ingombrante, etc.etc. mi veniva il panico a pensare a come sarebbe stato non dormire a causa del bebè in arrivo. In realtà era una di quelle cose che più mi terrorizzavano dall'aver figli e quindi ci pensavo il meno possibile, ripetendomi come un mantra che "ce l'hanno fatta tutti, perché io no?" e "la natura mi verrà in aiuto!".

Il bebè ora ha 10 mesi e nei periodi buoni (molto pochi) si sveglia solo una volta intorno alle 5/6 per poi alle volte non tornare nemmeno a riaddormentarsi; per lo meno le ho insegnato a stare nel letto con me mentre io mi riprendo e ritorno nel mondo dei vivi, nel frattempo lei parla, sonnecchia, ogni tanto si tira su...
Ce la sto facendo? Bè, viva è ancora viva, anche se voli immaginari fuori dalla finestra ne ha fatti davvero tanti. Io ogni tanto sclero, soprattutto da quando sono incinta, ma mi pare di aver capito che fa parte del pacchetto, la sclerata saltuaria.
La natura mi sta venendo in aiuto? Forse sì, perché effettivamente non so se prima sarei riuscita a mantenere questa permanente mancanza di sonno per così lungo tempo. Forse diventare mamma ti rende più forte o forse si diventa improvvisamente degli automi e si fa semplicemente quello che si deve fare senza starci troppo a pensare su.

Ovviamente quando il Navigante naviga e io sono sola diventa tutto più difficile. Fortunatamente da qualche mese non esiste più la poppata notturna quindi appena mi sono trovata dai miei con lui, gli ho mollato la Belva e sono andata a dormire nella cameretta pregustandomi una notte intera di sonno. Il risultato della prima notte è stata un disastro: mille risvegli per pipì, sonno agitatissimo, occhi sbarrati ore 6.30 e fortuna che l'ho voluto io senza nessun rimorso (madre degenere)! La seconda notte è andata meglio, alla terza sono riuscita a farmela intera anche se la sveglia mattutina non è mai andata oltre le 7, impensabile per me!
Il Navigante è poi partito e io sono tornata in camera con la mia Belva che però mi ha graziato con una settimana di notti ottime, quasi senza risvegli (poi nel caso ci pensa eventualmente Birbaz dentro la pancia a saltare sulla mia vescica e quindi a farmi svegliare per una pipì improvvisa) per poi farmele scontare causa arrivo incisivi superiori.
Sono tornata a sognare ardentemente il ritorno del Navigante (e non per chissà quale slancio d'amore) e la cameretta tutta per me, conto i giorni come un carcerato in prossimità della fine del suo periodo di reclusione: -2 ce la posso fare!

martedì 29 maggio 2012

Semi virtuosismi

Sono sempre stata a contatto con la natura fin da piccola perché ho vissuto in un paese piccolo circondato da campi, anche se poco fuori dalla periferia di una città; ho avuto gatti, cani, roditori e uccelli vari; ho mangiato verdura dall'orto di mia nonna, frutta raccolta direttamente dagli alberi del nostro frutteto e salumi fatti in casa (e un motivo ci deve essere se sono toxoimmune, no?!); da piccola volevo fare l'esploratrice, passavo le ore fuori in giardino ed ero iscritta al Touring Club Italiano.
Crescendo non ho mai smesso si amare la natura e anche quando non avevo possibilità di "toccarla" (tipo quando vivevo in caserma), cercavo un contatto tipo tenermi una piantina, e appena ho avuto l'occasione mi sono presa un gatto...sì, quello isterico, ma mica si può avere tutto dalla vita!
Quando vivevo a Taranto, facevo la raccolta differenziata carta-plastica-vetro, arrivavo ai bidoni con i miei tre sacchettini e sconsolata li appoggiavo sulle pile di immondizia che li ricoprivano interamente. Imperterrita ho continuato ha fare i miei sacchettini sperando di trovare almeno ogni tanto i bidoni liberi, ma con la consapevolezza che poi tutto sarebbe finito insieme.
Sebbene traslochi quasi una volta all'anno ho sempre le mie piantine aromatiche sul balcone, ma dal prossimo anno vorrei allargarmi a qualche altra cosa, tipo pomodori e insalata. Dall'anno scorso poi ho pian piano cambiando il mio stile di alimentazione, cercando di avvicinarmi di più alla stagionalità, eliminare sale e grassi eccessivi, ma soprattutto evitare cibi confezionati, industriali e quant'altro.
Con la Belva ho adottato i pannolini lavabili, uso solo amido per il bagnetto e l'olio di mandorle per l'idratazione. Cerco detersivi quanto più ecologici possibile, ma ancora non me la sento di passare a quelli fatti in casa. Le lavatrici ovviamente si fanno solo dopo le sette di sera oppure nei fine settimana.

Non mi sento virtuosa a fare tutto questo, anzi trovo che quello che faccio sia il minimo indispensabile e che ci sono così tante cose da imparare che non riesco a dare delle priorità. Vorrei buttarmi totalmente nell'esperienza della decrescita, ma il mio stile di vita così poco abitudinario mi frena non poco.
Sembra sciocco, ma cambiare case ogni anno ti porta a non poter organizzare molto, un anno sembra lungo, ma nell'organizzazione familiare è davvero poco, basti pensare che non si riesce a fare due medesime stagioni nello stesso luogo, il che significa che se ci si mette a fare l'orto sul balcone è solo per qualche mese e poi si deve spostare tutto chissà dove.
Alle volte vorrei semplicemente fermarmi e coltivare il mio orticello, far giocare i miei figli nel nostro giardino e potermi dedicare all'ambiente quanto se lo merita. Ma non sono ancora pronta per questo, mio marito nemmeno. Abbiamo tanti e troppi progetti, non sappiamo ancora quali sono le nostre priorità (figli a parte) e finché non desidereremo qualcosa così tanto da rivoluzionare la nostra vita completamente, allora continueremo a girare come trottole e a fare (e far fare ai nostri figli) tutte le esperienze possibili.

L'ambiente però merita comunque un minimo della nostra attenzione e quello che possiamo fare lo facciamo, anche se non ci sacrifichiamo abbastanza e, inoltre, alcune abitudini sono davvero dure a morire (toglietemi tutto, ma non la doccia sempre aperta anche quando mi sto insaponando :P). Spero man mano di dare aggiornamenti sempre più positivi in tal senso e di dare qualche spunto a chi invece non si pone nemmeno il problema.

lunedì 28 maggio 2012

Mamma single

Ho sempre desiderato figli e pensavo che li avrei voluti avere anche a costo di fare la mamma single.
Poi ho conosciuto quello che sarebbe diventato mio marito e ho pensato che avere dei figli con quell'uomo sarebbe stato fantastico e infatti così è stato. Probabilmente in questo sono davvero molto fortunata, anche se dovrebbe essere sempre così a mio avviso, perché mio marito è nella gestione della Belva alle volte anche più efficiente di me, fa davvero tutto e lo fa bene, ma soprattutto con piacere!
E qual è il problema, direte voi? Il problema è che lui non è sempre a casa, il suo lavoro lo porta a stare lontano per diversi periodi, anche lunghi (da quando siamo in tre al massimo è stato via un mese, ma prima è partito anche per 6 mesi) e quindi io mi ritrovo a fare la mamma single.
All'inizio stavo sola, ma con la nuova gravidanza non ci riesco proprio e quindi mi trasferisco a casa dei miei, il che significa pure diventare improvvisamente mamma single quindicenne!

Non è però di questo che voglio parlare, ma della mia assoluta incapacità di fare la mamma single, proprio non ci riesco! Mi pesa fare tutto e se ci sono stati dei momenti in cui mi sono chiesta "ma chi cavolo me l'ha fatto fare?!" sono stati proprio durante questi periodi di singletudine. Se poi ci mettete che quando non c'è il padre come minimo alla piccola escono i denti, fatevi i conti.
Stanotte, porella, è stato un continuo piangere e lamentarsi, ovviamente stamattina lei era pimpante e arzilla come al solito, io invece un cadavere ambulante con un desiderio spasmodico di avere il maritino in aiuto.

Certo quando sta via molto tempo sarà anche normale questo mio atteggiamento, ma la mia preoccupazione è che io non mi sento una vera famiglia se siamo solo io e la piccola belva, mi sembra sempre che manchi un pezzo, un pezzo oserei dire indispensabile per il funzionamento del nostro tutto.
Sembra una sviolinata nei confronti del marito, in realtà è più che altro un'amara constatazione di come non mi senta in grado di fare la mamma da sola e a tempo pieno. Forse ho poca fiducia nelle mie capacità, forse è solo la stanchezza che parla, ma sento che questa è davvero una mia mancanza, un mio grande difetto nell'essere madre.

Che dire se non grande stima nei confronti delle mamme single? Davvero, avete tutta la mia considerazione e il mio rispetto, di cui sicuramente ve ne farete poco, ma che comunque mi faceva piacere esternare.
Mi direte che se ti ci trovi poi lo fai. La questione è che, quelle volte che mi ci trovo, io lo faccio, ma male. Mentre voglio farlo bene, al meglio, perché mia figlia lo merita e anche il birbaz in arrivo. Quindi, qualcuno mi insegna cortesemente a fare la mamma single come si deve?

Quello che serve...o no?

Quando si decide di avere un bambino si mettono in preventivo un sacco di spese, si pensa che ci siano delle cose imprescindibile senza le quali non si possa crescere la creaturina. Ma siamo sicuri che non siano invece la società, la televisione, l'amica, la cugina and so on a inculcarci questa balzana idea?
Io, sarà che sono braccine corte, ma ho sempre pensato che molte cose siano davvero uno spreco, soprattutto per quanto riguarda i giocattoli, poi ho letto il libro di Giorgia Crozza "Bebè a costo zero" e mi sono resa conto che in realtà sono molte le cose inutili che potremmo risparmiarci o far risparmiare agli altri (visto che molte cose vengono regalate).
Certo capisco le molte mamme che al primo figlio vogliono comprare il meglio, ma spesso ci si rende conto dopo che il meglio per i nostri bambini è davvero tutt'altro: le braccia della propria mamma, l'amore del papà e poco altro. Per molti saranno parole al vento, ma io ci credo e sono sicura che sono molte altre le mamme pazze a pensarla come me.

Ma vediamo quello che ho comprato io e quello che ho volutamente evitato, così come le cose per cui ora come ora potrei fare a meno.

Cameretta: io sono in affitto e avevo già il lettino, nel caso probabilmente avrei comprato uno di quei letti che si possono allungare in base alle esigenze; una spesa per tutta la vita. Per il fasciatoio ho preso uno di quelli leggeri con il bagnetto e le ruote da poter spostare in caso di esigenza, per le cose della piccola ci siamo arrangiati con una cassettiera che già avevamo.
Quelli che mi ha passato mia sorella (uno normale e uno da campeggio) li ho tenuti uno dai miei e uno da mia sorella, in modo che le volte che sono da loro ho già tutto pronto.
Trovo che la cameretta con letto, armadio e fasciatoio tutto corredato sia una spesa inutile, anche se sicuramente molto bella esteticamente, in fondo le cose per i piccoli sono piccole e poche, quindi si può tranquillamente usare qualche cassetto già presente. Quando poi ci sarà più roba, il bimbo sarà grande e la cameretta da neonato non sarà comunque adeguata. Inoltre, molto probabilmente, soprattutto se si allatta al seno, sarà più comodo tenere il piccolo in camera con sé i primi tempi, noi abbiamo solo la camera matrimoniale, quindi non avevamo molta scelta ;)
Simpatica invece l'idea di decorare la cameretta con gli stickers, non li conoscevo e mi si è aperto un mondo. Ne ho presi alcuni, ma non ancora utilizzati visto che dobbiamo spostarci tra poco, però credo sia un bel modo per rendere piacevole la cameretta del piccolo.

Trio: vista la nostra propensione ai viaggi e il fatto che abitiamo sul mare (mare vicino=spiaggia tutti i giorni), abbiamo pensato di prendere un trio a tre ruote, rigorosamente color neutro, perché non abbiamo voluto sapere il sesso e per poter eventualmente riutilizzarlo con un altro figlio di sesso opposto.
E' molto comodo, ma...quanti soldi spesi per il poco utilizzo! A parte l'ovetto, usato dal secondo mese e tuttora in uso, il resto è stato davvero poco sfruttato: la culla sono riuscita a usarla i primi due mesi e poi mettevo a dormire la Belva lì il pomeriggio fino a cinque mesi, sto invece iniziando ora a usare il passeggino, che comunque è piuttosto ingombrante.
Certo questo è un oggetto di cui spesso non si può fare a meno, ma forse non serve per forza prendere il trio, cioè se fosse per me ora aspetterei di avere il bimbo tra le braccia e decidere. Con il nuovo arrivo ho deciso di comprare una fascia e continuare a sfruttare questo trio, comunque prima di qualche spesa importante voglio aspettare di organizzarmi per bene e capire i ritmi del piccolino/a.

Box: io non l'ho comprato e non l'ho voluto nemmeno in prestito, non amo le costrizioni e la mancanza di libertà, perché dovrei far subire questo ai miei figli? Un piccolo angolo giochi con eventuali barriere fatte con cuscini, libri e giocattoli penso sia l'ideale e poi tutto la spazio secondo me deve essere lasciato per loro. Impossibile dite voi? Mah, se ci sono riuscita io...

Sdraietta: questo è sicuramente un acquisto non indispensabile, a me l'hanno regalata e devo dire che la sto sfruttando ancora moltissimo. Quando la mattina sono sola la metto lì mentre mi lavo e mi cambio, quando era piccolina e dovevo mangiare la mettevo lì vicino a me per farla comunque in qualche modo partecipare, ora alle volte la faccio sedere lì per farla giocare un attimo tranquilla prima o dopo cena. Non servono tecnologie avanzate, bastano quattro pupazzetti appesi e se siete bravi nel bricolage (io sono negata!) magari riuscite anche a farvela in casa!

Tiralatte, biberon, ciucci e affini: quando con la vostra pancia entrate per la prima volta in uno dei negozi specializzati per l'infanzia vi viene mostrato un mondo di oggetti che devono assolutamente far parte del corredo di una futura mamma. Ma è davvero così? Tutto ciò che riguarda l'alimentazione del bambino per i primi 6 mesi è qualcosa che già possedete per natura: il vostro latte! Non comprate niente finché il vostro bimbo non sarà tra le vostre mani, se prenderà il vostro latte tutto il resto non servirà, anzi sarà pure difficile farglielo accettare. Soprattutto per il primo mese biberon e ciucci potrebbero andare a inficiare l'allattamento quindi non spendete questi soldi, non prima di far nascere vostro figlio per lo meno.
Io ho preso un ciuccio dopo un paio di mesi, perché la Belva ciucciava tutto, non solo me, dito compreso quindi per evitare ho preso uno di questi ed è diventato il suo miglior amico. In quel momento mi sembrava una buona idea e soprattutto mi dava un po' di respiro, ma con il tempo sono sempre più convinta di non aver fatto la scelta giusta.
Il resto mai usato, forse con birbaz noleggerò il tiralatte per darmi un po' di sollievo ogni tanto e far provare a mio marito l'ebbrezza di dar da mangiare a un neonato, ma comprarlo assolutamente no.

Palestrina: l'avevo comprata a mia nipote, ora è ritornata a me; non indispensabile, ma è servita e tuttora è una parte importante nella sua area gioco.

Cosmetici: in gravidanza mi ero fatta mandare un sacco di campioncini, sia per la pancia che per quello che sarebbe uscito, ma sono ancora tutti chiusi. Con i pannolini lavabili non è necessario usare creme o talchi, anzi è fortemente sconsigliato perché rovinerebbe il pannolino (ho dovuto regalare un tubetto di pasta Fissan regalatomi alla nascita della Belva perché da me inutilizzato); per l'igiene quotidiana la maggior parte di saponi e detergenti è troppo aggressiva per essere usata più volte al giorno sulla pelle del bambino quindi se si sporca molto di cacca la lava con un po' di sapone, altrimenti solo acqua; la sera invece bagnetto (lei lo adora quindi lo faccio ogni sera) con amido e poi olio di mandorle su tutto il corpo.

Ovviamente da me l'arte del riciclo è molto praticata e questo mi ha aiutato un sacco ad abbattere anche i costi dell'abbigliamento.
Per ora credo di essere stata fin troppo prolissa, se vorrete mandarmi qualche consiglio sull'argomento sarà ben accetto!

venerdì 25 maggio 2012

Perché l'angolo di me stessa

Come ogni bravo blog che nasce, anche questo deve avere una spiegazione del come e del perché è nato.
Mi piace il mondo dei blog, ne ho aperti e chiusi diversi, mi piacciono anche i forum, non per niente come dice mia sorella sono una grafomane incallita! Non è solo questo, in realtà, è che amo condividere quello che la vita mi propone, amo mettermi in discussione e mettere in discussione gli altri, amo la chiacchiera fondamentalmente. Quindi a seconda di quello che passa al convento, ho qualcosa da dire.
Da qualche mese sono mamma, da un po' di anni moglie e casalinga, prima ero una sportiva e una studentessa, sono anche stata militare...tante etichette, ma spesso mi chiedo se me stessa lo sono mai stata. E chi è la vera me stessa? La mamma, la moglie, la sportiva, la lavoratrice, la figlia, la sorella...
Questo è un angolo libero, dove parlare di quello che mi passa per la testa, stavolta senza restrizioni, solo un luogo per condividere il treno che sta passando in quel preciso istante. Così magari uscirà semplicemente la me stessa che sto cercando da anni.
Probabilmente si parlerà molto di bambini e vita di casa, ma anche di viaggi e traslochi e cucina e sicuramente arrabbiature e lacrime e gioie. Vi invito a entrare, a commentare, a discutere con me se vi fa piacere, ovviamente.

giovedì 24 maggio 2012

Autosvezzamento

Ohibò, ma davvero non vi ho mai parlato di autosvezzamento? Bè effettivamente da quando è nata la Belva non è che sono riuscita a parlarvi di molto...e non oso immaginare quando nascerà birbaz...ma mi piace immaginare che sarò una mamma talmente scafata e già super organizzata da riuscire a fare tutto, anche passare di qua...lasciatemelo almeno immaginare ho detto!

Veniamo al punto: auto-cosa? Autosvezzamento, qualcosa che sembra molto moderno, ma che in realtà è ciò che è sempre esistito prima dell'avvento di pappe ed omogeneizzati. L'argomento è davvero vasto, vorrei partire da quello che è ed è stato per me, per poi magari andare più sullo specifico in un altro post.

Io mi ci sono avvicinata dalla periferia, diciamo, visto che cercavo, quando ancora ero incinta e di tempo ne avevo davvero tanto da perdere, un modo naturale per svezzare la mia futura bimbuz. Non mi piaceva l'idea di usare pappette, farine e liofilizzati, forse anche perchè stavo seguendo un corso di biogastronomia ed ero un po' in fissa con il naturale (lo sono ancora, ma almeno all'epoca avevo quella scusa ;P).
Girando su internet sono incappata in questa dicitura: alimentazione complementare a richiesta, nonchè autosvezzamento; un modo naturale per far avvicinare il bimbo al mondo del cibo. Ho letto tante cose su internet e devo dire che ho simpatizzato abbastanza in fretta con questo tipo di filosofia, se così possiamo chiamarla. Anche al Navigante l'idea piacque e quindi iniziammo ad approfondire un po' di più l'argomento, comprando qualche libro e leggendo di esperienze altrui.
Nella teoria tutto era molto bello e non vedevo l'ora di passare alla pratica, anche perchè finchè non ci sei dentro non puoi capire se è davvero il metodo giusto per te e il tuo bambino. A grandi linee si può dire che è il bambino stesso a decidere se, quando e quanto mangiare di ciò che viene proposto tutti i giorni sulla tavola, tu devi solo dargli fiducia e farlo partecipare hai pasti (perfetto per noi, perchè io ho sempre odiato l'idea che i bambini dovessero mangiare ad orari differenti) e aspettare che mostri curiosità verso il cibo (ciò avviene intorno al sesto mese). Il principio è la sua innata e istintiva capacità di autoregolarsi, capacità che tra parentesi avremmo tutti, ma che a causa delle influenze culturali e della società abbiamo perso.
Imprescindibile è ovviamente un'alimentazione sana della famiglia, anche se tanto prima o poi il bimbo dovrà mangiare comunque le stesse cose dei genitori, ma per lo meno si è salvaguardato qualche anno!

Per noi tutto è cominciato a Parigi, il giorno in cui la Belva compiva cinque mesi. Era come sempre in braccio a papà e si è allungata verso il suo pezzo di pane. Lui istintivamente ha spostato la mano, ma io ho detto "No, lasciala provare!". Lei ha preso il pane, ci ha giocato un po' poi ha iniziato a ciucciarlo e l'ha fatto fuori quasi tutto!
Il mese successivo è stato scandito da giorni in cui sembrava curiosissima e da giorni che non gliene importava granchè. Poi pian piano, assaggio dopo assaggio, ha iniziato a preferire nettamente il nostro cibo alla tetta (e qui potrei aprire una parentesi sul mio orgoglio di mamma ferito, ma ve la risparmio).
Ora ha 10 mesi e mangia davvero di tutto e tutte le consistenze, se una giornata mangia tanto, il giorno dopo diminuisce nettamente le dosi, all'inizio non mangiava molta frutta, ma tonnellate di verdura cotta; ora che inizia ad apprezzare la prima, ha abbandonato un po' la seconda...insomma l'autoregolazione c'è davvero! E quanto la invidio per questo: cioè riuscire a seguire la naturalità del nostro corpo, istintivamente...quanto sarebbe tutto più facile!

L'unica cosa che non mi riesce fare è farla mangiare completamente sola, nel senso che in teoria l'autosvezzamento è far sì che lei stessa prende, maneggi, assaggi...ma lei vuole essere imboccata perchè mangia più velocemente! E' proprio vorace a volte...solo cose tipo pizza, focacce, biscotti, pane, spicchi di frutta e simili mangia con le mani, perchè ce la fa abbastanza velocemente, ma già la banana ha provato un po'di volte, ma poi si spitascia quindi quando sto per appoggiarla nel vassoietto della sua sedia lei si avvicina con la bocca e l'addenta!
Se volete comunque avere informazioni più precise potete comprare il libro di Piermarini "Io mi svezzo da solo" oppure "W la pappa" di Paola Negri; possiamo definire questi libri le due bibbie sull'alimentazione complementare a richiesta; il primo scritto in modo molto semplice e diretto dal pediatra che ha portato alla ribalta il concetto di autosvezzamento, il secondo un po' più specifico, ma che tende molto ad enfatizzare un'alimentazione vegetariana e a riprova di questo basta dare un'occhiata alle ricette in appendice, molto utili, ma forse un po' troppo di parte. Cioè non bisogna essere dei maghi in cucina o talmente estremi da non comprare niente di industriale, solo avere un po' di buonsenso.
Se invece volete leggere di esperienze dirette, vi segnalo il sito con forum dedicato: www.autosvezzamento.it

mercoledì 23 maggio 2012

Mercatino: [VENDO] mutandine trainers

Nuovo appuntamento per il neo-nato mercarino del blog! Stavolta è una ragazza che mette in vendita delle mutandine trainers, usate pochissimo ed in ottimo stato.
Ecco il suo annuncio:

Vendo 10 mutandine trainers lavabili di cotone, marca Naturalmamma Hippy Potty Training, taglia 1 (circa 2 anni e 14kg di peso).
Queste mutandine permettono di affontare il passaggio dal pannolino al vasino con tranquillità per mamma e bimbo e con una netta riduzione dei laghetti...le mutandine sono imbottite e impermeabilizzate nella zona centrale da uno strato di pul traspirante e attorno alle gambe c'è un soffice bordo di cotone che assicura un'ottima vestibilità e una perfetta tenuta. Se il bambino viene cambiato in fretta dopo la pipì non si bagnano nemmeno i pantaloni!
Per fortuna nel mio caso lo spannolinamente è stato veloce e sono state usate poco (al massimo un paio di volte ognuna) e quindi sono in ottimo stato, vi assicuro che non hanno mai visto una cacca  Nuove costano 10 euro l'una.
Per informazioni, foto, varie ed eventuali: claudia_casella@yahoo.it

domenica 20 maggio 2012

Allattamento in tandem

Ormai sono passati sei mesi e la mia gravidanza continua abbastanza tranquillamente: birbaz è un terremoto, però sembra sia piccolino/a ora bisogna solo sperare che sia un problema di ridatazione e non di ritardo si crescita.
Comunque non era di questo che volevo parlare, ma di allattamento in tandem, ossia allattamento durante la gravidanza o anche allattamento di due figli contemporaneamente, ma con età differenti.

Per quanto riguarda l'allattamento durante la gravidanza, possiamo sfatare tutti i miti per cui il latte non basta per il bimbo grande e allattare fa male al feto. Le uniche problematiche, se vogliamo chiamarle così, sono dovuto ad un eventuale cambiamento di sapore del latte e a momenti in cui il latte diminuisce; in entrambi i casi farà tutto il vostro bimbo: nel primo caso potrebbe non interessargli minimamente, com'è successo alla Belva, oppure potrebbe staccarsi di punto in bianco e non volere più la tetta, mentre nel secondo caso probabilmente il bimbo si attaccherà di più per aumentare la quantità di latte e dopo un po' tutto tornerà alla normalità
Certo per la mamma può essere piuttosto pesante, ma se siete sicure della vostra scelta, sarà solo un periodo che ricorderete come molto faticoso e ricco di sacrifici. Fatevi aiutare, mai come in questo momento il vostro fisico è debilitato e ha bisogno di supporto.
All'inizio della gravidanza potreste sentire alcuni fastidi, come piccole contrazioni simili a crampi uterini e una maggiore sensibilità al seno. Se avete già controllato che la gravidanza sia fisiologica e quindi non a rischio, potete tranquillizzarvi e godervi la gravidanza e il vostro allattamento, tutto procede bene e non c'è niente che debba preoccuparvi.
Io ho trovato piuttosto dolorosi i simil crampi uterini, soprattutto durante la poppata serale, ma nel giro di un mese, probabilmente al riassestamento dell'utero, tutto è scomparso. Invece per la sensibilità del seno, ho semplicemente usato olio, quando era solo fastidio olio di mandorle, quando invece era più forte olio Vea, come facevo a inizio allattamento.
Man mano che la gravidanza avanza ci sarà il problema della panza che cresce e quindi dovrete adottare nuove posizioni, almeno per me ora è impossibile allattare nel modo classico, quindi o sto distesa o tengo la bimba seduta di fronte a me, cavalcioni sulla gamba di fronte al seno dove sta poppando.
Non so se proprio per la gravidanza e quindi magari il cambiamento del sapore del latte, ma la Belva ha sostituito abbastanza velocemente tutte le poppate con i pasti, mantenendo solo una poppata in tutto il giorno: per un periodo era quella della merenda mattutina, poi si è passati a quella del tardo pomeriggio, per assestarsi su quella serale, dopo la cena e prima di andare a letto.
Vi lascio per completezza anche il link dove si parla di allattamento in gravidanza del sito della Leche League: Allattamento in tandem, allattare durante la gravidanza.

Per quanto riguarda invece l'allattamento di due bimbi con età differenti non c'è molto altro da dire: il corpo si assesta sul bimbo più piccolo, anche perché solitamente il più grande non usa più il seno come cibo, ma come contatto e consolazione.
In questo caso è solo una questione di coordinamento tra le poppate e di riuscire ad arginare eventuali gelosie del bimbo più grande verso quello più piccolo.
Per quanto riguarda me, non vorrei procedere con l'allattamento in tandem anche dopo la nascita di birbaz, quindi quando la Belva compirà un anno vorrei riuscire a togliere definitivamente anche l'ultima poppata, ma solo se questo non significhi per lei sofferenza; finora è stato tutto molto naturale e vorrei continuasse così.